Riqualificazione energetica profonda di Ca’ Granda, best practice italiana

Sono sei le case history europee di riqualificazione energetica selezionate dal Bpie. Una è italiana: il complesso condominiale milanese di sei torri Ca’ Granda, i cui lavori sono ancora in corso.

Si tratta di un intervento di riqualificazione energetica del costruito che riguarda un complesso di sei torri residenziali degli anni ‘70 in via Cà Granda, a Milano. Complessivamente, le sei torri hanno una superficie abitabile di circa 30.000 mq (ogni torre si sviluppa su 15 piani per un’altezza vicina ai 50 m).

I lavori di riqualificazione, avviati per le prime torri a novembre 2021, per una durata pari a 25 mesi, coinvolgono più di 150 addetti per un investimento totale di 35 milioni di euro. Le torri sono tra loro identiche e disposte con una rotazione di 90°; il progetto di intervento riguarda sia l’adeguamento sismico sia l’installazione di 4.200 mq di facciate ventilate con l’obiettivo di un salto di 3 classi, dalla F alla C, per ogni torre. Per le coperture sono invece previsti giardini pensili e impianti fotovoltaici.

L’intervento ha usufruito di una cosiddetta “finestra di opportunità”: l’originaria volontà dei proprietari era di risolvere solo un problema di impermeabilizzazione, ma l’utilizzo della metodologia CoREn, cioè l’attività di co-progettazione dell’intervento ideata dall’impresa edile Teicos Ue e realizzata dai tecnici con i condomini, ha consentito di attuare la riqualificazione energetica profonda.

L’intervento è stato affrontato in due fasi: la prima, che coinvolge una torre residenziale alla volta, è pensata per il consolidamento sismico e la riqualificazione energetica dell’involucro edilizio, con l’obiettivo di ridurre i fabbisogni energetici dell’intero complesso. La seconda, pianificata per il 2025, interessa il supercondominio, cioè l’intero complesso delle sei torri, e prevede il rifacimento dell’impianto termico.

Con gli interventi attualmente realizzati nella prima fase su quattro delle sei torri (tetto verde in copertura, facciata ventilata su isolamento termico e rinforzi in fibra di carbonio) sono già stati ottenuti importanti risultati: il 62% di risparmio energetico (passando dalla classe energetica F alla C), un incremento della resistenza sismica, un miglioramento dell’estetica delle torri e del comfort interno sia in inverno che in estate. Alla conclusione completa dell’intervento a fine 2025, la centrale termica sarà aggiornata grazie all’installazione di pompe di calore e le torri diventeranno “edifici ad energia quasi zero” (NZEB).

Cecilia Hugony | Amministratore delegato Teicos Ue e portavoce di Renovate ItalyCecilia Hugony | Amministratore delegato Teicos Ue e portavoce di Renovate Italy

La riqualificazione delle torri di via Cà Granda, al pari di quelli descritti negli altri video realizzati dal BPIE, mostra come gli standard minimi di efficienza energetica, richiesti dalla bozza della Direttiva Case Green, non siano affatto eccessivi. La loro estensione su vasta scala consentirà di cogliere appieno i benefici, tipici delle riqualificazioni edilizie; non solo quelli, già ricordati nei video, a vantaggio dei cittadini, ma anche quelli a vantaggio per il sistema Paese. Tra questi, un aumento della sicurezza energetica (grazie al minor consumo di energia importata dall’estero), del PIL (l’Italia è all’avanguardia nelle tecnologie per l’efficienza energetica in edilizia) e dell’occupazione (grazie alla creazione di posti di lavoro locali, qualificati e non).

Renovate Italy

È la rappresentanza italiana di The Renovate Europe Campaign (Rec); una campagna di informazione politica orientata a promuovere la riqualificazione energetica profonda del patrimonio edilizio esistente (Deep Renovation – Dr). La campagna riunisce le associazioni legate all’energetica (dall’industria all’ambientalismo) attorno all’idea che per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico definiti dall’Ue occorre sia aumentare il tasso di rinnovamento del patrimonio edilizio europeo, sia migliorare l’esistente intervenendo in modo integrato sulla generazione e distribuzione di energia (impianti) e sulla riduzione delle dispersioni (involucro edilizio) al fine di ottenere un miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio di almeno il 50%.

