Indoor landscape nella Diagonal Blue House di Fabrizio Leoni a Barcellona

Il bancone della cucina. ©Filippo Poli

L’architettura d’interni per la residenza, nella sua peculiarità di coinvolgere la sfera privata di chi la abiterà, in alcuni casi manifesta aspetti intimi di chi lo progetta, mediante tracce, dettagli e cenni che, inseriti in un percorso coerente e riconoscibile, generano una semantica dello spazio la cui leggibilità è sia rivelata che rivelatrice del percorso di un architetto. Si tratta di quello che è avvenuto nel dialogo intercorso con Fabrizio Leoni, che racconta il suo progetto Diagonal Azure per un appartamento privato a Barcellona.

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L’architetto Fabrizio-Leoni. ©Filippo Poli

Il linguaggio del progetto narra e riassume un percorso costruito su un eclettismo di interessi e una formazione internazionale. Si ritrova l’influenza milanese nello spazio caratterizzato da arredi fissi, «microorganismi che popolano lo spazio vuoto», si legge l’influsso degli studi sperimentali al Sci-Arc di Los Angeles nell’utilizzo del multistrato di betulla, così come è riconoscibile, nella tettonica dello spazio, traccia del periodo speso a Lisbona.

Il tema dominante del progetto è appunto quello dell’arredo fisso che consente di operare con una metodologia ben precisa. Il progettista spoglia lo spazio esistente di tutti gli elementi non essenziali (tavolati, finiture, rivestimenti), per ripopolarlo con delle piccole architetture, arredi appunto, ma anche interi locali, la cui geometria e i rapporti reciproci siano non solo funzionali, ma anche plastici e risultino, nell’insieme, quasi definibili come un indoor landscape.

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Vista della zona giorno. ©Filippo Poli

Nel concepire Diagonal Azure, il lavoro di liberazione dello spazio ha portato, per esempio, a scoprire curiose strutture metalliche che evocano un immaginario quasi post-industriale, in contrasto con la location (una palazzina residenziale di fine anni Sessanta in uno dei quartieri più prestigiosi di Barcellona). Questo elemento, che scandisce e attraversa lo spazio longitudinalmente, è così diventato ossatura sulla quale costruire tutto il nuovo intervento costellato di piani orizzontali, cabinet e pareti attrezzate che collegano i due fronti finestrati dell’appartamento.

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Il lungo corridoio passante è ritmato dalla presenza dei pilastri originali in acciaio, trattati come sculture. ©Filippo Poli
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La spina centrale in blu cobalto. ©Filippo Poli

La necessità di unione ragiona sull’ammorbidire una tipologia edilizia piuttosto frequente a Barcellona, dove le normative locali, altamente speculative, consentivano l’edificazione di quasi tutto il lotto e di conseguenza l’esistenza di unità estremamente lunghe (in questo caso oltre 27 metri), con unico affaccio su fronti opposti (gli ambienti exteriores) e illuminazione dei locali centrali mediante cavedi (gli ambienti interiores).

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Planimetria generale. ©Fabrizio Leoni

L’opera di ripensamento dello spazio non si esaurisce nella sola definizione di un nuovo paesaggio di piani e volumi, ma anche nell’individuazione di colori e materiali. Con un «approccio laico all’utilizzo dei materiali» si trovano quindi coniugati elementi severi, come il bancone della cucina e il camino caratterizzati da nero assoluto, cotto e plywood, ad altri più mondani, come i metalli oro lucido, le rubinetterie oro rosa e il vero protagonista della scena, il blu cobalto, che sottolinea e rafforza il plasticismo della spina centrale che ha il suo accento più forte nel cabinet sospeso da terra, l’elemento nodale della casa che più di tutti mostra come il linguaggio dell’architettura possa stratificarsi sugli elementi di arredo.

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Cabina armadio passante tra la camera padronale e il bagno ‘en suite’. ©Filippo Poli
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Bagno padronale. ©Filippo Poli
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Bagno padronale. ©Filippo Poli

Questa comunione tra minimale e mondano è anche avvenuta per rispondere a un certo mood del cliente, che Leoni cerca sempre di interpretare perché, anche rimanendo nei confini della riservatezza, bisogna «saper sbirciare la vita dei clienti, per conoscerli, capirli». Non si tratta di assecondare. Anzi, al contrario, si tratta di trovare le giuste pieghe per mantenere una leggibilità di percorso pur nelle variazioni del contesto.

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Schizzi concettuali e di studio per il blocco bancone del living-cucina. © Fabrizio Leoni Architettura

Un percorso che trova forse la sua espressione più significativa nel bancone cucina, che è «l’ultima evoluzione di un bancone che feci per il mio studio a Cagliari. Perché bisogna sperimentare su se stessi, prima di proporre ai clienti».

di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 22)

 

LA SCHEDA

Cliente: Privato
Luogo: Barcellona (Spagna)
Anno: 2018-2020
Progetto e DL: Fabrizio Leoni Architettura (Fabrizio Leoni)
Superficie: 250 m2
Web: www.fabrizioleoniarchitettura.com
Fotografie: ©Filippo Poli courtesy Fabrizio Leoni Architettura

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