Il Dispositivo domestico di Vacuum Atelier a Solza (Bergamo) tra eleganza e brutalismo

A Solza, piccolo paese dell’Isola bergamasca, lo studio Vacuum Atelier ha completato un intervento dalle dimensioni contenute su un edificio esistente, costruendo uno spazio che fa della poetica del materiale e dello spazio continuo gli elementi principali dell’architettura. Il tutto è coniugato da una filosofia del progetto che mira ad agire con l’azione minima, individuando l’identità essenziale dello spazio dell’abitazione.

Fondato dagli architetti Gino Baldi e Serena Comi, lo studio presenta il risultato di questo progetto come frutto di una più ampia ricerca, iniziata del 2020, condotta e sviluppata attraverso una serie di sperimentazioni progettuali sullo spazio domestico. Nello specifico, lo studio si è confrontato con una serie di interventi di riqualificazione di edifici costruiti intorno agli anni Sessanta, tema sempre più ricorrente nella pratica odierna. Infatti, gli incentivi degli ultimi anni hanno orientato il settore immobiliare verso un crescente numero di ristrutturazioni, a fronte di un numero minore di interventi di nuova costruzione.

Temi quali l’adattamento tecnologico, il rifacimento di facciate o l’efficientamento energetico hanno significato aprire una serie di possibilità progettuali su manufatti residenziali le cui qualità sono spesso poco evidenti. Il rischio è allora, sottolinea Vacuum Atelier, quello di effettuare ristrutturazioni che, pur efficientando l’involucro, persistano nel produrre spazi privi di carattere e qualità architettonica. Qui gli architetti hanno impostato una riflessione riguardante la possibilità di ripensare il progetto dello spazio interno, proponendo una ricerca chiamata Super Domus, svolta attraverso la pratica professionale architettonica diretta.

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Super Domus: sei modelli per sei interventi di progetto. Courtesy of Vacuum Atelier, foto di Sara Aresu Photography

 

Attraverso questa ricerca pratica Baldi e Comi, insieme ai loro collaboratori, hanno messo a punto un metodo di progetto per il tessuto abitativo delle case unifamiliari isolate costruite durante il boom economico del secolo passato, che necessitano di una rigenerazione sia rispetto tematiche energetiche sia rispetto all’uso dei loro spazi e alla qualità degli ambienti stessi.

Per far ciò lo studio ha individuato i caratteri tipologici ricorrenti per trarne una reinterpretazione contemporanea, capace di operare con l’esistente in un’ottica di azione minima per reinterpretare con eleganza i caratteri tipici di queste architetture domestiche. Attraverso la formulazione di interventi che adattino sia in maniera spaziale sia figurativa l’ambiente domestico, lo studio mostra la possibilità di configurare una risposta originale e rinnovata a un tema altrimenti ripetitivo. L’architettura focalizza quindi pochi elementi o frammenti capaci di spiegare i fenomeni complessi dello spazio, legando l’identità dell’esistente, rivelandola, e consentendo al contempo di reinterpretarla in chiave diversa.

Il progetto di riqualificazione dell’edificio residenziale di Solza, parte da una riflessione rispetto le diverse risorse presenti, cercando una contrattazione rispetto alla serie di potenzialità e ai limiti che lo studio si è trovato ad affrontare. Tra limiti progettuali, amministrativi, economici, opportunità materiche, compositive e necessità spaziali, il concept di progetto diventa un’operazione che individua l’essenzialità pratica, in una forma di contrattazione tra edificio, struttura, finiture e funzionalità.

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Pianta dell’intervento “Dispositivo domestico”. Courtesy of Vacuum Atelier
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Esploso del progetto “Dispositivo domestico”. Courtesy of Vacuum Atelier

Il progetto libera l’area interna della zona giorno, che diventa uno spazio per lo più continuo, in cui gli unici elementi autonomi diventano quelli della struttura, che grezza e dai toni grigiastri risalta dal resto delle superfici. Gli elementi portanti diventano valore architettonico oltre che tecnico, lasciando il resto dello spazio completamente libero. Le travi esistenti, a loro volta, sono portate a vista, così da delimitare visivamente i vani, e al contempo disegnare gli elementi caratteristici di questa abitazione. Infine, le finiture dell’abitazione vedono la prevalenza del bianco per le pareti verticali, mentre per i servizi si pongono in continuità con i colori esterni. Infine, attraverso l’utilizzo di un tessuto sono differenziati i vari spazi, sottolineando la dicotomia tra il grande spazio continuo e gli elementi di servizio posti al margine.

 

Il carattere industriale dello spazio, in cui gli elementi portanti a vista trasmettono la ruvidità della costruzione, riesce così a trovare una tensione tra eleganza e brutalismo, dove il progetto valorizza l’esistente, aprendolo e disegnando spazi dal linguaggio contemporaneo.

Tre dettagli della costruzione, da sinistra, il sistema di gronda, una finestra, l’attacco a terra dell’edificio. Seguendo la sua filosofia, Vacuum Atelier non rilascia ‘foto d’insieme’, ma solo viste parziali o dettagli delle proprie architetture

 

Il progetto di questo Dispositivo domestico individua un metodo d’azione sui manufatti del recente passato, dove la sperimentazione architettonica si confronta con l’uso sapiente del materiale, con il comprendere che cosa mantenere e quale valore riuscire a conferire al riuso delle strutture esistenti, non in una forma di eliminazione di ciò che c’è già, ma piuttosto una sua valorizzazione in chiave contemporanea. In bilico tra necessità e volontà di progetto, l’abitazione vede allora nei pochi elementi progettali utilizzati l’azione essenziale, in un processo di contrattazione tra progetto e esistente.

di Kevin Santus, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 26)

 

LA SCHEDA

Progetto: Dispositivo domestico
Cliente: Privato
Luogo: Solza (Bergamo)
Progettista: Vacuum Atelier
Anno di realizzazione: 2020-2022
Info: www.vacuumproject.com

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