Direttiva Case Green

La direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (anche denominata Epbd o “direttiva Case Green”) si avvia ad essere revisionata ed aggiornata. Non è la prima volta che ciò accade ma questa modifica si preannuncia differente dalle precedenti. Infatti, anche a causa dell’impellenza di contrastare i cambiamenti climatici, è necessario disporre di uno strumento capace di conseguire importanti risultati in termini di riduzione di emissioni climalteranti. L’applicazione delle precedenti versioni della Direttiva non ha infatti conseguito significativi risultati, come mostrano gli annuali rapporti sulla classificazione energetica degli edifici (qui disponibile quello relativo al 2022).

Gli attuali trend di riqualificazione energetica degli edifici sono infatti troppo lenti per conseguire la de-carbonizzazione del parco edilizio entro il 2050. I legislatori dei diversi Paesi non hanno saputo applicare norme sufficientemente complete per avviare il cambiamento nel settore della riqualificazione. Rispetto alle versioni precedenti, la novità più importante della presente revisione della direttiva Case Green è la presenza dei Meps (Minimum Energy Performance Standards), ovvero requisiti minimi di efficienza energetica. Si tratta di livelli di prestazione energetica che determinati edifici devono possedere entro una tal data o in occasione di determinati eventi (ad esempio, la vendita). In questo modo, si otterrebbe un deciso aumento del ritmo di riqualificazione degli edifici, e l’economia Ue beneficerebbe dei relativi benefici.

Gli italiani e i cambiamenti climatici

Gli italiani sono i cittadini europei più preoccupati per gli effetti dei cambiamenti climatici, in particolare per le ondate di calore. È quanto emerge dallo studio economico realizzato dall’agenzia di comunicazione 89up, in occasione dei triloghi tra istituzioni europee attualmente in corso a Bruxelles e relativi alle modifiche alla direttiva case green. L’indagine mostra i vantaggi economici per l’Europa a fronte della riqualificazione energetica degli edifici e la sensibilità dei cittadini dei principali Paesi a riguardo.

Il sondaggio, realizzato su un campione rappresentativo di più di 1.000 persone, ha rilevato che il 67% degli Italiani teme che le future ondate di calore ridurranno l’aspettativa di vita dei propri cari, mentre il 76% dei genitori di bambini fino a 6 anni di età è preoccupato dell’impatto che le temperature estreme avranno sulla vita dei propri figli. Più di un quarto degli italiani non è in grado di mantenere la propria abitazione a una temperatura confortevole durante i periodi di temperature estreme: il 30% non riesce durante l’estate, il 26% in inverno.

Gli Italiani sono particolarmente preoccupati anche per le bollette energetiche: il 71% teme il loro peso economico nei prossimi cinque anni. Due terzi (63%) sono invece favorevoli all’introduzione di requisiti minimi di efficienza energetica per gli edifici più energivori (Meps) poiché ciò porterà vantaggi finanziari e permetterà di contrastare le ondate di calore. Solo il 20% è contrario all’introduzione di questi requisiti. Infine, dal proprio governo, gli Italiani preferirebbero un supporto a lungo termine per le riqualificazioni energetiche (51%) anziché un contributo a breve termine per pagare le bollette energetiche (37%).

Case history Bpie e Renovate Europe

Dai dati raccolti emerge inoltre che, per riqualificare entro il 2033 gli edifici più energivori in Italia, servirebbe l’ingente cifra di 56 miliardi di euro, ma che dopo 20 anni dagli interventi si otterrebbe un risparmio energetico pari a 94 miliardi (ovvero, il 68% in più dei costi sostenuti). Un risparmio che potrebbe essere anche superato ponendo obiettivi più ambiziosi. Gli Italiani, secondo quanto evidenzia la ricerca, hanno compreso i benefici derivanti dall’opportunità di riqualificare il parco edilizio nazionale, sia in termini economici sia di comfort e salute.

Le conclusioni di cui sopra sono supportate anche dai risultati di sei interventi di riqualificazione energetica profonda – così definita dall’Ue perché capace di ridurre i consumi di energia di almeno il 60% – che recentemente sono stati effettuati in diversi Paesi europei, tra cui il caso studio di Ca’ Granda in Italia.

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