Seconda edizione del volume Il Bim per la pubblica amministrazione

Il futuro dell’architettura e delle costruzioni è digitale, il Bim sta portando il futuro, sia nella progettazione, sia nel facility management, con modalità e tempi ancora da definire. Il processo, trainato dalla tecnologia e guidato dalle politiche governative sta introducendo grandi cambiamenti in tutti i settori: progettazione, costruzione e manutenzione.

Possiamo dire di essere solo all’inizio, mancano completamente gli standard, ma anche consuetudini. Su cosa fare e come farlo c’è ancora molta confusione. Il privato, sotto la spinta dei grandi investitori e general contractor è già in corsa, ma il pubblico, per tanti motivi lento ad operare cambiamenti non ha ancora affrontato l’argomento.

Abbiamo assistito negli ultimi anni, grazie alla spinta dell’Europa, a un’importante fase di digitalizzazione della pubblica amministrazione. In molti settori si è passati dalla carta al digitale, dall’ufficio locale al portale web. La Pec, con ancora alcune eccezioni ha mandato in pensione raccomandate e fax.

Negli uffici tecnici i portatili hanno sostituito i lap top, i telefoni cellulari garantiscono la connessione anche sul cantiere. La documentazione relativa all’appalto è online, sempre disponibile e sempre aggiornata. Da non molto si possono redigere e firmare in digitale i verbali, che trasmessi tramite Pec diventano consultabili da terze parti in tempo reale.

Dallo smartphone si può stampare utilizzando la stampante o plotter dell’ufficio. Dove i budget limitati non consentono di disporre delle apparecchiature si può far ricorso ai service esterni a cui commissionare scansioni laser, rilievi con droni o stampa in 3D.

Dove siamo ancora molto carenti è nella progettazione, programmazione, computazione e costruzione di opere pubbliche in digitale, modalità che porterebbe a un risparmio stimato per la collettività fino al 20%. L’adozione della Metodologia Bim porterebbe a tutto questo.

Il commento di Edoardo Accettulli

Dal 2020 quando abbiamo scritto il libro, molto è cambiato relativamente alla metodologia Bim. Con la pubblicazione del dm 312/21 che rivedeva importi e scadenze nell’adozione del Bim da parte della pubblica amministrazione, si sarebbe già dovuta preparare una versione aggiornata, ma quando la scorsa estate è stato pubblicato il dlgs 36/23, l’editore ci contattò per sollecitare una nuova edizione. Spaventati dall’impegno che aveva richiesto preparare la prima edizione del manuale Pietro e io abbiamo inizialmente cercato di prendere tempo. Preso coraggio abbiamo preparato i nuovi capitoli del manuale, ma abbiamo dovuto riprendere quasi tutto il volume, in quanto molte parti, in quattro anni, erano diventate obsolete. La seconda edizione contiene inoltre un secondo caso studio, la preparazione del sistema informativo patrimoniale studiato e avviato da Anafyo per e con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Si analizzano le fasi che hanno portato a definire uno standard e digitalizzare il processo relativamente alle fasi di gestione e la manutenzione delle infrastrutture portuali.

Questa seconda edizione del manuale pensato per il tecnico della pubblica amministrazione è integrata e aggiornata al nuovo Codice degli Appalti (dlgs. 36/2023), con casi studio per la gestione immobiliare e per la realizzazione di opere pubbliche.

Il volume raccoglie e commenta le norme che la pubblica amministrazione deve conoscere per poter gestire i bandi Bim (Building Information Modeling), tra cui la Norma Uni 11337, il dm 560/2017 e il dm 312/2021; puntualizza le funzioni del Responsabile di progetto – Rup; gli attestati di certificazione.

Enunciando i vantaggi offerti con l’utilizzo del Bim, presenta gli strumenti operativi per la digitalizzazione, le soluzioni software dedicate, ma anche gli standard e i formati proprietari e liberi per il controllo dei documenti di testo, degli archivi, dei files per la gestione delle immagini raster, per la gestione dei modelli vettoriali, per la simulazione e programmazione del cantiere.

Illustra un metodo operativo, motivandone le scelte ed offrendo al lettore una serie di suggerimenti e template, già collaudati, pronti per l’uso, indicazioni per la preparazione di un capitolato informativo.

Il volume si conclude con l’analisi di due casi esemplari di gestione di progetti Bim in capo alla pubblica amministrazione, uno per l’Università della Basilicata, l’altro per l’Autorità di Sistema Portuale Mare Adriatico Meridionale.

