Costruire per rigenerare: un percorso in 10 punti

L’autore ha elaborato un decalogo di principi del design rigenerativo attingendo alle lezioni apprese nella storia della sostenibilità e della rigenerazione. Uno strumento che vuole offrire una panoramica dei concetti rigenerativi da utilizzare come punto di partenza per riflettere sulla transizione verso pratiche più sostenibili e rigenerative nel settore delle costruzioni.

Negli ultimi anni, il settore delle costruzioni ha assistito a un crescente interesse verso la sostenibilità, spingendo l’adozione di pratiche e materiali che riducono l’impatto ambientale e le emissioni nocive.

Tuttavia, questa transizione ha evidenziato un gap significativo: la semplice riduzione dell’impatto negativo non è sufficiente per affrontare le sfide ambientali in modo completo.

La costruzione sostenibile, pur essendo un passo avanti importante, spesso non riesce a contribuire attivamente alla rigenerazione e al miglioramento degli ecosistemi e della qualità della vita umana.

In risposta a questa lacuna, emerge il concetto di ‘costruzione rigenerativa’, un approccio che rappresenta una svolta nel modo in cui concepiamo e costruiamo, integrando processi costruttivi e di uso con i processi naturali.

Per delineare concretamente questo nuovo paradigma, proviamo a formulare dieci principi, che verranno esplorati in dettaglio e che rappresentano alcune direzioni verso l’arricchimento dell’integrità ecologica dei siti, la creazione di infrastrutture ecologiche, l’integrazione di materiali carbon-negative, e il forte miglioramento della salute in indoor.

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Analisi critica, confronto tra pratiche di costruzione sostenibile e limitazioni

I limiti della costruzione sostenibile

L’urgenza di un cambiamento radicale nel settore delle costruzioni è enfatizzata dal crescente riconoscimento dei danni ambientali causati dalle attività umane, come sottolineato da relazioni autorevoli dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) dell’Onu.

Questi rapporti evidenziano l’impatto devastante del cambiamento climatico e la velocità senza precedenti del riscaldamento globale. In parallelo, la perdita di biodiversità e le estinzioni di massa diventano sempre più preoccupanti, come indicato dal Living Planet Report 2020 del Wwf, che rileva una diminuzione del 68% nelle popolazioni di specie selvatiche dal 1970.

Anche il degrado ambientale e l’inquinamento rappresentano sfide significative, con oltre nove milioni di persone che perdono la vita ogni anno a causa dell’inquinamento, secondo la Global Alliance on Health and Pollution.

Queste problematiche ambientali evidenziano che le attuali politiche e pratiche di costruzione non sono sufficienti. Si richiede un approccio di sviluppo sostenibile più ampio, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, per affrontare queste sfide in modo efficace. In particolare, nel settore delle costruzioni, l’adozione di tali pratiche influisce significativamente sulle decisioni e orienta il settore verso un futuro più sostenibile e resiliente.

In questo contesto, emerge la necessità di una valutazione critica dei materiali e dei processi costruttivi utilizzati nell’edilizia sostenibile.

Studi come i Global Status Reports del World Green Building Council evidenziano che molti materiali e metodi sostenibili hanno un impatto limitato in termini di rigenerazione ambientale.

Per esempio, l’uso di materiali a basso impatto ambientale spesso non considera il loro potenziale di contribuire alla biodiversità o alla rigenerazione del suolo.

Allo stesso modo, il ‘State of Green Business di GreenBiz indica che le strategie esistenti per la gestione dell’acqua e dell’energia sono spesso inadeguate.

Di fronte a queste limitazioni, abbiamo articolato una tabella in cui forniamo un’analisi di dieci aspetti chiave della costruzione sostenibile, mettendo in evidenza le limitazioni di ciascun punto e la necessità di un approccio più ampio e rigenerativo.

Questa analisi esplora come i metodi attuali di costruzione si concentrino su riduzioni o miglioramenti parziali e definiscono il gap in cui si inserisce la logica della costruzione rigenerativa.

