Maki Onishi e Yuki Hyakuda hanno per studio un garage aperto sulla strada di Nihonbashi Hamacho, a Tokyo. Nel profilo sul loro sito web descrivono una situazione di lavoro aperta alla città, in cui i bambini entrano a giocare e i vicini portano da mangiare. L’operazione, semplice e radicale, è stata quella di non sostituire la serranda del vecchio garage con un vetro, ma di essere en-plein-air, esposti alla vita quotidiana.
Il progetto di o+h è a Kesennuma, cittadina nella prefettura di Myagi, a nord di Tokyo, affacciata sull’Oceano Pacifico. Nel 2011 la regione e la città sono state distrutte dallo tsunami che ha colpito il Giappone, distruggendo chilometri di costa e causando danni ambientali non ancora del tutto quantificati e compresi. Guardare oggi i video di quei pochi minuti e le immagini dei resti di navi che tuttora si trovano nel mezzo dei campi è sconvolgente e toccante.
Per questa ragione gli architetti hanno dovuto chiedere a molte persone coinvolte nella ricostruzione se il progetto per la stazione di servizio di Satoumi potesse essere pubblicato. Il tragico evento, che ha ucciso 2 mila persone, ha creato una coscienza collettiva diversa ed ha portato Kesennuma a essere la prima città in Giappone ad entrare nella rete di Slowfood.
Punto di socialità
La stazione di servizio a Satoumi è un centro collettivo per incontrarsi e mantenere viva la comunità e il suo gestore è un’istituzione locale, avendo tenuto in piedi il sistema di rifornimento anche nelle settimane immediatamente successive al maremoto. Realizzato in corten da 6 millimetri, l’edificio è costruito con la tecnologia utilizzata per le chiglie dei pescherecci d’altura ormeggiati nella baia, che hanno avuto una così tragica parte nell’immaginario collettivo, arenati sulla terraferma dopo aver travolto tutto ciò che incontravano sul loro percorso.
Voluta ambiguità
Il materiale grezzo non è rivestito, lasciando una voluta ambiguità al confine tra esterno e interno. Il cantiere navale Takahashi Kogyo, in grave difficoltà per il crollo delle commesse a causa del disastro naturale, ha offerto la propria conoscenza e tecnologia, realizzando un ambiente strutturalmente razionale e profondamente evocativo allo stesso tempo. Il posizionamento dei volumi rispecchia l’uso della stazione di servizio per tutti i mesi in cui è esistita come spazio informale, con aree per scambiarsi aiuti, consigli o semplicemente socializzare.
La stazione di servizio, nelle parole del committente «supererà la sua funzione principale e diventerà un luogo ospitale per i cittadini». In una breve intervista gli architetti hanno detto che «la cosa migliore dell’essere stati coinvolti nella progettazione della stazione di Satoumi è stata che tutti i soggetti coinvolti, cliente, appaltatore, progettista strutturale, architetto, si sono riuniti per discutere fin dall’inizio. Non eravamo solo specialisti in un campo particolare, ma anche residenti locali, amici o vicini. Alla fine, non importava chi fosse un architetto, un costruttore o un ingegnere. È stata un’esperienza che ci ha permesso di tornare alle origini di cosa significhi costruire».
LA SCHEDA
Progetto: Maki Onishi / o+h – www.onishihyakuda.com
Luogo: Kesen-numa, Miyagi, Giappone
Programma funzionale: stazione di servizio e uffici
Collaboratori: Hirokazu Toki, Takahashi Kogyo co., ltd
Strutture: Hirokazu Toki, Takuo Nagai
Foto: onishimaki + hyakudayuki
(Matteo Poli)