Ri-abitare un edificio storico tra conservazione e contemporaneità

Vista dal cortile del palazzo di via porta pertusi

Nel centro storico di Pavia, a pochi passi dal Duomo e in prossimità del Ponte Vecchio, in Via Porta Pertusi al civico XX, è collocata la Casa del Popolo ex Camera del Lavoro, nata da un progetto del 1912, di gusto neoclassico, con caratteristiche tipiche dei palazzi medievali d’epoca rivisitate in chiave moderna novecentesca. L’immobile, costituito da quattro piani fuori terra, di cui il piano primo è stato, inizialmente, destinato a Camera del Lavoro, ospita oggi 33 unità ad uso prevalentemente residenziale.

Vista dal cortile del palazzo di via Porta Pertusi

L’esigenza del progetto

La necessità della committenza era quella di acquistare un alloggio al secondo piano, caratterizzato da altezze importanti (circa 4,6 metri da piano pavimento finito a intradosso solaio), in modo da poterlo ristrutturare completamente per realizzare un appartamento destinato all’utilizzo di una coppia di giovani professionisti, ove poter dare particolare importanza ad un’ampia zona giorno condensando la parte uso notte in un eventuale piano soppalcato.

La posizione di tale unità è altamente strategica in quanto, essendo situata tra via Porta Pertusi e via Maestri Comacini, gode di tripla esposizione a nord-est, sud-est e sud-ovest, e di un bellissimo affaccio sulla cupola della Cattedrale del Duomo realizzata dall’architetto Donato Bramante, maestro del periodo rinascimentale.

Dettaglio del serramento esterno

L’appartamento, seppur acquistato in pessime condizioni igienico-sanitarie, godeva della presenza di elementi architettonici dall’alto potenziale che sono stati rilevati sin dalla prima fase di sopralluogo come: le alte finestre arcuate a tutto sesto; le tracce di archi interni, chiusi successivamente, che costituivano aperture tra le stanze su tutta l’altezza interna utile; gli intradossi dei solai a voltini e putrelle in ferro.

Ciononostante, erano stati nel tempo eseguiti lavori sconsiderati che hanno danneggiato l’estetica interna ed esterna, come l’aggiunta di un controsoffitto perlinato di scarsissima qualità, posto a 3,20 metri di altezza, e la conseguente tamponatura dei sopraluce delle finestre a partire da quella quota.

Vista dalla zona pranzo sulla cucina a lavori ultimati

Seppur destinato a un utilizzo diretto, i clienti, essendo giovani e nel pieno della propria carriera, non hanno voluto escludere la possibilità di rivendere rapidamente l’immobile o di sfruttarlo per un reddito passivo d’affitto a breve termine. Pertanto, è stata richiesta una flessibilità del progetto anche in questo senso.

Il progetto

L’obiettivo dell’intervento è stato di realizzare un appartamento di gusto contemporaneo, vicino alle esigenze di una committenza particolarmente giovane, con un approccio progettuale sensibile che ridesse vita a elementi compositivi di pregio, garantendo un ampio margine tra il prezzo di vendita finale e i costi d’acquisto.

Rispetto alla distribuzione planimetrica rilevata, gli spazi sono stati completamente rivisti: allo stato dei luoghi antecedente i lavori, l’alloggio si presentava con un disimpegno troppo ampio (17 mq rispetto agli 80 di superficie utile), collegato direttamente alla prima camera ma non alla seconda (era obbligato il passaggio dalla cucina), e il bagno era situato in posizione non baricentrica, nell’angolo sud-est dell’alloggio, su un piano rialzato di quasi 15 cm rispetto al pavimento finito. Il ripostiglio, inoltre, aveva un unico accesso dall’atrio condominiale.

Vista sulla cucina e sulla porta scorrevole di collegamento allo studiolo

Nella proposta di ristrutturazione, vista la specifica richiesta della committenza di ampliare la zona living a discapito di una camera, si è deciso di anticipare il blocco sanitari verso l’ingresso, e di collocare nell’ampio disimpegno esistente una scala di collegamento a un nuovo piano soppalcato, sfruttando l’occasione per consentire l’accesso al ripostiglio dall’interno.

A seguito della rimozione del controsoffitto esistente, la zona notte è stata traslata al piano superiore, realizzando una camera da letto panoramica costituita da due affacci verso il living e vista diretta sul centro storico, servita da un bagno privato e da un ampio “vestiaire”.