Il masterplan del center for Regenerative Studies, ideato da John T. Lyle negli anni '90
Il masterplan del center for Regenerative Studies, ideato da John T. Lyle negli anni ’90

La spinta al rigenerativo da Ipcc e un Sdgs

Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change) L’Ipcc è un’organizzazione internazionale istituita dalle Nazioni Unite nel 1988.

Il suo scopo principale è fornire valutazioni scientifiche dettagliate sul cambiamento climatico, i suoi impatti e i potenziali futuri rischi e risposte.

I rapporti dell’Ipcc sono redatti da centinaia di scienziati ed esperti di tutto il mondo e sono considerati tra le fonti più autorevoli sul cambiamento climatico. Essi influenzano notevolmente le politiche climatiche globali.

Recentemente, l’Ipcc ha iniziato a sottolineare l’urgenza di un approccio rigenerativo per contrastare il cambiamento climatico.

I suoi rapporti, che un tempo si concentravano principalmente sulla mitigazione del danno e sulla riduzione delle emissioni, ora enfatizzano la necessità di strategie che non solo arrestino il danno, ma che attivamente ripristinino e migliorino l’ambiente.

Ad esempio, parlano di soluzioni come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, il ripristino di ecosistemi come foreste e torbiere, e l’adozione di agricoltura rigenerativa che può migliorare la salute del suolo e catturare il carbonio atmosferico.

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Il decalogo del costruire rigenerativo

Ipcc e Sdgs spingono alla costruzione rigenerativa

L’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite stanno influenzando profondamente il settore delle costruzioni, ponendo un’enfasi crescente sulle pratiche rigenerative.

Ad esempio, i rapporti mettono in evidenza la necessità di adottare strategie di costruzione che contribuiscano attivamente alla rigenerazione ambientale, andando oltre la semplice riduzione delle emissioni.

Questo include l’impiego di tecnologie innovative come i materiali da costruzione bio-basati (materiali o prodotti che sono basati su componenti biologiche o naturali) o il calcestruzzo che cattura il carbonio, come sottolineato nel Global Status Report 2018 del World Green Building Council.

Gli SDGs, in particolare, hanno dato una spinta al settore delle costruzioni per integrare principi rigenerativi nella progettazione urbana e nell’edilizia.

L’obiettivo 11 degli SDGs, che si concentra su città e comunità sostenibili, incoraggia l’uso di soluzioni costruttive che non solo siano efficienti dal punto di vista energetico, ma che contribuiscano anche a migliorare l’ambiente urbano.

Questo si traduce nell’incorporazione di materiali da costruzione innovativi, come evidenziato nel report del 2022, il Global Status Report for Buildings and Construction: Towards a Zero‑emission, Efficient and Resilient Buildings and Construction Sector. Qui si indica come la decarbonizzazione del settore edilizio entro il 2050 è cruciale per ridurre le emissioni e affrontare la crisi planetaria tripla del cambiamento climatico, della perdita di natura e biodiversità, e dell’inquinamento e dei rifiuti.

Il rapporto mostra che il settore può cambiare se si seguono le raccomandazioni ivi contenute per creare edifici rigenerativi nelle risorse e resilienti.

Questi molteplici esempi dimostrano come il settore delle costruzioni sia chiamato a implementare pratiche che trascendano la mera riduzione dell’impatto ambientale negativo, spostando l’attenzione verso la promozione attiva della rigenerazione ambientale.

La nascita del pensiero rigenerativo

La genesi del concetto di costruzione rigenerativa può essere tracciata all’interno di un contesto storico più ampio, dove le idee di sostenibilità e rigenerazione hanno iniziato a prendere forma.

Negli anni ‘70, influenzati dalle crescenti preoccupazioni ambientali e da lavori come ‘Silent Spring’ di Rachel Carson, si sviluppò una nuova consapevolezza sull’impatto dell’attività umana sull’ambiente.

