Lupoi (Oice): “La crisi della domanda pubblica non si ferma”

Il presidente Oice, Giorgio Lupoi, mette in guardia rispetto alla crisi della domanda pubblica per i servizi di ingegneria/architettura e sollecita una seria riglessione per migliorare il quadro delle regole anche per il post Pnrr.

Dati aggiornati al 31 maggio 2024

L’aggiornamento dell’Osservatorio Oice/Informatel al 31 maggio 2024 sul mercato dei servizi di ingegneria e architettura mostra una domanda pubblica ancora in forte calo rispetto allo scorso anno. Nei primi 5 mesi dell’anno, infatti, sommando i 588,2 milioni dei bandi di architettura e ingegneria agli 80,8 milioni di servizi compresi negli appalti integrati, si arriva a 669,0 milioni. Un calo del 66,3% sui primi 5 mesi 2023. Il confronto con i primi 5 mesi degli ultimi anni è sempre negativo: ‐59,4% rispetto al 2022, ‐37,0% rispetto al 2021 e ‐30,9% rispetto al 2020.

Nel mese di maggio per servizi puri di architettura e ingegneria sono state rilevate 295 gare per un importo di 147,5 milioni, rispetto ad aprile +5,4% in numero e +9,2% in valore. Il confronto con maggio dello scorso anno mostra un incremento del 5,0% in numero ma una diminuzione del 25,8% in valore.

Le gare di maggior importo, quelle per servizi tecnici oltre la soglia UE dei 215.000 euro, nei primi 5 mesi del 2024 sono 442 per un valore di 507,8 milioni, rispetto ai primi 5 mesi del 2023 calano del 42,8% in numero e del 58,8% in valore. A maggio 2024 sono stati pubblicati 108 bandi soprasoglia, ‐11,5% in numero e ‐33,2% in valore su maggio 2023.

La discesa non si ferma

Da gennaio a maggio 2024 continua la discesa dei dati delle gare di sola progettazione. Il valore è 181,4 milioni contro i 696,3 milioni degli stessi mesi del 2023 (‐74,0%). In maggio, rispetto ad aprile si registrano aumenti del 19,7% in numero e del 41,5% in valore.

Grafico dellandamento dei bandi di ingegneria ed architettura

A maggio gli accordi quadro sono stati 24 per 40,3 milioni. I primi cinque mesi si sono chiusi con 75 accordi quadro per 131,2 milioni:  -61,9% in numero, -74,0% in valore sugli stessi mesi del 2023. Nel mese di maggio 2024 i bandi per servizi tecnici sotto i 140.000 euro sono stati 156, il 52,9% del totale, per 4,9 milioni di euro, il 3,3% del valore totale.

Nei primi cinque mesi del 2024 i bandi sotto i 140.000 euro sono stati 692, il 55,9% del numero totale, per 28,9 milioni di euro, il 4,9% del valore totale.

Le gare di sola progettazione con importo maggiore di 140.000 euro pubblicate ai sensi del D.lgs 36/23 dal primo luglio 2023 a maggio 2024 sono state 361. Di queste 111 (il 30,7% del totale) con richiesta di ribasso unico sul compenso a base d’asta e 151 (il 41,8%) quelle in cui si chiedono requisiti su 5/10 anni, invece che su 3.

Calo anche per appalti integrati

Nel mese di maggio 2024 le gare rilevate per appalti integrati sono state solo 59 per un importo complessivo dei lavori di 706,2 milioni e con un importo dei servizi tecnici compresi stimato in 13,1 milioni. Rispetto al mese di maggio 2023 il numero è sceso del 73,1%, il valore dei lavori è sceso dell’88,4% e quello dei servizi è crollato del 94,6%.

Nei primi 5 mesi del 2024 i bandi per appalti integrati rilevati sono stati 267, con un importo di lavori di 3.310,8 milioni di lavori e 80,8 milioni di servizi tecnici. Rispetto agli stessi mesi del 2023 il numero cala del 69,3%, il valore dei lavori scende del 77,7% e quello dei servizi tecnici dell’86,6%.

Giorgio Lupoi | Presidente Oice

Giorgio Lupoi | Presidente Oice

I modesti recuperi di maggio su aprile non sono ancora i segnali di una inversione della tendenza perché la domanda torni sui livelli del 2021/2022.

È ormai evidente che la bolla del Pnrr si sta esaurendo, al netto di un presumibile incremento del mese di giugno nel quale la scadenza del 30 giugno probabilmente porterà a un aumento degli appalti integrati e della progettazione esecutiva ad essa connessa.

Siamo dell’avviso che le incertezze sui noti temi dell’equo compenso non stiano aiutando il mercato, ma ci risulta anche che alcune grandi committenze siano a corto di risorse a causa del mancato trasferimento dei fondi dagli enti sovraordinati.

Questi elementi, ai quali si aggiunge una scarsa concorrenza indotta dalla soglia fiduciaria a 140mila euro e anche la farraginosità delle procedure per i pagamenti, spesso ritardati di molti mesi anche a causa di condizioni contrattuali vessatorie, possono creare seri problemi di liquidità agli operatori economici, con tutte le ricadute del caso. È urgente, continuiamo a ripeterlo, una seria riflessione sul quadro delle regole per affrontare il post Pnrr.

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