La riapertura degli archi esistenti è stata fondamentale per poter definire i passaggi al piano inferiore e superiore conservando e valorizzando un elemento compositivo di pregio.

Questo ha consentito di ampliare notevolmente la zona living, organizzata in un’importante area pranzo adiacente la cucina e un soggiorno parzialmente sotto soppalco, collegato alla prima da due portali ricavati nel muro di divisione originario. Entrambe godono di un bellissimo affaccio verso la cupola.

La cucina ha mantenuto la sua posizione originaria, ma la riapertura degli archi verso la zona pranzo ha consentito di renderla molto più luminosa. Il bagno preesistente è stato riportato in quota e trasformato in un piccolo studiolo, utile ai proprietari per poter svolgere le riunioni in smart work in uno spazio “isolato” rispetto al resto della casa.

Dettaglio delle carpenterie utilizzate per cerchiare gli archi

Il consolidamento

Strutturalmente, il consolidamento è stato progettato come una serie di chirurgici rinforzi delle ampie arcate riaperte, per cui sono stati realizzati 5 portali in ferro formati da due profili Hea 140 accoppiati la cui specifica funzione è quella di assorbire e ripartire i nuovi carichi concentrati.

Parallelamente, interventi puntuali di cuci-scuci hanno consentito di preservare la funzione di supporto dei pesi in compressione delle murature esistenti. Il piano soppalcato è stato dunque realizzato con uno schema più leggero di profili Hea 100 con passi variabili dai 70 ai 150 cm.

L’uso di profili a T 50×50 di collegamento tra il nuovo solaio e il soffitto voltato è divenuto occasione per definire alcuni giochi compositivi: lo stesso elemento in ferro è stato ribaltato per definire una nuova cornice e le luci della camera da letto sono state integrate in profili a traccia ancorati ad esso.

Vista sulla camera da letto del piano soppalcato

Fondamentale il ruolo delle opere di decorazione dei fabbri che hanno realizzato le cerchiature degli archi con piastre in ferro dello spessore di 5 mm, ancorate ai nuovi pilastri in acciaio, la cui finalità è sia estetica sia funzionale, infatti, lo spessore in aggetto rispetto alla parete ospita il nuovo battiscopa impedendo che l’angolo sia compromesso dagli urti durante l’utilizzo della casa.

I serramenti

I nuovi serramenti sono stati progettati nel rispetto delle aperture ad arco esistenti, recuperando il sopraluce ostruito dalle controsoffittature aggiunte successivamente, prestando particolare attenzione alle zone attraversate dal nuovo solaio, in cui è stato previsto un telaio fisso di dimensioni maggiori che mascherasse la trave dall’esterno.

Per la parte di affaccio su strada e cortile, si è scelto un colore analogo a quello della preesistenza, campionando gli infissi più datati dello stabile.

Internamente, è stata concordata una tinta antracite, analoga alla finitura delle nicchie e dei radiatori sotto davanzale, che costituisce un elemento di forte contrasto con la vista esterna sugli edifici storici in mattone, di cui ne valorizza la tonalità. Fondamentale il ruolo delle nuove porte a filo muro, la cui leggerezza estetica conferisce eleganza allo spazio senza prevalere sulla composizione.

Dettaglio delle nuove gelosie interne in titnta antracite

Nella scelta delle finiture, infatti, si è prestata particolare attenzione alla gerarchia degli ambienti per cui solo nelle porte posizionate in corrispondenza di assi visivi importanti si è scelto un colore. Le restanti si mimetizzano nella tinta muraria e sono quasi invisibili nella percezione generale dell’ambiente.

Solo in corrispondenza del bagno al piano superiore, nell’ottica di mantenere un asse visivo trasparente e di garantire una forte illuminazione naturale, si è deciso di collocare una porta in ferro e vetro. È stata selezionata la ditta Barausse, con cui si è consolidata una solida collaborazione nel tempo, grazie a un ottimo rapporto qualità prezzo e alla volontà di utilizzare un prodotto made in Italy.

La luce

Progettare la luce in un appartamento costituito da parti soppalcate, ambienti a doppia altezza di impronta più tradizionale, vedute dirette e indirette sull’esterno è stata una vera e propria sfida.

Si è scelto di dare una gerarchia al corpo illuminante, suddividendo le luci in tecniche, integrate nel progetto decorativo, tendenzialmente pensate per non essere sostituite, e luci decorative, posizionate negli ambienti di impronta più classica, a doppia altezza, come il soggiorno o l’atrio d’ingresso, facilmente intercambiabili a seconda dei gusti e delle necessità.

