La progettazione preventiva e adeguata della linea vita

Tema difficile quello della linea vita. L’eclettismo morfologico che contraddistingue le coperture del nostro territorio, diretta conseguenza della fantasia sfrenata di noi progettisti, non agevola di certo il compito. Lo scenario tipico davanti al quale si trova il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, al quale viene richiesto di seguire questa «incombenza», è il seguente: cantiere in piena attività, il progettista delle opere ha deciso di proporre i pannelli sul tetto, si viene chiamati di corsa per dare indicazioni esecutive. Ci si ritrova con una situazione complessa da sbrogliare efficacemente, in fretta, e senza tante storie.

Linea vita: tempi e costi non preventivati

Una volta formulata la proposta progettuale sulle peculiarità della struttura e sulle necessità effettive di utilizzo, si illustra la soluzione a tutti, contenti di essere riusciti a farcela nel poco tempo concesso. E che cosa succede? Ci si imbatte nello sconcerto timoroso del committente, il quale si trova a fare i conti con una spesa che non ha preventivato, nello stato di avanzamento lavori del cantiere, che è già al limite del punto di non ritorno, nell’impresario rabbioso, che sbuffa perché pensava di aver già chiuso la questione tetto una volta per tutte. Esito: malumori sotterranei, malcontento generalizzato, fermo cantiere, che sono alla fine tutte colpe dell’ultimo arrivato guastafeste.

La progettazione intelligente della linea vita

A volte, però, va meglio, nel senso che il progettista illuminato chiama durante la fase di ideazione, concerta i tempi e i modi della linea vita e delle opere strutturali necessarie, il cliente se ne fa una ragione, l’impresario non ha nulla da obiettare perché è in grado di preventivare tempi e costi. Tutto bene, quindi.

Piastra aggiuntiva esterna a supporto del paletto di una linea vita di tipo “c”

Purtroppo in un periodo di difficoltà economica, di ricerca di un’ecosostenibilità ambientale reale del costruito, di necessità energetiche sempre più performanti, ma comunque ecocompatibili, manutenzione e sicurezza sono temi importanti, costitutivi nell’impianto generale di una costruzione. Non possono assolutamente essere lasciati a corollario di una progettazione che si possa qualificare come seria. Il lavoro da fare a monte, rigorosamente di squadra, diventa quindi sostanziale.

La sicurezza deve essere studiata con attenzione

Per chi ancora non si occupa della progettazione degli approntamenti di sicurezza per le manutenzioni in quota, ma vuole saperne di più, è di fondamentale importanza porre l’accento su alcuni punti. Innanzitutto, è indispensabile seguire un corso specialistico ampio, che approfondisca possibilmente con serietà i numerosi temi strutturali collegati. È una progettazione delicata, questa, che ha come obiettivo la salvaguardia della vita umana, quindi niente sconti, bisogna approfondire il tema.

Altro elemento fondamentale è rappresentato dal fatto che, una volta completato il sistema, questo è lasciato nelle mani del padrone di casa, che sarà il custode unico dell’apparato e che, a sua volta, dovrà trasmettere con correttezza agli operatori le necessarie informazioni per un corretto utilizzo.

La progettazione adeguata della linea vita

Nessuno pensa che gli operatori della manutenzione siano degli sprovveduti, però ogni sistema è modellato sulla peculiarità dell’edificio che lo ospita, per cui alcuni particolari sono esclusivi e riservati per quella specifica conformazione, perciò è assolutamente necessaria l’informazione preventiva del lavoratore.

Ganci puntuali aggraffati su manto metallico

Una linea vita ben progettata terrà conto delle molteplici variabili da analizzare in fase progettuale: la geometria della copertura, gli elementi e i materiali che la compongono, la sua morfologia strutturale, la sua integrità strutturale in caso di ristrutturazione, le condizioni al contorno che individuano le necessità di manutenzione, come pannelli, grondaie, camini, alberi; ultimi, ma non meno importanti, i percorsi di risalita e i percorsi in quota.

