Tutti i vantaggi del controsoffitto, anche per il comfort

I materiali e le modalità costruttive sono da sempre sottoposti a un naturale e fisiologico processo di innovazione e mutamento continuo, spinti da nuove frontiere architettoniche, tese ad adeguarsi alle tendenze di un mercato estremamente dinamico e in continua evoluzione. Come nella moda, anche nell’edilizia si assiste spesso a una rivisitazione di una modalità costruttiva, quasi un ammodernamento di un concetto già saldo e ampiamente conosciuto, rivisto e ripresentato sulla base di concetti e materiali innovativi in grado di soddisfare molteplici necessità oltre a eventuali obblighi normativi cogenti.

Il controsoffitto è un caso emblematico della tendenza sopra riportata. Infatti, il ricorso al controsoffitto è tornato a far parte dell’edilizia nazionale in un periodo relativamente recente, dettato all’inizio dall’esigenza di nascondere passaggi impiantistici o celare solai in legno di scarsa resa estetica, ma divenuto poi una soluzione ideale a molteplici problematiche legate all’isolamento termico e acustico, alla limitazione del riverbero interno degli ambienti, alla resistenza al fuoco, oltre che una soluzione leggera, veloce ed estremamente flessibile anche sotto l’aspetto della resa estetica. Nell’ultimo periodo si è registrato un rinnovato interesse a riguardo della qualità dei luoghi di vita e il controsoffitto è diventato una soluzione interessante anche per quanto riguarda il comfort all’interno dei nostri ambienti, declinato sui temi della qualità dell’aria e del riscaldamento-raffrescamento radiante.

Il controsoffitto, nella sua connotazione moderna che si basa sulle tecnologie a secco, con strutture di sostegno eseguite con telai metallici e placcaggi effettuati con lastre di gesso rivestito o gesso-fibra, sta raggiungendo una larghissima diffusione in ambito di edilizia residenziale, trainata come detto in precedenza dalle nuove necessità legate al comfort ed è già ampiamente sfruttato per edifici adibiti ad attività ricettive, scolastiche ed ospedaliere, grazie ad alcune sue innegabili peculiarità tra cui la velocità di posa, la sua leggerezza e quindi il basso impatto in materia di protezione dal sisma, la grande flessibilità estetica e la capacità di essere una valida soluzione alle problematiche di isolamento termico, acustico e alla resistenza al fuoco.

Rappresentazione grafica di controsoffitto pendente con struttura metallica di sostegno e riempimento in fibra poliestere

Controsoffitti e campi di applicazione

Intercapedine

Una delle primarie destinazioni d’uso del controsoffitto che lo fanno spesso preferire ad altre modalità costruttive è la possibilità di creare un’intercapedine preposta all’alloggiamento e passaggio di impianti. Condotti di ventilazione, centrali e tubazioni di distribuzione degli impianti di ventilazione meccanica controllata (Vmc), impianti elettrici, domotici e di raffrescamento, sono confinati all’interno del controsoffitto, ottenendo così al contempo strutture più leggere ed eventualmente ispezionabili, capaci di garantire una resa estetica adeguata alle richieste della clientela.

Isolamento termico

Un altro importante segmento di mercato dove il controsoffitto trova ampia applicazione è quello dell’isolamento termico, specialmente in interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico. Il mercato dell’isolamento termico, grazie alla propulsione garantita dalla stringente necessità di efficientamento energetico tradotta in obblighi legislativi e sgravi fiscali di notevole interesse, ha creato una numerosa domanda di interventi di isolamento di pareti e solai facendo da volano a tutte le tecniche costruttive adibite alla diminuzione delle dispersioni dell’involucro.
Il mercato si è arricchito di una notevole quantità di materiali adatti all’isolamento termico, che possono essere facilmente accoppiati a lastre in gesso rivestito, tramite processi di incollaggio a caldo o tramite adesivo, fornendo al mercato un valido spettro di soluzioni di veloce e semplice messa in opera e prezzi limitati.