Dettagli della lampada decorativa collocata all’ingresso dell’immobile

Quest’approccio ha consentito di realizzare un progetto illuminotecnico specifico e durevole ma dall’ampio margine di libertà, in cui il cliente si è sentito coinvolto nelle scelte, e la semplice sostituzione di pochi corpi illuminanti conferisce un nuovo volto all’immobile senza snaturarne l’identità.

La collaborazione con Viabizzuno è stata essenziale per la scelta di elementi dal gusto estetico molto tecnologico che definissero la componente tecnica del progetto d’illuminazione.

Impiantistica e riqualificazione energetica

Da un punto di vista energetico, gli edifici d’epoca dei primi del ‘900 presentano delle dispersioni fisiologiche distribuite in tutto l’involucro. Le murature esterne, il cui spessore è importante (almeno 40 cm), contribuiscono sicuramente a garantire un certo sfasamento termico, ma i serramenti di quel periodo sono altamente debilitanti in termini prestazionali.

Per questo si è scelto di sostituirli con nuovi infissi a taglio termico e trasmittanza UW: 1,30 W/mqK, garantendo una riduzione delle perdite di flusso del calore notevole.

Inoltre, si è voluto controsoffittare gran parte del solaio verso il piano superiore, inserendo all’interno della struttura lana di roccia tipo Rockwool Acoustic 225 plus dello spessore di 80 mm, in modo da ottenere un ottimo isolamento termico e acustico.

Vista dalla cucina verso la nicchia sotto serramento utilizzate come storage

Sotto il profilo impiantistico è stata sostituita la vecchia caldaia a gas con una nuova a condensazione murale ad alta efficienza modello Immergas Victrix Tera 24 V2, di classe energetica A in riscaldamento e una potenza utile di 24kW, sfruttando i terminali esistenti, dei bellissimi radiatori in ghisa che sono stati riverniciati con la stessa tinta delle nicchie che ospitano i serramenti (in questo modo si sono evitati gli esorbitanti costi di una nuova distribuzione).

Inoltre, è stato inserito un impianto di condizionamento dual split in pompa di calore che consente il raffrescamento estivo e contribuisce, insieme ai ricambi d’aria che sono facilmente gestibili visto il triplo affaccio dell’immobile, ad evitare surriscaldamenti del piano soppalcato.

La combinazione di tali interventi ha consentito un salto di prestazione energetica globale da G a D, riducendo i fabbisogni di energia primaria da 270 kWh/mq annuo a 170, con la possibilità di abbassarli di ulteriori 35 kWh/ mq annuo integrando il sistema fotovoltaico. Questo consentirebbe di raggiungere addirittura la classe C.

Vista sulla cupola del duomo dalla zona pranzo

Conclusioni

La ristrutturazione di Porta Pertusi è stato un intervento eterogeneo, che ha spinto a coniugare un approccio conservativo e sensibile al progetto, con la volontà di adeguare l’unità agli standard energetico prestazionali attuali, nell’ottica di una riqualificazione importante in cui la necessità principale della committenza è stata quella di ottenere metri quadri aggiuntivi e potenzialmente rivendibili a un prezzo di mercato più alto.

Se si considera che l’acquisto dell’immobile è stato effettuato a circa 1.250 euro/ mq, e la prima perizia effettuata a lavori ultimati è orientata intorno ai 3.600, si può tranquillamente affermare che è stato centrato l’obiettivo. Porta Pertusi XX è una casa rinnovata, che valorizza le peculiarità di un palazzo d’epoca, facilmente rivendibile o sfruttabile come messa a reddito ma soprattutto, bella da vivere.

Il commento di Ernesto Fava | Direttore lavori

Ernesto Fava | Direttore lavori
Arch. Ernesto Fava | Direttore lavori

«Ristrutturare nel centro storico di una città ricca di cultura come Pavia è una sfida emozionante. La possibilità di lavorare su un palazzo come quello di Porta Pertusi XX, ex Camera del Lavoro, in cui gli appartamenti, causa le trasformazioni avvenute del tempo, presentano caratteristiche spaziali uniche, ha reso questo lavoro ancora più complesso e avvincente.