Dei due autori, architetti, Edoardo Accettulli è direttore di Anafyo, azienda che sviluppa, gestisce e coordina processi Bim; Pietro Farinati è delegato iBimi, ente di formazione e certificazione dei servizi Bim.

Due casi studio

Università degli studi della Basilicata – UniBas. Dal 2009 le amministrazioni pubbliche hanno l’obbligo di trasmettere al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’elenco identificativo dei propri beni immobiliari e mobiliari, ai fini della redazione del rendiconto patrimoniale delle amministrazioni pubbliche a valori di mercato, quindi di una corretta gestione e alienazione di tale patrimonio.

L’obbligo è stato introdotto dall’art. 2 comma 222 della Legge 191/2009 e normato dall’art. 2 del Dlgs 118/2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni e degli enti locali e dei loro organismi”.

In quest’ottica l’Università della Basilicata, che negli anni passati ha consolidato delle procedure di gestione estranee al BIM, ha voluto adottare questa metodologia per gestire il patrimonio immobiliare per le proprie sedi di Potenza e Matera.

Nel 2016 conseguentemente all’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti UniBas pubblica il bando di gara per “l’affidamento della fornitura dei servizi di aggiornamento dell’inventario relativo al patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Ateneo e di un sistema informativo di supporto alle operazioni di gestione del patrimonio integrato da tecnologia Bim”.

Adsp Mam. Il progetto pilota che Adsp Mam ha voluto affrontare ha riguardato la digitalizzazione dei processi gestionali e la realizzazione del gemello digitale del Porto Commerciale di Manfredonia (Fg). Quale fase di studio, sperimentazione e preparazione, in ambiente ristretto, di un progetto più ampio dell’Autorità: la digitalizzazione di tutti i processi gestionali e manutentivi del patrimonio, il controllo delle attività di Fornitori (Imprese e Progettisti), la normalizzazione della gestione dell’intero patrimonio, il consolidamento dei dati provenienti da ciascuna sede controllata.

L’attività svolta, partita con un’analisi iniziale, ha riguardato la ricerca e la schematizzazione dei flussi operativi adottati, una loro analisi critica ed eventuale revisione ai fini della successiva digitalizzazione su Sistema Informativo Patrimoniale, la loro implementazione sul caso d’uso specifico, la successiva fase di test operativi.

In particolare, si sono affrontati i seguenti temi: Analisi del patrimonio gestito, Tipologia di progetti e gestione Fornitori, Regole di nomenclatura documentale, Sistema di archiviazione documentale, Sistemi di classificazione patrimoniale, Modellazione Bim, Flussi approvativi e Protocolli di comunicazione, Procedure di manutenzione, Analisi del patrimonio gestito.

L’Autorità gestisce tutto il patrimonio, civile ed infrastrutturale, rientrante in area demaniale marittima di propria competenza. I beni possono essere dati in concessione, a titolo oneroso o gratuito, secondo le modalità previste dal Codice della Navigazione e dal relativo Regolamento di Esecuzione a conduttori terzi.

I Concessionari sono tenuti ad attivare servizi di fornitura indipendenti. Ne deriva che gli impianti (e di conseguenza i relativi futuri modelli Bim) possano subire variazioni significative nelle logiche di strutturazione e gestione.

Esistono, inoltre, casi in cui ci possano essere più Concessionari in un unico bene. In questo caso potrebbe configurarsi la necessità di coinvolgere sia l’Autorità portuale sia i singoli Concessionari nelle operazioni di conduzione dello stesso.

Per questo motivo, al fine di garantire la gestione secondo gli standard che saranno definiti dall’Autorità e verificare l’effettivo rispetto degli stessi, è ipotizzabile imporre contrattualmente al Concessionario l’utilizzo del Sistema Informativo Patrimoniale in corso di adozione.

Il patrimonio è stato logicamente diviso in Infrastrutture e Edifici per ciascuna sede territoriale. Questa scomposizione logica nasce dalla necessità di organizzazione della documentazione e organizzazione di diverse tipologie di manutenzione. Il patrimonio gestito è prevalentemente di tipo infrastrutturale in quanto molti degli edifici sono ceduti, interi o frazionati, a uno o più conduttori.

  • Editore |  Maggioli
  • Anno |  2024
  • Autori | Eoardo Accettulli, Pietro Farinati
  • Pagine | 200
  • Isbn |  8891668653
  • Prezzo di copertina | 42 euro

 

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