Cambiamento climatico in architettura, istruzioni per l’uso

di Emilia Corradi, Politecnico di Milano

I fenomeni climatici estremi determinano una incapacità di tenuta dei manufatti architettonici, degli spazi che quotidianamente utilizziamo per vivere, lavorare, studiare, trascorrere il tempo libero. L’influenza di fenomeni atmosferici cha vanno da alluvioni, a bolle di calore, nevicate a latitudini improbabili, che si oppongono a fenomeni di desertificazione, saranno sempre più frequenti e ci toccheranno sempre più da vicino.

 

Polimi cambamento climatico
La proposta NeighBourHub del gruppo Polimi nell’ambito del workshop internazionale di ricerca progettuale Stad van de Toekomst / City of the Future

 

Condizioni di criticità estreme che scontano un ritardo drammatico sia nella comprensione della dimensione del problema che nella possibilità di attuare politiche e azioni di contrasto o di riduzione degli effetti. A questo quadro, si aggiunge l’emergenza dell’innalzamento dei livelli dei mari in cui la questione di tutela e salvaguardia degli insediamenti costieri sta già mostrando l’influenza che ha sulle nostre coste, sui sistemi fluviali e sugli insediamenti costieri.

Il ciclo d’uso ordinario e in emergenza

 

Strategia di adattamento

Una delle strategie di adattamento delle città e dei territori può passare attraverso le Nature Based Solution (Nbs), che sono mutuate dalla natura o per principi o per assimilazione dei comportamenti o per adattamento degli stessi. Questo tipo di strategia ha come obiettivo primario quello di trasformare la natura in bene economico e coincide con quanto previsto dall’Unione Europea che individua nella progettazione sostenibile, attuata attraverso opportune politiche di finanziamento per mezzo di bandi competitivi, una strada percorribile per ridurre l’incidenza del cambiamento climatico su sistemi urbani e territoriali. L’Unione Europea invita istituzioni, enti di ricerca, associazioni, privati ed imprese a concorrere insieme per finalizzare azioni multiscalari e multidisciplinari utili a produrre un’inversione di tendenza nell’aggressione all’ambiente e alle sue risorse.

 

La resilienza

Una tendenza che spinge sempre di più i paesi Europei a incrementare azioni di ricerca e di applicazione di regole e principi per rendere le città, le architetture e i paesaggi sempre più resilienti, con l’obiettivo principale di salvaguardare vite umane, ridurre i costi delle emergenze e valorizzare la prevenzione come strategia. L’approccio proposto dalle Nbs, di fatto, incide su molti piani di gestione e governo delle strategie di adattamento delle città al cambiamento climatico, ma soprattutto richiede una visione rigeneratrice sia di pratiche straordinarie della costruzione e trasformazione urbana che di pratiche ordinarie, adattabili ai singoli edifici, agli spazi urbani, agli spazi infrastrutturali.

Passare da un sistema urbano, strutturato su infrastrutture grigie a sistemi e insediamenti che privilegiano sistemi di infrastrutture «blu/verdi» per mezzo di azioni semplici, richiedono in realtà principalmente un cambio di mentalità. Per esempio, migliorare l’assorbimento delle superfici pavimentate per ridurre il fenomeno del ruscellamento tipico delle alluvioni, o ridurre le temperature urbane, attraverso l’uso del verde, incrementando il processo di assorbimento della Co2 e conseguentemente incidere sul confort termico e sul miglioramento dell’aria nelle diverse soluzioni di facile attuabilità.

 

Strumenti e tecniche

Si tratta di introdurre un processo che incide su strumenti e tecniche del progetto che a loro volta devono coinvolgere abitanti, amministrazioni, imprenditoria, mondo della produzione di materiali per l’edilizia e dei sistemi digitali, per il controllo e il monitoraggio dei risultati. In questa direzione, sempre di più lo scambio e la conoscenza di esperienze in atto con altre realtà europee, che da anni hanno avviato politiche e processi di trasformazione urbana per ridurre gli effetti del cambiamento climatico, consente di poter acquisire metodologie e tecniche di progetto utili a impostare un processo virtuoso nell’ambito dei progetti di edifici, spazi aperti, infrastrutture.

 

cambiamento climatico sito
Sequenza temporale nella rigenerazione del sito
cambiamento climatico città
Sequenza temporale nella rielaborazione del disegno dell’area in relazione alla città di Amsterdam

 

Una recente esperienza di research by design ha visto riunite università italiane e europee tra cui il Politecnico di Milano. Il workshop internazionale di ricerca progettuale Stad van de Toekomst / City of the Future organizzato dalla Tu Delft/Dimi (Delft Deltas, Infrastructure& Mobility Initiative) e Bna (The Royal Institute of Ducht Architetcure), ha avuto come approccio quello di avviare un confronto sull’evoluzione delle tecniche progettuali a partire da alcuni casi studio specifici individuati in cinque città olandesi: Amsterdam, Rotterdam, Eindhoven, L’Aia e Utrecht.

In questa esperienza si sono messe in campo strategie di progetto attraverso un concetto di circolarità, prevedendo interventi di recupero urbano alla scala dell’architettura, delle infrastrutture e degli spazi pubblici di porzioni di città soggette in un futuro molto breve, circa 80 anni, a soccombere all’innalzamento del livello del mare.

 

Sinergie necessarie

L’impostazione metodologica è stata quella di costruire una sinergia tra ricerca e operatività grazie ad un mix di contributi derivanti sia dai diversi gruppi di ricerca coinvolti e sia da professionisti olandesi coinvolti nell’iniziativa. Un percorso che ha consentito al gruppo Polimi (riportato in fondo a questa pagina) di individuare con la proposta NeighBourHub, una modalità di intervento a differenti scale, in una scansione cronologica idonea a rendere efficaci tutte le azioni previste dal progetto, che vanno da quelle di ridefinizione dei ruoli urbani dell’area oggetto di intervento a quella di aggregazione di architetture tali da attivare processi di riduzione e di mitigazione degli effetti di innalzamento del livello del mare.

 

 

Le soluzioni previste lavorano sia sul principio complessivo di riciclo, con un mix di funzioni d’uso e un articolato sistema di interrelazioni tra flussi di diversa natura e uso degli spazi e degli edifici, in cui le tecniche di recupero e riuso si strutturano in una dimensione di prevenzione del rischio conseguente al cambiamento climatico.

 

LA SCHEDA

NeighBourHub
Gruppo di lavoro
: Politecnico di Milano, Dastu Dipartimento di Architettura e Studi Urbani
Responsabili scientifici: Ilaria Valente, Emilia Corradi
Docenti: Fabrizia Berlingieri, Marco Bovati, Emilia Corradi, Cassandra Cozza, Luca Maria Francesco Fabris
Studenti: Veronica Anelli, Gaia Calegari, Isabella Flore, Ludovica Gammaitoni, Benedetta Gatti, Ekin Firat, Kesimalioglu, Song Mzngjiad, Kevin Santus, Stefano Sartorio, Arianna Scaioli, (Polimi); Francisco Gabriel Garcia Gonzalez, Thomas Dillon Peynado, Mesut Ulkü (Tu Delft)
Professionisti ed esperti: Oscar Vos, Krft; Antonia Šore, Except

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