Nella scelta della tipologia di controsoffitto, sia esso effettuato con pannelli accoppiati prefabbricati o con una struttura di sostegno e intercapedine riempita di materiale isolante, un’importante valutazione va sempre effettuata in merito al comportamento dell’intero pacchetto di copertura sotto l’aspetto termo-igrometrico al fine di evitare l’insorgere di problemi di condensa e conseguente apparizione di muffa derivanti da squilibri della gestione dell’umidità dell’aria.

Per scongiurare tale situazione, è sempre opportuno affidarsi a un professionista esperto capace di determinare con il diagramma delle pressioni parziali di Glaser, il bilancio termo-igrometrico e valutare, qualora se ne presentasse la necessità, l’inserimento di un sottile strato con funzioni di controllo del vapore, sintetico o bituminoso in base alle necessità derivanti dal calcolo. Tale strato andrà comunque sempre inserito all’interno della stratigrafia, verso il cosiddetto «lato caldo», cioè dalla parte dove la temperatura è superiore.

Nella scelta della tipologia di controsoffitto, sia esso effettuato con pannelli accoppiati prefabbricati o con una struttura di sostegno e intercapedine riempita di materiale isolante, un importante valutazione va sempre effettuata in merito al comportamento dell’intero pacchetto di copertura sotto l’aspetto
termo-igrometrico

Resistenza al fuoco

Per determinate categorie di destinazione d’uso di edifici, come gli edifici adibiti ad attività ricettive, adibiti ad uso ufficio, attività scolastiche e ospedaliere e per le autorimesse, per esempio, rivestono enorme importanza le caratteristiche di reazione e resistenza al fuoco dei materiali e dei sistemi costruttivi.

In base a un’attenta valutazione del carico d’incendio, cioè della quantità e del posizionamento di materiali combustibili all’interno di un determinato edificio, sarà possibile intervenire dapprima compartimentando le varie zone a maggior carico e, poi, affidarsi a una serie di sistemi destinati alla limitazione delle problematiche dovute all’incendio. In quest’ottica d’intervento oltre alle vernici intumescenti e i rivestimenti a base cementizia con proprietà di limitazione della propagazione dell’incendio, trovano largo impiego i sistemi leggeri a controsoffitto, con intercapedini vuote o riempite con materiali isolanti aventi altrettante idonee caratteristiche di resistenza al fuoco e placcati con lastre specifiche in gesso, gesso-fibra o cemento, aventi caratteristiche tali da garantire all’intero pacchetto del solaio, resistenze al fuoco certificate a partire da Rei 30 fino ad arrivare a Rei 360, in base alle necessità.

Isolamento acustico

In ambito di isolamento acustico (cioè limitazione dell’energia sonora trasmessa attraverso un elemento divisorio) e correzione acustica di locali (cioè il controllo dei tempi di riverberazione interni di un determinato ambiente che determinano la coda di un segnale sonoro e quindi quello che conosciamo come effetto eco), il sistema dei controsoffitti aderenti o sospesi, è senza dubbio alcuno la soluzione maggiormente diffusa.

Per incrementare l’isolamento acustico di un solaio divisorio tra distinte proprietà abitative, innanzitutto dovremmo conoscere la tipologia di rumore sulla quale dobbiamo intervenire in considerazione del fatto che i rumori sono sempre percepibili tramite in nostro apparato uditivo (quindi potremmo definire la nostra percezione aerea, cioè tramite le variazione di pressione che l’aria subisce a seguito di un qualunque segnale sonoro), ma hanno origini differenti.

Dividiamo e definiamo quindi i rumori come aerei, quando vengono generati nell’aria e veicolati al nostro orecchio dall’aria stessa (come la voce e la musica) e come rumori di percussione o calpestio quando l’origine è riferita alla vibrazione di un elemento strutturale (come il camminare di un vicino, lo spostamento di sedie o mobilio o, ancora, la caduta accidentale di oggetti).

