La casa-foresta di Muna Hussami Hauache in Brasile

Vista notturna

«Non uccidere la foresta, vergine e verde, perché merita considerazione». Come recita il testo della canzone Argumento di Adelson Santos, la foresta amazzonica è una delle più grandi e ricche del Brasile e per estensione integra gran parte del suo territorio. È considerata una delle principali riserve della biodiversità mondiale. Però tutto il potenziale di questo bioma e del territorio a cui dà forma è stato poco considerato nel disegno delle città brasiliane e, soprattutto, nel modo di abitarle.

Il progetto sviluppato dall’architetta Muna Hussami Hauache, fondatrice dello studio Arena Arquitetura di Manaus, va contro questo paradigma miopico e propone, secondo le parole dell’autrice, una forma di abitare che vede la foresta come casa e che traduce la forza e l’esuberanza della natura stessa e della sua stagionalità. Questa casa-bosco con la sua architettura dalle linee geometriche dialoga con la preesistenza amazzonica, la sua densità, i suoi colori e i suoi profumi. Le pareti sono smaterializzate tramite grandi vetrate apribili sull’esterno, che permettono alla casa di essere realmente immersa nella natura e a contatto con la fauna che abita la foresta.

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Vista della villa trasparente immersa nella natura

La casa misura 270 metri quadrati distribuiti su due livelli, più una terrazza di 135 metri quadrati, ed è collocata in un lotto di circa 470 metri quadrati, che fa parte di un comprensorio residenziale a Tarumã, a 25 chilometri dall’aeroporto internazionale della principale città del Brasile del Nord, Manaus, la metropoli più popolosa dell’Amazzonia, su cui esercita un’ampia influenza economica e culturale e che contava, nel 2021, una popolazione stimata di 2,2 milioni di abitanti.

Rispetto alle altre proprietà del comprensorio, dove è stata fatta una «pulizia» del lotto prima della costruzione delle strutture abitative per poi rallegrarle con un giardino addomesticato, qui l’architetta è partita dall’attento studio del luogo e della natura che caratterizzava questo spazio. La mappatura accurata delle specie vegetali, l’osservazione della luce e dei movimenti dell’aria filtrati dalle piante sono state le basi progettuali di questa abitazione in cui tutto fa percepire il rispetto per il luogo e le sue peculiarità, a cominciare dalle sue ridotte dimensioni.

Lo scopo era di creare una casa passiva, che non invadesse la natura ma, al contrario, permettesse di vivere nella natura così com’era stata trovata. L’edificio, che ha una struttura d’acciaio, è costruito un metro al di sopra del profilo originario del terreno, al suo centro, in un’area senza vegetazione e mantenendo il suo dislivello di quota.

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Un dettaglio dell’accesso al volume con la scala che sale al tetto terrazzato
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Vista dall’esterno verso il soggiorno

Quest’architettura contemporanea è stata molto influenzata dagli esempi del progettista Severiano Porto (1930- 2020), padre riconosciuto dell’architettura dell’Amazzonia e importante promulgatore brasiliano dell’approccio sostenibile, ed è una rilettura contemporanea delle case tradizionali in legno su pilastri, che sono vere palafitte. Questa tecnica ha permesso di non movimentare e lasciare permeabile il terreno e, non secondario, di realizzare in modo semplice e rapido la costruzione. Inoltre, ha reso possibile che le piante potessero trovare spazio anche all’interno dei solai gettati in cemento armato. Una sola pianta ad alto fusto è stata sacrificata, ma era una palma di una specie che qui si riproduce molto facilmente.

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La villa, dalla struttura in acciaio, ha pochi setti murari opachi, che sembrano fungere da scenografie teatrali. Tutti i mobili sono senza imbottiture per evitare di impregnarsi dell’umidità amazzonica

Si sono realizzati così diversi livelli che abbracciano la vegetazione originaria, i venti naturali prevalenti da Est a Ovest e la luce naturale. La distribuzione è essenziale, ma funzionale. La zona giorno è al piano terra come un grande open-space e quella notte sta al primo piano: tre camere con bagno cui si accede da un corridoio-terrazza che è anche un angolo relax. La sua scala-belvedere, sembra una semi-spirale e riporta alla luce la memoria affettiva dell’architetta per le strutture metalliche degli edifici storici inglesi sorti a Manaus nel XIX secolo, all’apice della fortuna industriale nata attorno all’estrazione e alla commercializzazione della gomma. La progettista incorpora nel disegno della scala elementi di ferro recuperati come i tubi per la struttura e la porzione di una condotta per la sua copertura.

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Spazio living al piano terra dell’abitazione
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La camera padronale al secondo piano

La terrazza si apre al cielo e, come il resto della casa, diventa un rifugio che unisce al carattere contemplativo e ricreativo, offerto dal deck e dalla vasca idromassaggio, anche la funzione non secondaria di drenaggio e raccolta delle acque piovane. In un ambiente poco accogliente come quello della Foresta Amazzonica, con tassi di umidità che arrivano al 92% e giornate ininterrotte di pioggia, gli interni della casa riprendono le consuetudini locali: la riduzione al minimo dell’utilizzo di arredi imbottiti, di tessuti troppo pesanti, l’impiego di legni molto resistenti all’umidità e, soprattutto, l’essenzialità in ogni cosa. Ciò nonostante, non manca nulla e lo spazio risulta leggero ed accogliente.

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Terrazzo
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Il vano scala completamente vetrato crea un effetto ciminiera utile al raffrescamento interno

La casa-foresta permette di pensare ad un’architettura inserita nella natura e in grado di garantire le condizioni necessarie per la sua conservazione. La proposta dall’architetta Muna Hussami Hauache rispecchia pienamente la sua l’affermazione secondo cui «appartenere a un luogo è farne parte, diventare il prolungamento del paesaggio, del fiume, della montagna. È mantenere in quel luogo gli elementi di cultura, storia e tradizione che gli sono propri. Ossia, invece di imporre un senso alieno al luogo, il luogo diventa l’elemento eccezionale che dà un senso all’esistenza». Un principio che dovrebbe essere riconosciuto come fondamentale ai tempi dell’Antropocene, secondo uno dei più acclamati ambientalisti e leader indigeni brasiliani, Ailton Krenak.

di Camila Gomes Sant’Anna, Università di Goiás, e Chiara Scandaletti (da YouBuild n. 23)

 

LA SCHEDA

Cliente: Muna Hussami Hauache
Luogo: Manaus, Amazonas, Brasile
Progetto: Arena Arquitetura (Muna Hussami Hauache)
Paesaggio: Muna Hussami Hauache
Superficie lotto: 477 mq
Superficie calpestabile: 270mq + 135 mq di terrazza
Progettazione: 2015-2016
Realizzazione: 2016
Info: www.arenaarquitetura.com.br
Fotografie di: Joana França

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