Inizialmente, i settori dell’ecologia e della conservazione furono i primi ad adottare approcci rigenerativi, con l’obiettivo di ripristinare e rinnovare gli ecosistemi danneggiati. Tuttavia, queste idee iniziarono presto a influenzare anche il settore delle costruzioni.

Questo periodo vide l’emergere di figure chiave e istituzioni, come l’architetto John T. Lyle, che con il suo lavoro pionieristico sulla rigenerazione dei sistemi ecologici nei design urbani, pose le basi per ciò che sarebbe diventato il design rigenerativo.

Il principio fondamentale del design rigenerativo, che eleva la prospettiva ‘dal meno cattivo al più buono’, considera gli esseri umani e l’ambiente costruito come parte integrante dei sistemi naturali, mira a una simbiosi in cui le costruzioni non solo riducono il loro impatto, ma contribuiscono attivamente al benessere degli ecosistemi.

Il costruire rigenerativo in dieci punti

Abbiamo quindi elaborato un decalogo di principi del design rigenerativo, attingendo dalle lezioni apprese nella storia della sostenibilità e della rigenerazione che vengono poi commentati con alcuni spunti.

Questo strumento vuole offrire una panoramica dei concetti rigenerativi, che può essere utilizzata come punto di partenza per riflettere sulla transizione verso pratiche più sostenibili e rigenerative nel settore delle costruzioni.

Per i costruttori la tabella può stimolare la valutazione delle proprie metodologie attuali alla luce degli obiettivi rigenerativi.

Ad esempio, l’obiettivo relativo all’arricchimento dell’integrità ecologica dei siti può indurre i costruttori a considerare come le loro pratiche possano non solo limitare l’impatto ambientale, ma anche contribuire attivamente al miglioramento degli ecosistemi locali.

Per i produttori di materiali da costruzione, la tabella che abbiamo elaborato offre una visione complessiva di come i materiali possono influenzare positivamente l’ambiente.

Il principio di utilizzo di materiali carbon negative, ad esempio, suggerisce una riflessione sulla produzione di materiali che vanno oltre la neutralità carbonica, contribuendo effettivamente alla riduzione dell’impatto ambientale.

È importante sottolineare che questa tabella è solo un punto di partenza e che l’attuazione dei principi richiederà ulteriori approfondimenti e adattamenti specifici.

Inoltre, la misurazione dell’impatto effettivo di queste pratiche rimane una sfida e necessita di ulteriore sviluppo in metodi di valutazione e monitoraggio.

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Glasir è un progetto rigenerativo culturale ed educativo di agricoltura urbana che sfrutta sistemi aeroponici

Introduzione dei dieci punti rigenerativi

Questi dieci principi, se implementati con cura e impegno, possono guidare la trasformazione delle aree urbane in modelli sostenibili e rigenerativi, creando un futuro in cui l’ambiente urbano e naturale coesistono in armonia.

1) Arricchimento dell’integrità ecologica e biodiversità. Secondo ricerche scientifiche approfondite, la biodiversità rappresenta un pilastro vitale per la resilienza degli ecosistemi.

In ambito urbano, l’incremento della biodiversità mediante pratiche costruttive rigenerative presuppone l’armonizzazione di habitat naturali e la reintroduzione di specie autoctone.

L’obiettivo ambizioso è aumentare la biodiversità nelle aree di intervento di almeno il 50%, attraverso un’integrazione di habitat e specie autoctone, e collaborazioni con enti locali per programmi di conservazione e analisi ambientali dettagliate.

2) Generazione di infrastrutture ecologiche. L’integrazione di infrastrutture ecologiche, quali tetti e pareti viventi, in contesti urbani si basa su solide fondamenta scientifiche.

Oltre a migliorare l’estetica e la connessione con la natura, questi sistemi sono cruciali per la purificazione dell’aria, il sequestro del carbonio e la mitigazione degli effetti delle isole di calore urbano.

