ARCHITECH – How do you spell… Bim?

di Michele Carradori, direttore BIS-lab, Building Innovation and Skills-lab, Gruppo Contec

Di Bim si è parlato spesso negli ultimi anni. Questo acronimo, infatti, non sembra voler cedere il passo nei dialoghi attorno all’edilizia che animano conferenze, fiere, riviste di settore, portali d’informazione. Le stesse tre lettere non hanno avuto lo stesso successo nel contesto professionale dove, se si considera il comparto nella sua totalità, il Bim non ha ancora raggiunto una diffusione capillare.

 

Michele Carradori Bim Gruppo Contec
Michele Carradori

 

Tuttavia, al di là dello iato tra le potenzialità di questo nuovo approccio al fatto edilizio e i casi concreti di sua reale applicazione, resta intatta la necessità di occuparsi di questa tematica, da molti riconosciuta come l’inderogabile futuro delle costruzioni. È con questa premessa che questo contributo intende chiedersi quale sia il significato, oggi, di Bim, acronimo di Building Information Modeling.

 

Radici lontane

La grande diffusione del termine ha inizio nel 2002, grazie alla pubblicazione (decisamente azzeccata) di un white paper redatto da Autodesk. Pare, però, che non ci sia stata grande creatività da parte della software house californiana, se è vero, com’è vero, che nel 1992 van Nederveenand e Tolman avevano già parlato di Building Information Model e, ancor prima, nel 1996, Aish di Building Modeling.

Ancor più lontana nel tempo è la ricerca di Eastman, che con il suo Building Description System del 1974 si è inconsapevolemente guadagnato la palma di padre putativo del Bim, o l’intuizione di Englebart nell’ancor più lontano 1962. È dunque facile immaginare come un concetto che ha avviato il suo processo di formalizzazione quasi 60 anni fa possa essere passato, nel tempo, per progressive revisioni e aggiornamenti.

 

La lettera M

L’interpretazione originale dell’acronimo Bim tendeva a porre l’accento sulla «M» di Modeling, focalizzando quindi l’attenzione sulla produzione e l’utilizzo di modelli grafici e informativi dell’intervento allo studio, in luogo dei tradizionali elaborati Cad, pur già digitali. Un Building Information Model è la simulazione digitale di un’opera, o del progetto, che presenta tre caratteristiche fondamentali.

 

 

Un Building Information Model è tridimensionale, si esprime attraverso oggetti (spazio, muro, finestra, terminale dell’aria) che simulano elementi reali, non attraverso simboli grafici (punti, line, superfici) indipendenti dall’oggetto rappresentato, è parametrica (gli oggetti che costituiscono il modello sono quantificati e qualificati attraverso parametri che ne determinano le caratteristiche, geometriche e non), è relazionale (gli oggetti stabiliscono tra loro delle relazioni che tessono l’infrastruttura informativa dell’opera).

 

La lettera I

La più recente tendenza nel riconoscere nella «I» di Information l’aspetto nodale dell’innovazione che il Bim propone, ha coinciso effettivamente con un’estensione dell’accezione originaria del termine. Complice, probabilmente, anche la concomitante evoluzione degli strumenti software, oggi, utilizzando l’acronimo Bim si fa riferimento a una modalità di approccio al processo edilizio di cui i Building Information Model sono una componente fondamentale, ma non esclusiva.

Parlando di un progetto (inteso nel più ampio senso dell’inglese project) «gestito con approccio Bim», come sovente si sente dire, si sottintendono attività quali l’attività di esplicitazione dei requisiti informativi e la conseguente redazione di documenti quali Capitolato Informativo, offerta e piano di Gestione Informativa, l’utilizzo di strumenti di information management quali i Common Data Environment, la condivisione e il riutilizzo delle informazioni contenute nei modelli informativi per scopi diversi (coordinamento interdisciplinare, verifica dei contenuti informativi, simulazioni specialistiche).

In altre parole, dicendo Bim intendiamo una metodologia di lavoro finalizzata a una gestione digitale delle informazioni relative ad un’opera e dei flussi informativi che la riguardano. Non a caso, uno sviluppo alternativo dell’acronimo che ha raccolto il gradimento degli addetti ai lavori è quello di Better Information Management.

 

La lettera B

Lo stesso ambito di applicazione del Bim è stato, ed è, oggetto di ampliamento: a partire dalla «B» di Building, associata ad interventi di nuova edilizia verticale, hanno trovato diffusione i concetti di hBim (heritage/historic Bim), relativamente al patrimonio costruito, o di infraBim, qualora applicato agli interventi infrastrutturali.

E l’applicazione delle tecnologie digitali al mondo delle costruzioni continua nella sua espansione, allargando il perimetro di quello che per noi oggi è il Building Information Modeling: il nuovo concetto di Digital Twin è infatti già pronto a tenerci compagnia per tutto il 2020 e, verosimilmente, oltre.

 

Libri chiave

• D. C. Englebart, «Augmenting Human Intellect», 1962
• C. M. Eastman, «An Outline of the Building Description System», 1974
• R. Aish,«Building modelling the key to integrated construction Cad», 1986
• G.A. van Nederveenand, F. Tolman, «Modelling Multiple Views on Buildings», 1992

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