Riqualificazione con salto di cinque classi con il cappotto in lana di roccia Rockwool

Edificio ultimato

Quanto conta un corretto isolamento nella riqualificazione di un edificio che ambisce al superbonus? La legge richiede un salto di almeno due classi energetiche. Ma si può fare molto di più: si può arrivare a migliorare facilmente di cinque classi, come testimonia il caso di un’abitazione monofamiliare degli anni Settanta nel comune di Storo, in Trentino, passata da classe D ad A3. L’edificio è stato oggetto di un intervento di riqualificazione energetica: la trasformazione architettonica ha avuto accesso al super sconto fiscale, grazie all’intervento sull’isolamento e sulla parte impiantistica. E all’opportunità di utilizzare materiali di qualità, valorizzando l’immobile senza dover affrontare costi aggiuntivi.

La struttura è una costruzione tipica degli anni Settanta, su due piani con un sottotetto non abitabile e un’autorimessa. Le murature esterne sono in mattone forato di spessore 35 centimetri, con solai da 30 centimetri e una copertura in legno non isolata. La non adeguata coibentazione, in un comune situato a una certa altitudine, comportava notevoli dispersioni termiche con consumi, e conseguenti spese di riscaldamento, particolarmente elevate, nonostante fossero già stati effettuati in passato alcuni interventi sui serramenti e sugli impianti, con l’installazione di una caldaia a condensazione, di una stufa a pellet, di un sistema di ventilazione meccanica controllata con recupero di calore e di alcuni pannelli solari termici. Eppure l’edificio aveva una classe energetica D.

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L’edificio prima dell’intervento

 

Il progetto di riqualificazione ha previsto quindi l’applicazione di un sistema a cappotto in lana di roccia sulle pareti esterne verticali, la coibentazione dell’ultimo solaio e l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo.

Come primo passo per una riqualificazione efficace, stato sicuramente importante adeguare l’isolamento dell’involucro. In questo modo si sono ridotte le dispersioni di calore, massimizzando di conseguenza l’efficienza dell’impianto di riscaldamento e il comfort abitativo. Un cappotto termico applicato a regola d’arte rappresenta, infatti, un punto di riferimento certo, nei progetti di riqualificazione energetica, e offre garanzie di risparmio e sostenibilità per decenni. Gli incentivi fiscali in questo caso sono stati sicuramente una leva motivazionale molto forte, in quanto hanno consentito alla famiglia di scegliere materiali di qualità, senza dover affrontare costi aggiuntivi. Utilizzando le soluzioni in lana di roccia Rockwool, infatti, la casa risulta valorizzata perché beneficia di una serie di vantaggi, a breve e lungo termine.

Il sistema a cappotto Rockwool RedArt per l’isolamento delle facciate consente di abbattere i consumi energetici per il riscaldamento, con risparmi spesso superiori anche al 50% e migliora sensibilmente il comfort dell’abitazione, in termini di miglior coibentazione termica e acustica, nonché di protezione dall’umidità  e dal fuoco (Euroclasse A1) e di durabilità. Una soluzione che converte l’investimento sull’immobile in una valorizzazione e, allo stesso tempo, un contributo concreto alla tutela dell’ambiente. La soluzione di Rockwool, infatti, risponde ai Criteri ambientali minimi che servono a valutare la sostenibilità di un prodotto durante l’intero ciclo di vita.

 

In particolare, all’interno del sistema di isolamento termico a cappotto, qui è stato utilizzato il pannello rigido non rivestito a doppia densità  Frontrock Max Plus, specificamente studiato per la coibentazione di edifici ad alta efficienza energetica, con un valore di conducibilità termica λD=0,035 W/(mK). Sulla copertura è stato poi installato un impianto fotovoltaico da 6.16 kWp, abbinato ad una batteria da 12.8 kWh di capacità  di accumulo.

 

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Il sistema RedArt offre inoltre versatilità estetica, dal momento che consente di scegliere tra 240 diverse finiture. In questo caso è stata scelta una finitura che gioca con un’alternanza di colori chiari beige e nocciola.

A completamento dell’intervento, è stata effettuata la coibentazione con lana di roccia anche dell’ultimo solaio. La dispersione del calore attraverso il tetto di un edificio, infatti, rappresenta una parte significativa delle perdite per trasmissione attraverso l’involucro edilizio: l’isolamento della copertura assume quindi un ruolo fondamentale sia dal punto di vista del risparmio energetico che del miglioramento del comfort abitativo estivo e invernale.

Da un confronto tra i dati del mese di dicembre 2021 (post-intervento) e quelli di dicembre 2020 (pre-intervento) risulta un risparmio di oltre il 65%, in termini sia economici che di energia primaria utilizzata per il riscaldamento. «È importante sottolineare che il sistema fotovoltaico non è al momento attivo e i risultati sono esclusivamente imputabili all’installazione del sistema a cappotto», spiega l’ingegnere Enzo Cattarina, progettista dell’intervento.

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