Questi sistemi possono, ad esempio, ridurre le temperature locali di 2-4°C e assorbire fino a 200 kg di CO2 per ogni 100 m² di superfici verdi annualmente.

3) Potenziamento delle caratteristiche naturali durante la costruzione. Il processo costruttivo rigenerativo si focalizza sul miglioramento dell’integrità ambientale del cantiere.

Tecniche di costruzione innovative, che limitano l’intervento sul terreno e preservano il sistema naturale esistente, sono fondamentali per minimizzare l’impatto ambientale e mantenere l’integrità ecologica.

4) Rigenerazione e riparazione dei danni ambientali da emissioni e deflussi di cantiere. Strategie come il trattamento delle acque reflue in loco e la gestione sostenibile delle risorse idriche sono cruciali.

L’obiettivo è realizzare cantieri a impatto zero sulle acque, utilizzando tecniche di riciclaggio e purificazione avanzate.

La creazione di sistemi chiusi di gestione delle acque, integrati con tecnologie di monitoraggio in tempo reale, è fondamentale per ottimizzare l’uso delle risorse idriche e ridurre l’impatto ambientale.

5) Rigenerazione microclimatica. La riqualificazione degli spazi urbani attraverso un approccio rigenerativo mira a creare aree vivibili per l’uomo e altre specie, superando il cosiddetto “box antropogenico”.

Questo migliora non solo la qualità della vita, ma contribuisce alla creazione di un microclima più sano, abbassando le temperature urbane e migliorando la qualità dell’aria.

Obiettivi come la riduzione delle temperature urbane fino a 5°C e la trasformazione di aree urbane degradate sono fondamentali, con un’attenzione particolare all’analisi del microclima locale e al feedback dei residenti.

6) Creazione di energia e acqua pulita. L’autosufficienza energetica e la gestione sostenibile dell’acqua sono aspetti centrali nella costruzione rigenerativa.

L’installazione di pannelli solari e sistemi di raccolta dell’acqua piovana trasforma gli edifici da semplici consumatori a risorse attive per l’ambiente.

Ad esempio, un obiettivo potrebbe essere la produzione netta di 20 kWh/m²/anno.

L’obiettivo si riferisce a un bilancio energetico che tiene conto sia dell’energia prodotta dall’edificio stesso, ad esempio tramite pannelli solari, che dell’energia consumata dalle attività e dai sistemi interni dell’edificio, come riscaldamento, raffreddamento, illuminazione e apparecchiature elettroniche.

In questo contesto, raggiungere un valore netto di 20 kWh/m²/anno significa che l’edificio non solo dev’essere efficiente nel produrre energia, ma anche estremamente efficiente nel suo consumo.

Un altro esempio puo’ essere il riutilizzo del 100% dell’acqua piovana raccolta. Questo obiettivo indica che tutta l’acqua piovana che viene raccolta dall’edificio dovrebbe essere riutilizzata.

Questo può essere fatto attraverso sistemi di raccolta e filtrazione dell’acqua piovana, che poi può essere utilizzata per vari scopi, come l’irrigazione, i servizi igienici o persino, dopo un’adeguata purificazione, per l’uso potabile.

7) Creazione e uso di materiali carbon negative. L’impiego di materiali che non solo riducono l’impronta di carbonio ma contribuiscono attivamente alla rimozione di CO2 dall’atmosfera è una strategia chiave contro il cambiamento climatico.

L’implementazione di questi materiali in grandi progetti di costruzione può avere un impatto significativo sulla riduzione dell’impronta di carbonio globale.

Inoltre, l’utilizzo di materiali carbon negative non si limita solo agli edifici, ma può estendersi a infrastrutture, arredi urbani e altri elementi costruttivi, contribuendo così in modo significativo alla decarbonizzazione dell’ambiente costruito.