Determinata quindi la tipologia di fastidio, sarà necessario fare alcune valutazioni sui possibili interventi, partendo dal presupposto che per quanto riguarda i rumori di tipo aereo l’intervento di controsoffitto avrà un beneficio molto elevato (si arriva anche a incrementi di isolamento che possono superare i 10-12 dB), mentre per quanto riguarda i rumori di calpestio provenienti dalla vibrazione di una struttura edilizia, il beneficio portato dal controsoffitto sarà di entità certamente inferiore e dipenderà fortemente da una ulteriore serie di valutazioni delle condizioni al contorno del solaio oltre che dalla tipologia costruttiva del solaio stesso.

Le regole che governano tali variabili sono fondamentalmente riassunte di seguito:

• Minore sarà l’isolamento dai rumori aerei del solaio prima dell’intervento, maggiore sarà l’efficacia del controsoffitto.

• Per solai di tipo massiccio (tra cui annoveriamo i solai in latero-cemento, quelli in getto di calcestruzzo e quelli prefabbricati a lastre), l’isolamento dai rumori di calpestio ottenibile con il controsoffitto è nell’ordine di 4-8 dB, più vicino all’estremo inferiore nei casi in cui le pareti su cui poggia il solaio sono molto leggere e quindi esposte a forti trasmissioni laterali (che chiaramente non possono essere intercettate a meno di edificare anche dellecontropareti), più tendente al limite superiore nei casi in cui le pareti siano molto massicce e riescano di conseguenza a limitare, disperdendo una parte maggiore di energia, le trasmissioni laterali.

• Per solai in legno tradizionali, l’isolamento dai rumori di calpestio ottenibile con il controsoffitto è superiore al precedente caso e può arrivare ad incrementi di isolamento nell’ordine di 9-10 dB indipendentemente dalle condizioni al contorno. In casistiche come quelle sopra accennate è necessario affidarsi a un consulente esperto, che a seguito di un’attenta analisi preliminare sia in grado di valutare come procedere, in considerazione di tutte le condizioni imposte dalla situazione e in riferimento a eventuali limiti di legge da ottemperare.

Un segmento di mercato dove trovano spesso applicazione queste tipologie d’intervento è rappresentato dalle così dette attività rumorose, come bar, ristoranti e panifici, sovente poste in contesti adiacenti ad unità abitative e molto spesso responsabili di problematiche di disturbo verso i piani soprastanti.

controsoffitto

Correzione e/o controllo dei tempi di riverberazione interni

Il controsoffitto, oltre a essere sfruttato con successo per la limitazione della propagazione dell’energia sonora, è impiegato largamente anche per interventi di correzione e/o controllo dei tempi di riverberazione interni di un determinato ambiente. Il tempo di riverberazione, indicato con il simbolo T60, è definito come l’intervallo, misurato in secondi, necessario affinché un segnale sonoro di tipo impulsivo perda 60 dB della sua energia sonora. Tale valore determina la condizione e la qualità acustica di un ambiente secondo la destinazione d’uso dell’ambiente stesso con un andamento piuttosto immediato da comprendere. A tempi di riverberazione elevati corrisponderanno code sonore molto lunghe e, quindi, fenomeni accentuati di eco (come nelle chiese).

Al contrario, a tempi di riverberazione più contenuti, tipici di locali più «asciutti» corrisponderanno code sonore quasi annullate, come nelle sale di registrazione, nei cinema o, comunque, contenute per evitare problemi di intelligibilità del parlato, come accade nelle aule scolastiche e nelle sale conferenze. In materia di intelligibilità del parlato e qualità acustica dei locali, all’interno del decreto 11 ottobre 2017 che ha introdotto i Criteri ambientali minimi (Cam, attualmente cogenti solo per quanto riguarda l’edilizia pubblica) è possibile prendere visione che al paragrafo 2.3.5.6. viene indicato di analizzare e valutare due parametri, il tempo di riverberazione e l’indice Sti (Speech Trasmission Index).

