Negli interventi di rifacimento della copertura per il consolidamento e recupero di edifici esistenti in muratura, spesso vengono realizzati cordoli sommitali, per assicurare un comportamento scatolare dell’edificio. Servono anche a evitare il collasso locali delle pareti fuori piano per effetto di un’azione sismica, e garantiscono così un’efficace collaborazione tra gli elementi resistenti. È quanto è avvenuto per la riqualificazione dell’ex complesso militare Arsenale Austriaco Franz Joseph I di Verona, che ha visto l’impiego dei nuovi cordoli di sommità, compositi Srg, di G&P intech. Il loro rinforzo è costituito da tessuti in trefoli di acciaio galvanizzato ad altissima resistenza (Uhtss), immersi all’interno di una matrice inorganica a base calce idraulica naturale, e connessi alle murature sottostanti mediante barre pultruse in fibra di basalto ad aderenza migliorata.
L’ex complesso militare Arsenale Austriaco Franz Joseph I è collocato in un luogo chiave della città di Verona, nella penisola denominata della Campagnola, sulla sponda sinistra del fiume Adige, collegato a Castelvecchio e al centro città attraverso il ponte scaligero. L’intero complesso è costruito in stile neoromanico e ha l’aspetto di un castello medievale composto di nove corpi di fabbrica lineari ad uno o due piani. La struttura è circondata da un muro di cinta continuo e isolato, lungo 392 metri e largo 176, munito ai quattro angoli di torri di guardia. Nel corpo principale dove si trovava il padiglione del Comando caratterizzato da un imponente scalone d’onore, si trovavano gli uffici, le sale dei trofei e delle armi. Nella corte centrale erano invece concentrati i laboratori di fabbri, carradori, carpentieri e sellai. Ancora nella corte centrale, ma negli edifici della parte meridionale, erano invece situati gli uffici dei disegnatori e quelli amministrativi, oltre all’archivio dei modelli.
L’intervento di riqualificazione delle strutture dell’ex complesso militare a Verona nasce da una prima analisi della struttura urbana della città, che ha messo in luce la necessità e l’opportunità di trasformare l’ampia area aperta del compendio austriaco (quasi 50 mila metri quadrati) in un grande parco al servizio dei cittadini. Dagli studi preliminari, condotti dalla società di progettazione Politecnica e da F&M Ingegneria, è risultato indispensabile intervenire prima sulle coperture di sette dei nove edifici che compongono il complesso, per poi concentrarsi sul rinforzo strutturale dei maschi murari.
Nel quadro di tale intervento, il gruppo G&P intech, in collaborazione con i progettisti e la ditta esecutrice Rws, ha seguito tutti gli aspetti legati alla progettazione e alla realizzazione dei nuovi cordoli sommitali. L’azienda ha proposto l’impiego di cordoli in muratura armata costituti da compositi fibro-rinforzati a matrice inorganica Srg (Steel reinforced grout).
L’impiego del sistema Srg permette di effettuare con estrema velocità esecutiva un efficace cordolo semplicemente frapponendo negli strati di allettamento tra due filari di mattoni successivi il tessuto di armatura Steel Net G. In particolare, la tecnica impiegata ha previsto l’impiego di tessuti in trefoli di acciaio galvanizzato Uhtss ad alta resistenza Steel Net G, immersi in una matrice inorganica a base calce idraulica naturale Limecrete, in classe M15 e conforme alle norma En 998-1 e 2, il tutto connesso alle murature perimetrali mediante inghisaggio di barre pultruse in fibra di basalto Bfk con diametro di 10 millimetri per una lunghezza di circa 70 centimetri. Infine, al fine di evitare il ribaltamento delle cornici perimetrali dei cordoli, sono stati previsti dei connettori a fiocco in trefoli di acciaio galvanizzato Uhtss ad alta resistenza Sfix G 10 installati con adesivo epossidico bicomponente in pasta Resin 90. Il cordolo così realizzato, grazie anche al modesto peso e alla elevata resistenza, rappresenta un’ottima alternativa ai classici cordoli in cemento armato che, stante la loro rigidezza, tendono a concentrare le sollecitazioni in corrispondenza dei punti di appoggio e non in modo distribuito (effetto trave).
Nel dettaglio, il ciclo applicativo prevede la messa a nudo degli elementi strutturali mediante pulizia delle superficie, e la rincocciatura e sigillatura di eventuali lesioni con malta in calce idraulica tipo Limecrete. Viene poi realizzato un primo corso di malta con calce idraulica tipo Limecrete sulla muratura e steso il tessuto in acciaio tipo Steel Net G, da annegare nella malta fresca, con sormonto minimo longitudinale di 20 centimetri. Si procede poi con la realizzazione di un nuovo corso di mattoni con le stesse modalità per un’altezza del cordolo pari almeno a quattro corsi di mattoni e comunque secondo i dettagli costruttivi. Infine vengono realizzati fori di diametro 30 centimetri nella parte sommitale della muratura esistente per 70 centimetri di profondità, o comunque secondo progetto, e inserite barre pultruse in fibra di basalto ad aderenza migliorata tipo Bfk 10R su preforo da 16-18 millimetri, inghisate con resina epossidica bicomponente o malte speciali, disposte a quinconce con passo 50 centimetri.