Campo per rifugiati Habibi Community Centre, etica tra comunità e sostenibilità

Il progetto Habibi Community Centre propone una riflessione pratica su questi temi. L’architetto Peter Hasdell nell’intervista rilasciata a YouBuild ha infatti affermato: «Una delle cose che mi propongo di fare insieme al gruppo di collaboratori di Insitu- Project è di esplorare e trovare soluzioni sostenibili per quel 60% del mondo che non ha accesso alla sostenibilità sofisticata dell’Occidente come, ad esempio, le procedure di certificazione Leed o soluzioni altamente costose di prefabbricazione. Quello che facciamo è cercare di lavorare con le risorse locali e le capacità presenti nelle collettività che vivono i luoghi in cui siamo chiamati a progettare. Spesso la gente locale possiede già le abilità, ma non sa come metterle in pratica in maniera collettiva. Per questo nei nostri progetti non cerchiamo solo di guidare le persone, ma piuttosto di attivare le condizioni necessarie per far sì che siano in grado di rendersi autosufficienti».

E questa volontà metodologica progettuale è ben visibile in questo centro comunitario realizzato all’interno del campo per rifugiati in Iraq, dove sono ospitati più di 7.000 persone Yazidi, una minoranza etnica del paese mediorientale che, a partire dal 2014, ha subito il genocidio per mano dell’Isis. Il Centro presenta 350 mq di strutture sanitarie e sociali essenziali, tutte disposte attorno a un cortile che, come un’oasi, offre spazi di gioco e di incontro, in modo da accrescere la coesione tra i rifugiati.

Il progetto è stato sviluppato a stretto contatto con la comunità, che ha poi preso parte al processo di costruzione. Questo ha permesso lo sviluppo di competenze specifiche a soggetti che, potenzialmente, possono trasferire le competenze acquisite in altri progetti simili.

Soluzioni low-tech

Oltre a questo, il programma ha sviluppato una serie di soluzioni sostenibili low-tech, che sono state attuate in una prospettiva circolare di riuso delle risorse.

Infatti, in prima battuta, il progetto ha utilizzato materiali reperibili in loco, quali terra e vetro di scarto, che ha trasformato in materiali da costruzione per realizzare le murature, come è avvenuto per la sala destinata alla comunità costruita con la tecnica del  “superadobe” ovvero con sacchi riempiti di terra impilati gli uni sugli altri e poi ricoperti e resi solidali da un intonaco di terra.

I muri così ottenuti permettono di ridurre notevolmente i costi di costruzione, utilizzando unicamente materiale locale e incidendo inoltre sulla velocità di montaggio delle strutture.

Prestazioni termiche

L’utilizzo dei superadobe, infine, permette di migliorare le prestazioni termiche dell’architettura, perché avendo un’importante inerzia termica permette di ottimizzare le condizioni microclimatiche durante le estati torride e gli inverni rigidi che caratterizzano questa zona del mondo.

Sopra questi muri massicci, una fascia trasparente permette di massimizzare l’illuminazione naturale, mediata non attraverso finestre, ma filtrata tramite bottiglie in vetro riciclate.

Insieme a questo volume si affacciano sulla corte interna altri tre corpi che riutilizzano dei container sormontati da una copertura inclinata in lamiera, che determinando uno spazio di ventilazione, permette ai volumi di non surriscaldarsi, mentre consente la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana.

In sintesi, il progetto dell’ Habibi Community Centre incorpora principi di costruzione ambientale e di responsabilità comunitaria, sviluppando un vero e proprio prototipo potenzialmente esportabile in contesti similari.

La scheda

Progetto: Habibi Community Centre
Luogo: Bersive Internally Displaced Persons Camp, Zakho, Kurdistan, Nord Iraq
Cliente: HIS Foundation (Andrew Kwong) e Habibi International (Willy Tan)
Progetto: Insitu-Project (Peter Hasdell e Tan Ming) e ABCD Collaborative (Chan Hei);
Superadobe: Vide Terra (Davide Frasca); Finestratura in Bottiglie Riciclate: MedEast (Paul Kingery)
Campo da gioco: Catalytic Action (Giulia Galli) Project management: Habibi International (Heidi Tan, Jonathan Su), HIS Foundation (Andrew Kwong)
Realizzazione: 2022

di Kevin Santus | Politecnico di Milano

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Cliccando su accetta, o continuando la navigazione, acconsenti all’uso dei cookie. Accetta Maggiori informazioni