Mentre il T60 è indicativo della qualità acustica di un locale e può essere modificato in base alle necessità operando un’oculata modellazione e scelta delle soluzioni disponibili, lo Sti prende in considerazione la chiarezza del segnale oggetto della destinazione d’uso del locale, fornendo un indice numerico descrittivo di come verrà recepito tale segnale sonoro. Se consideriamo, per esempio, una sala conferenze e determiniamo un valore dello Sti in una posizione al fondo della sala pari a 0,6, significherà che l’ascoltatore seduto in quella posizione sarà in grado di capire il 60% di quello che verrà detto, non per sua scarsa capacità intellettuale ma solo per difficoltà annesse alla qualità acustica dei locali (ma questo non ditelo ai vostri figli).

Le soluzioni per il controllo del T60 e dello Sti, sono molteplici e spesso sfruttano la superficie del soffitto come luogo d’intervento grazie alla bassissima necessità di manutenzione e al fatto di essere protetti da potenziali contatti accidentali o urti. Vanno dai classici controsoffitti sospesi, finiti con pannelli forati in gesso rivestito o fibrosi, passando dai rivestimenti aderenti o pendenti per terminare con baffles e altri sistemi su misura di grande resa estetica, come lampadari o elementi d’arredo delle forme, colorazioni e finiture delle più disparate.

Oltre alle valutazioni tecniche sulla quantità di superficie su cui intervenire (tecnicamente definita area di assorbimento equivalente) per determinare il valore del tempo di riverberazione considerato ottimo per la destinazione d’uso dell’ambiente oggetto di studio, prima di procedere alla scelta del tipo di intervento e dei materiali necessari, in certi ambienti come piscine e palestre, risulta importante effettuare anche valutazioni riguardanti la resistenza all’umidità e la resistenza agli urti e determinare il sistema più adeguato.

Riscaldamento a soffitto

Sempre in tema di comfort, ma con una declinazione legata alla qualità dell’aria e del benessere termoigrometrico, si ritiene opportuno menzionare anche una serie di nuove interessanti soluzioni, che potremmo così definire multifunzionali. Una proposta tecnica conosciuta da anni che non ha avuto il ritorno desiderato dai produttori, ma che oggi sta vivendo un nuovo interesse del mercato, è quella del soffitto radiante costituito da lastre di gesso rivestito al cui interno è annegata una serpentina di tubazioni isolate, dove scorre l’acqua alla temperatura desiderata.
Tali lastre, usualmente disponibili in formato 600 x 2400 centimetri o 1200 x 2400 centimetri, sono inoltre accoppiate a pannelli adibiti a isolamento termico (polistirene espanso o estruso, fibre minerali aventi spessori di qualche centimetro, solitamente quattro), che eviteranno la dispersione del flusso termico verso il solaio soprastante.

L’impianto radiante a soffitto in grado di riscaldare e raffrescare, costituisce una valida alternativa al tradizionale sistema a radiatori in quanto garantisce una distribuzione più uniforme del flusso termico e al sistema radiante a pavimento, in particolar modo quando non si può intervenire sulle pavimentazioni delle abitazioni. Per tale ragione è sempre più richiesto nelle ristrutturazioni, in quanto consente di evitare di intervenire sul pavimento esistente e dover inoltre mettere mano agli infissi quali porte e finestre.

Altri vantaggi del sistema radiante a soffitto sono riferiti al minor impatto economico rispetto alle altre tipologie di sistemi di radianti, come quelli a pavimento, è capace di fornire rendimenti maggiori, può essere installato in tutti gli ambienti e in qualsiasi tipologia di edificio (non è necessario realizzare delle opere murarie o demolizioni per realizzare il sistema idraulico di tubazioni o installare i moduli).

