Casamirador Savassi (Brasile): una lama taglia Belo Horizonte

Non si può non iniziare dalle dimensioni per descrivere l’edificio residenziale Casamirador Savassi disegnato dallo studio Gisele Borges Arquitetura a Belo Horizonte (Brasile). I nove piani di altezza, cui si sommano i tre interrati, sono organizzati su un volume largo alla base quasi 13 metri e 6 alla sommità, a formare una sezione troncopiramidale che si sviluppa per 60 metri di lunghezza. In ragione di tali proporzioni, si può parlare di un edificio-lama inserito in un tessuto urbano eterogeneo. Come succede quando si riesce a trasformare un limite in una possibilità espressiva, il vincolo della larghezza è il motore di un esercizio architettonico dagli interessanti risvolti morfologici, tipologici, tecnologici, e figurativi.

Casamirador-Savassi
Vista complessiva dell’intervento
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Assonometria con inserimento nel contesto

 

Al suo interno si trovano 14 loft e 24 monolocali, simmetricamente organizzati in corrispondenza dei due corpi scala. Le unità sono caratterizzate da una spiccata flessibilità dello spazio, ottenuta distribuendo gli spazi di servizio e di infrastrutturazione domestica lungo i lati longitudinali, lasciando così agli arredi e alle aperture il compito di articolare le transizioni tra zona di ingresso, living e zona notte. La struttura portante trova un punto notevole al contatto con il suolo, dove possenti pilastri a V di niemeyerana memoria staccano il volume abitato dal piano di campagna.

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Vista sul lato di ingresso dall’alto
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Sezione longitudinale

 

Con l’eccezione dei primi tre livelli, man mano che si sale i solai arretrano verso l’interno, in modo tale che la larghezza utile diminuisca gradualmente fino ad arrivare alla stretta terrazza in copertura. Alle chiusure verticali si aggiunge una seconda pelle, realizzata mediante il fissaggio di lamiere forate di alluminio dipinte con una tonalità tra la terra rossa e il seppia.

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Le lamiere di alluminio traforate creano una doppia pelle
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Inserimento dell’edificio nel contesto urbano

 

Il vuoto che si crea tra chiusura verticale e rivestimento esterno risulta prezioso sia in senso bioclimatico, dal momento che crea un primo strato d’aria isolante, sia in senso tecnico-funzionale, in quanto al suo interno sono alloggiati i terminali impiantistici, celati così tanto agli abitanti del condominio quanto ai passanti per la strada. La foratura delle lamiere è tale da garantire permeabilità visiva verso la città e allo stesso tempo impedire l’introspezione.

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Nell’intercapedine tra tamponamento e rivestimento vengono alloggiati i terminali impiantistici

 

Ma non è tutto. L’interesse per questo involucro non si esaurisce nell’importante compito di esprimere il carattere figurativo dell’edificio, ruolo che assolve con coraggio e coerenza. A questo livello di trasparenza si affianca anche il rapporto per contrasto con le pesanti cornici in calcestruzzo, che inquadrano le aperture e sfondano il rivestimento metallico.

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Dettaglio sulla pelle esterna in lamiera traforata di alluminio

 

Nell’assenza di soluzioni di continuità, il rivestimento metallico lascia interpretare una volontà quasi stereometrica nel definire la massa, come suggerisce la rastremazione del volume, che allude a una compressione quasi tellurica, seppur staccata dal suolo. Tuttavia, tanto nelle parziali trasparenze che lasciano appena intuire il mondo occultato dietro questo sottile filtro, quanto in quella distanza tra chiusura e facciata, emergono con decisione i temi tettonici di questa architettura.

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Il rivestimento metallico genera giochi di luce e ombra negli ambienti interni

 

Si fanno quindi strada le interruzioni, i distacchi, i giunti, le connessioni. In una parola, le discontinuità. Il continuo rimando tra stereometrico e tettonico costituisce una possibile chiave di lettura per interpretare un progetto che affronta la complessità dell’abitare condiviso, proponendo soluzioni innovative ai vincoli del contesto e alle emergenti transizioni degli assetti domestici.

 

di Gerardo Semprebon, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 26)

 

LA SCHEDA

Luogo: Belo Horizonte, Brasile
Cliente: Casamirador Incorporações
Progettista: Gisele Borges Arquitetura
Project Manager: Ulisses Mikhail Itokawa
Collaboratori: Helena Hostalácio, Iara Pimenta, Mariana Correa, Manuela Fratezzi, Luiza Menicucci, Gabriela Jacobina e Victor Lamounier.
Strutture: Bedê Consultoria e Projetos
Impianti: Protherm
Acustica: Opus
Serramenti e facciata: Aludesign
Data di completamento: 2021
Info: giseleborges.arq.br
Foto di: Pablo Gomide, Leon Myssior e Juliana Berzoini

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