Seppur le distribuzioni planimetriche originarie fossero di impronta tradizionale, impostate sulla classica distribuzione dell’epoca con ampio disimpegno, doppia camera, cucina abitabile e bagno, i volumi sono decisamente fuori misura rispetto ai tagli residenziali della tradizione contemporanea, e questo ha permesso di lavorare sulla verticalità. La possibilità di riprendere l’elemento storico dell’arco a tutto sesto ha costituito il cuore pulsante della ristrutturazione.

L’appartamento di Porta Pertusi XX viene dunque liberato delle superfetazioni recenti, poco attinenti al pregio che costituiva un tempo l’immobile, e torna a vivere come uno spazio di ampio respiro, caratterizzato da altezze importanti, archi e portali che comandano la distribuzione.

Non ci si limita, tuttavia, a riscoprire il passato, ma si sfruttano i vuoti a tutta altezza per inserirvi un elemento nuovo, contemporaneo, strutturalmente leggero, definendo dunque un nuovo piano soppalcato che non era mai esistito e che ha permesso di rivedere gli spazi sottostanti in un’ottica più libera.

Le nuove distribuzioni sono ora più coerenti con l’importante altezza interna dell’immobile, con le dimensioni dei serramenti interni ed esterni, con le relative vedute sul borgo pavese. L’intervento viene dunque interpretato come un chirurgico lavoro di recupero delle porzioni portanti, all’interno delle quali s’innesta un oggetto completamente nuovo. Ovviamente, lavorare in questo senso ha generato delle complessità non trascurabili.

La collocazione al secondo piano implica una maggiore attenzione agli interventi strutturali poiché si corre il rischio di danneggiare gli appartamenti soprastanti e sottostanti. La fase più delicata è stata sicuramente quella in cui si sono rinforzati gli archi attraverso l’inserimento di portali in ferro intorno agli stessi, servendosi del supporto di nuove catene tra i pilastri e reti in ferro che armano i setti murari esistenti.

Non meno complicato l’inserimento delle travi in acciaio Hea 140 che costituiscono il perimetro del nuovo soppalco, e che sono state ancorate alle murature di confine. Prima di procedere con questi interventi, sono state eseguite attente perizie e analisi statiche di tutto l’intorno, per cui si è reso necessario accedere ad almeno altre quattro unità immobiliari.

Anche lo spostamento del blocco servizi sanitari in posizione baricentrica ha generato delle complessità. I sottili massetti esistenti hanno reso molto difficile mantenere il nuovo pavimento a una quota che consentisse di per poter sfruttare tutta l’altezza utile possibile.

La soluzione è stata realizzare una contro parete importante, dello spessore di 18 cm al finito, che condensasse tutti gli arrivi impiantistici dai bagni del piano inferiore e superiore, collegandosi direttamente alla colonna condominiale esistente senza interferire con il pavimento della cucina. La stessa è stata decorata con elementi di carpenteria e illuminazione e trasformata in un oggetto caratteristico, coerente con le altre finiture utilizzate.

Nell’ottica di preservare le corrette altezze, anche le opere di controsoffittatura dell’ultimo solaio sono state calcolate con precisione millimetrica. Questa difficoltà è stata trasformata in oggetto di studio estetico per cui solo nei punti con le quote più compresse si è scelto di mantenere la vista sulle volte, mentre negli ambienti a più ampio respiro è stato realizzato un nuovo controsoffitto coibentato con lana di roccia.

È doveroso citare il ruolo di fabbri, falegnami, decoratori e serramentisti, che hanno supportato il lavoro dei progettisti impegnandosi nel realizzare soluzioni di dettaglio molto specifiche con un atteggiamento molto collaborativo».

LA SCHEDA

Luogo Progettista architettonico e direzione lavori: arch. Ernesto Fava, Goodfor Architetti
Progettista strutture: ing. Giovanni Ravazzoli
Progettista impianti: ing. Gianni Camperchioli, Goodfor Architetti
Impresa di Costruzioni: Aedificat srl
Ubicazione: via Porta Pertusi XX, Pavia
Superficie commerciale ante progetto: 90 mq
Superficie post intervento: 110 mq
Prezzo di acquisto dell’immobile: 100.000 euro
Costo lavori di ristrutturazione: 178.000 euro
Prima perizia post intervento: 430.000 euro

I FORNITORI

Porte interne: Barausse
Isolanti in controsoffitto: Rockwool
Serramenti esterni: Derthona Serramenti
Piastrelle locali sanitari: Laminam
Nuova centrale riscaldante: Immergas

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