Di contro, il sistema radiante può incontrare problemi con ambienti dotati di soffitti troppo alti o troppo bassi, che rendono questo tipo di riscaldamento impraticabile. Anche in ambienti storici e antichi la presenza di soffitti con volte o affreschi rende questa soluzione inadatta. In questi casi l’analisi di fattibilità da parte di un professionista esperto potrà aiutare a valutare la soluzione più adatta alle esigenze dell’abitazione.

 

Un sistema radiante può incontrare problemi con ambienti dotati di soffitti troppo alti o troppo bassi, che rendono questo tipo di riscaldamento impraticabili

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione è quello del comfort percepito. Generalmente la temperatura di una persona dovrebbe essere superiore nella parte bassa del corpo e leggermente inferiore nella parte alta. Un sistema di riscaldamento a soffitto, invece, non garantisce tale equilibrio termico, ma a volte si verifica persino una situazione contraria. In tal caso risulta utile realizzare un opportuno bilanciamento dell’impianto, in modo da mantenere un corretto gradiente termico degli ambienti e garantire una situazione ottimale di benessere alle persone che vivono nell’abitazione.

Se si paragona il funzionamento di questo impianto con altri sistemi di riscaldamento ci si rende conto di un ulteriore elemento di svantaggio. In questo sistema la diffusione del calore avviene dall’alto e per irraggiamento ed è per questo molto più lenta rispetto a un sistema di riscaldamento che distribuisce il calore dalle pareti (radiatori) o dal basso (riscaldamento a pavimento).

Se si vuole riscaldare gli ambienti in modo veloce, per esempio nel contesto di una seconda casa, il riscaldamento a soffitto non sembra rappresentare la soluzione migliore. Si consiglia comunque nella fase progettuale di scelta del riscaldamento più adatto per un intervento di ristrutturazione di rivolgersi sempre ad un esperto del settore. Restando sul tema dei soffitti radianti, si ritiene opportuno menzionare un paio di soluzioni che oltre alla funzione di riscaldamento e/o raffrescamento, svolgono un ruolo attivo per la salubrità dell’aria indoor e il contenimento delle riflessioni sonore.

Qualità dell’aria indoor

Alcuni studi dimostrano che l’inquinamento interno può essere, in determinate condizioni, fino a dieci volte maggiore di quello esterno. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato ripetutamente i pericoli dell’inquinamento indoor, biologico, elettromagnetico e chimico. Rientrano in quest’ultimo gruppo i Composti organici volatili (Voc), causa di patologie croniche come allergie, dermatiti o emicranie. Tra i Voc più pericolosi c’è certamente la formaldeide, elemento volatile tossico e cancerogeno, che viene rilasciato da una vasta gamma di arredi come mobili, tappeti e tessili, fino ai disinfettanti e prodotti per la pulizia della casa.

Molte case produttrici si sono quindi mosse per fornire una soluzione al problema e oggi sono disponibili sul mercato lastre di gesso rivestito corredate da specifiche pitture, in grado di catturare e neutralizzare le sostanze inquinanti dell’aria, in particolar modo la formaldeide, trasformando appunto la formaldeide presente nell’aria allo stato gassoso in composti stabili e innocui, riducendo fino a punte dell’82% la molecola cancerogena. Se poi queste lastre mangia inquinanti sono forate con spazi a diametro variabile, si ottengono sistemi a tripla funzione, capaci anche di fungere da limitatori delle riflessioni sonore interne e conferire una migliore qualità acustica degli ambienti.

Che sia quindi una necessità di celare delle tubazioni impiantistiche o di incrementare l’isolamento termico di una struttura, che ci sia necessità di protezione all’incendio o limitazione di rumori o riverbero o ancora per migliorare il comfort dell’aria interna agli ambienti, esiste una soluzione veloce, leggera, flessibile e affidabile: c’è un controsoffitto per tutte le necessità e per tutte le stagioni, un vero e proprio paladino del comfort.

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