Il taglio di tempi e costi per la linea vita

I percorsi appunto rappresentano la porzione progettuale che identificherà maggiormente il bravo progettista della sicurezza: un percorso (e un’uscita) in copertura il più semplice possibile, adeguato sì alla forma ma anche alle necessità, che tenga in conto di tutto quello che è possibile manutenere nelle vicinanze del percorso stesso, porta come conseguenza un’ottimizzazione dei costi e dei benefici. Con gran gioia del padrone di casa. E se questo è importante per un’abitazione, lo è ancora di più in organismi produttivi commerciali, dove la sicurezza ormai è di casa, ma l’attenzione ai costi è sempre più acuta.

Ottimizzare il budget riservato alla sicurezza in copertura, non vuol dire semplicemente scegliere il sistema meno costoso e fare in modo che vada bene, ma utilizzare intelligentemente le risorse grazie a una progettazione adeguata, che parta da uno studio opportuno dei percorsi da fare, che utilizzi i punti di ancoraggio in modo tale che siano utili per più passaggi o per più azioni manutentive, così da risultare più semplicemente usufruibili anche da chi viene dopo di noi.

Documentazione post progettazione

È chiaro comunque che, senza pannelli, fotovoltaici o solari che siano, questo settore non si sarebbe mai ampliato in maniera così considerevole, come oggi possiamo percepire, con decine di aziende, più o meno strutturate, che offrono apparentemente tutte gli stessi prodotti. Dico apparentemente, perché non tutte sono in grado di fornire, ai professionisti che le richiedono, schede tecniche esaustive e test sufficienti a determinare la serietà delle prove effettuate sui materiali che vendono, soprattutto se l’applicazione degli stessi avviene su sistemi strutturali complessi, che non siano le solite solette in calcestruzzo armato o i solai in laterocemento.

Piastra per aggancio puntuale su copertura piana

Tutte però si appoggiano a uno studio tecnico o a un professionista di fiducia per fornire anche un servizio di progettazione e documentazione a chiusura della fornitura, quindi sono in grado di assumersi progettazione, realizzazione e responsabilità che ne derivano. Questo è un ottimo sistema per risolvere il problema se il professionista non se ne vuole occupare direttamente.

Studiare la struttura per garantire la sicurezza

Un suggerimento pratico, utile nel caso si demandi ad altri la predisposizione, è di accertare con attenzione le geometrie e le condizioni strutturali della copertura, trasmettendo poi le corrette informazioni alla ditta fornitrice. Ciò al fine di mettere in condizione i progettisti della ditta di fare un progetto calzante sulle esigenze e sulle effettive condizioni dell’edificio sul quale si andrà a operare.

Rinforzo strutturale interno per posizionamento linea vita su copertura in legno esistente, struttura di copertura in latero-cemento

Non accontentatevi di una soluzione standard, perché spesso non è sufficientemente sicura. Al termine dei lavori di installazione, sarà indispensabile farsi dare, oltre alla documentazione di rito che viene sempre consegnata, una specifica attestazione strutturale su quanto eseguito, da allegare al libretto di manutenzione dell’opera e da consegnare al committente.

Questa certificazione, redatta da un professionista abilitato, garantirà l’efficienza strutturale dei collegamenti del presidio di sicurezza alle strutture portanti della copertura, oltre a attestare la resistenza intrinseca del sistema (approntamenti di sicurezza + attacchi strutturali all’esistente) alla caduta anche simultanea, degli uomini in numero pari a quello dichiarato nel libretto dell’opera. Senza affrontare il pesante tema delle responsabilità civili e penali di chi progetta e fa eseguire questo genere di opere, è meglio comunque avere ben presente che specificatamente in questo campo si ragiona della sicurezza e della vita di altri uomini, il resto è tutta poesia.

(Barbara Patanè)

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