Politecnico di Milano, la riqualificazione di Renzo Piano pronta a fine 2019

Dovrebbe essere terminato per dicembre 2019 il nuovo Campus di Architettura del Politecnico di Milano, i cui lavori sono iniziati ad agosto 2018 con la prima fase di demolizione. Il planning è stato donato al PoliMi da Renzo Piano e ora vede l’affiancamento dell’architetto Ottavio di Blasi nello sviluppo del progetto preliminare e nella fase esecutiva. Il risultato sarà un polo universitario aperto alla città, studiato per interagire con ogni tipo di fruitore, che aggiunge oltre 800 posti studio a quelli esistenti.

 

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Vista del campus con il nuovo laboratorio modelli davanti al Trifoglio di Gio Ponti che connette il livello dell’invaso a quello della strada

 

Riqualificazione tra salvaguardia e rinnovo

Sull’onda della trasformazione urbana che sta riconfigurando la fisionomia del capoluogo lombardo, anche il prestigioso ateneo milanese punta sulla riqualificazione architettonica per potenziare un’offerta didattica sempre più internazionale e in crescita: l’area interessata, in Città Studi, è quella degli spazi di via Bonardi, che verranno radicalmente riorganizzati nella forma e nella funzione. In un contesto di edifici da salvaguardare e altri da rinnovare interamente, l’operazione consiste in un mix di nuove realizzazioni e recupero della memoria storica: da una parte si prevede la demolizione di alcuni volumi secondari, a favore di costruzioni altamente performanti, e dall’altra si programma la ristrutturazione di elementi storici esistenti, tra cui quelli disegnati da Gio Ponti e Vittoriano Viganò, anche attraverso l’ammodernamento e l’implementazione impiantistica.

 

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Vista a volo d’uccello
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L’invaso del campus caratterizzato da un unico grande parterre

 

«Si tratta di un’architettura che non intende competere con il passato», sottolinea Di Blasi. «Anzi, vuole essere rispettosa il più possibile di un patrimonio prezioso. Gio Ponti amava le ceramiche, che noi affianchiamo a materiali contemporanei». Preservare la memoria è una condizione necessaria, soprattutto alla luce della scoperta, in fase di preparazione lavori, di alcune parti fin’ora non visibili nell’edificio Trifoglio, in particolare un grande soffitto cassettonato in cemento gettato con cassero a perdere, che sarà restaurato. Orgoglio della comunità politecnica, lo storico Trifoglio di Gio Ponti sarà interamente riqualificato in ogni sua parte, attraverso il rifacimento della scala e di tutte le aule con arredo cablato per complessivi 2000 posti, ad eccezione di una di cui sarà preservata la testimonianza storica.

 

Nuove realizzazioni

Il nuovo è costituito da tre realizzazioni, per un totale di 4200 mq e uno spazio esterno di 8950 mq costruiti con tecniche d’avanguardia e a alta efficienza energetica. L’edificio più emblematico è quello che ospiterà il laboratorio di modellistica architettonica, che da solo occupa una superficie di 1600 mq su due livelli e si candida ad essere esempio d’eccellenza nelle attività fisiche e digitali per l’architettura. Luogo di lavoro e formazione assistita per studenti e dottorandi, è composto da spazi riservati alle attività di modellazione, locali per macchine da modellismo, falegnameria, plotter da taglio, stampa 3D, officina metalli, set fotografico, locale verniciatura, teatro virtuale, zone espositive per modelli in scala 1:1.

 

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Il nuovo laboratorio di modellistica architettonica della Scuola di Architettura
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Nuovo edificio di quattro piani dedicato ad aule da disegno/laboratorio che occuperanno una superficie di 2700 mq

 

Un secondo edificio sarà dedicato ad aule da disegno/laboratorio che occuperanno una superficie di 2700 mq, per un totale di quattro aule da 130 posti, e si svilupperà su quattro livelli, oltre a un livello interrato impiantistico e di servizio, mentre un terzo edificio verrà dedicato interamente alla didattica con tre aule per 288 posti complessivi su 800 mq. Ma il cuore del progetto è costituito dal parterre: un lastricato urbano permeabile, costellato da oasi verdi dove trovano dimora più di 130 alberi.

Un unico materiale rivestirà la pavimentazione dell’invaso del campus fino al marciapiede di via Bonardi, previsto parzialmente pedonale, in modo da connettere gli ambienti a cielo aperto alla città. A questo si aggiungono altri spazi verdi come due terrazze allestite a piazze urbane, coperture praticabili per manifestazioni ed eventi internazionali, fruibili anche dai non addetti ai lavori. Rispetto ai campus universitari americani, la progettazione dello spazio viene concepita per diventare un vero e proprio dispositivo urbano.

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