8) Utilizzo di materiali sani e salutogenici. La qualità dell’ambiente interno è essenziale per la salute degli occupanti.

L’uso di materiali non tossici e a zero emissioni, come quelli privi di composti organici volatili (Voc), migliora significativamente la qualità dell’aria interna e contribuisce al benessere psicofisico degli occupanti.

L’adozione di standard rigorosi come il Well e certificazioni per i materiali utilizzati garantisce un ambiente interno più sano e sicuro.

9) Rigenerazione dell’ambiente interno. L’impiego di sistemi naturali come piante per la filtrazione dell’aria e il controllo del clima interno è vitale per mantenere un ambiente salutare.

Questi sistemi dovrebbero essere capaci di rimuovere inquinanti e regolare temperatura e umidità per massimizzare il comfort e l’equilibrio chimico dell’aria interna.

10) Arricchimento del tessuto culturale e ruolo educativo. La creazione di spazi che funzionano da centri comunitari ed educativi è cruciale in un contesto urbano rigenerativo. Questi spazi dovrebbero essere progettati per essere accessibili e per riflettere e arricchire la cultura locale.

La collaborazione con ecologisti, artisti, storici ed educatori locali può aumentare significativamente il valore culturale di questi spazi, trasformandoli in fulcri di comunità ed educazione ambientale.

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I numeri di Carbon nelle costruzioni

A long way to go?

In conclusione, dopo aver esplorato in dettaglio i dieci principi della costruzione rigenerativa, è essenziale riflettere sui gap e sulle sfide che si presentano nell’attuazione di questi concetti.

Come autore di questo lavoro, riconosco che, nonostante l’ambizione e la visione  progressista di questi principi, ci sono ostacoli significativi che devono essere affrontati per garantire un’implementazione efficace e realistica di tali ideali.

Uno dei maggiori gap si trova nella scalabilità di questi principi. Mentre l’obiettivo di incrementare la biodiversità del 50% o di ridurre le temperature urbane di 5°C rappresenta un ideale lodevole, è chiaro che l’applicazione di questi target può variare notevolmente in base al contesto geografico e socioeconomico.

È fondamentale, quindi, adattare questi principi alle specificità locali, tenendo conto delle variazioni ambientali, culturali e delle risorse disponibili.

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Un dialogo simpatico tra pensatori e costruttori Inoltre, la transizione verso l’utilizzo di materiali carbon negative e l’integrazione di tecnologie avanzate per la rigenerazione ambientale richiede un impegno sostanziale in termini di ricerca e sviluppo. Questo rappresenta una sfida per il settore delle costruzioni, abituato a modelli di business più tradizionali, e può essere un deterrente a causa dei costi iniziali e dell’incertezza del ritorno sull’investimento.

Un altro aspetto critico riguarda il bisogno di un quadro normativo supportivo e di politiche pubbliche che incentivino la costruzione rigenerativa. Alcuni principi, come l’uso di materiali sani, possono essere più facilmente integrati nelle pratiche esistenti, mentre altri richiedono un cambiamento sistemico che va oltre le capacità di singole imprese di costruzione.

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La nuova sede di Varsavia di Arup incorpora principi di sostenibilità ed economia circolare

Infine, è necessaria una partecipazione collettiva che coinvolga una vasta gamma di stakeholder, inclusi politici, educatori, cittadini e decisori, per creare un ambiente favorevole all’adozione di queste pratiche. L’educazione e la sensibilizzazione del pubblico sono fondamentali per modellare la domanda del mercato e orientare il settore verso un futuro più sostenibile e rigenerativo.

In sintesi, il modello proposto in “La costruzione rigenerativa in 10 punti” offre un approccio, è imperativo riconoscere e affrontare i gap esistenti per una efficace nel settore delle costruzioni. Questo richiederà un impegno collaborativo, innovazioni tecnologiche, supporto normativo e una prospettiva a lungo termine per superare le sfide esistenti e realizzare appieno.

di Emanuele Naboni

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