Le criticità del settore secondo Federcostruzioni: dazi, materie prime, energia e personale

L’export pesa parecchio sulla bilancia del settore costruzioni; sono infatti destinati al mercato estero:

  • il 62% delle produzioni meccaniche e della produzione e commercio di macchine per il movimento terra e per l’edilizia,
  • il 48% circa della produzione in ceramica, laterizi, materiali in legno e marmo,
  • il 41,6% circa della produzione di prodotti metalliferi,
  • il 30% della produzione in vetro,
  • il 27% circa dei prodotti chimici.

Federcostruzioni – federazione di Confindustria che raggruppa le associazioni che rappresentano i settori che insieme formano le filiere delle costruzioni – ha per questo analizzato gli scenari possibili provocati dai dazi, ma non solo. In una sua recente nota ha fatto il punto anche su materie prime critiche, costi energetici e mercato del lavoro.

I dazi

Le politiche protezionistiche perseguite dalla nuova Amministrazione americana marcano un cambio repentino e gravido di conseguenze per i flussi commerciali a livello mondiale.
Secondo Confindustria l’economia italiana con dazi al 20% avrebbe una crescita dello 0.3% nel 2025.

L’export nazionale verso l’Usa attiva il 7% della produzione manifatturiera nazionale, circa 90 mld, in modo diretto e indiretto. Gli Usa sono la prima destinazione extra Ue di beni, servizi e degli Ide, il secondo mercato per i beni italiani: il 10,4% del totale.

L’Italia è il secondo paese esportatore dopo la Germania. L’Istat certifica che a febbraio l’export italiano verso gli Usa è diminuito del 9,6%. Nel campo specifico di Federcostruzioni sono colpiti direttamente i settori dell’acciaio, alluminio, ceramica, macchine per movimenti di terra e per l’edilizia, legno, vetro, chimica, marmo e tecnologici.

Per le politiche commerciali Federcostruzioni propone:
  1. Piano di investimenti di medio-lungo periodo.
  2. Rafforzamento mercato italiano ed europeo.
  3. Diversificazione mercati di sbocco.
  4. Revisione Ets, revisione Bref.
  5. Allungare i tempi per gli utilizzi degli incentivi per l’industria 5.0.
  6. Promuovere l’utilizzo di materiali da costruzione a basso impatto ambientale.

Le materie prime critiche

L’imposizione di barriere daziarie comporta un aumento della complessità dei flussi di approvvigionamento e una riduzione delle convenienze economiche e logistiche.

Federcostruttori materie prime critiche
Federcostruttori | Materie prime critiche

Come si vede c’è una forte concentrazione della disponibilità di risorse grezze e finite. In Italia per affrontare la tematica è stato varato il Dl n. 84/2024 che spinge sulla ripresa dell’attività estrattiva e la circolarità.
Stando ai giacimenti attivi la Cina non solo è la più ricca in quantità ma anche per numero di siti estrattivi.
Per ovviare alla minore convenienza si può ricorrere senz’altro ad un maggiore riutilizzo (circolarità delle risorse), ma non sempre questo è possibile o in alcuni casi ha alti costi ambientali e di investimento che certo non possono essere visti solo in ottica di Paese.

Federcostruttori utilizzo per settore
Federcostruttori | Utilizzo per settore
Federcostruttori riciclo
Federcostruttori | Riciclo
Federcostruttori alluminio nel settore costruzioni
Federcostruttori | Alluminio nel settore costruzioni
Sulla gestione dei materiali critici Federcostruzioni propone:
  • Elaborare un piano al livello nazionale inserito in un più ampio Piano europeo per la gestionedell’approvvigionamento dei materiali critici (metalli e minerali indispensabili per i processi produttivi come ad esempio terre rare, alluminio, grafite, acciaio …)
  • l’Unione Europea deve spingere sul riciclo e la circolarità delle risorse e sulla ricerca.
  • elaborare un piano di ricerca industriale dedicato, da studiare e sviluppare all’interno di un tavolo congiunto con le imprese.
  • Le indagini geologiche e minerarie suggeriscono che esistono numerose riserve e depositi, tuttora non sfruttati, di materie prime critiche in diversi paesi del mondo che consentirebbero di aggirare i rischi di dipendenza dalla concentrazione delle fonti di approvvigionamento.
  • Ulteriore approccio percorribile sarebbe l’incentivazione, tramite politiche di finanziamento e di semplificazione, di pratiche di simbiosi industriale ed economia circolareper garantire il riciclo e riuso diretto di quei prodotti chimici di scarto emessi dalle produzioni
  • Da ultimo si segnala per completezza la possibilità di prevederel’incremento della dotazione impiantistica italiana per il recupero di Crm e terre rare dai rifiuti. 

I costi energetici

Altro tema di grande importanza e criticità è quello dell’energia.

Confindustria stima una necessità di disponibilità di energia al 2050 almeno doppia di quella attuale.

  • I costi dell’energia in Italia (aprile 2025 62,6 €/MWh, ma 143 euro/MWh gennaio 2025) sono più alti del 40% dei competitor europei.
  • Nel 2024 la media dei prezzi sul mercato del giorno prima euro/MWh erano: 108 Italia; 63 Spagna; 78 Germania; 58 Francia.
  • L’aumento dei costi energetici ha colpito tutte le imprese, sia quelle ad alta intensità energetica sia quelle la cui componente energetica è parte consistente della struttura dei costi.
  • Il dl Energia n. 19/2025 recentemente varato si presenta senza nessuna misura efficace per le Imprese. Confindustria evidenzia la gravità di questa situazione che non tutela il tessuto produttivo italiano.
  • Disaccoppiare costi energetici in funzione delle fonti di produzione.
    Attualmente Il prezzo del gas determina anche il prezzo dell’energia elettricaattraverso il meccanismo denominato marginal price, valido in tutta Europa. In sostanza il prezzo dell’elettricità è calcolato dal prezzo di vendita alla rete dell’energia elettrica prodotta dalla centrale turbogas più inefficiente.
Sulle questioni energetiche Federcostruzioni propone:
  • Una visione di ungo periodo: la continua ricerca dell’efficienza energetica, la progressiva sostituzione dei combustibili fossili con energia rinnovabile (H2 e energia elettrica rinnovabile), con la possibilità di esplorare lo sviluppo dell’energia nucleare di ultima generazione e le attività di cattura, stoccaggio e riutilizzo della CO2;
  • Meccanismi di energy release: il decreto per incentivare l’autoproduzione di energia dell’industria avvantaggia circa 4.500 imprese. Il costo si attesta su 65 euro/Mwh per tre anni a fronte della restituzione in 20 anni. Vale per le imprese Iscritte alle Casse per il settore elettrico coprendo circa ¼ dei loro consumi
  • Rivedere la gas release poiché è su un binario morto.
  • Le aziende energivore in senso stretto possono contare su diversi sistemi di tutela che sebbene di carattere emergenziale e soggette a rinnovo stanno funzionando. Tuttavia, si tratta di misure tampone che non garantiscono una soluzione strutturale al problema

Mercato del lavoro

Il settore si trova ad affrontare il problema della scarsità di manodopera:

  • mancanza di personale qualificato
  • complessità tecnologiche, organizzative e di processo sempre maggiori da affrontare nelle realizzazioni
  • produttività da ottimizzare e incrementare.

Oggi il gap tra domanda e offerta ha raggiunto il 50% (Dato Confindustria).

La difficoltà di reperimento degli addetti in vari settori

Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro resta, nella media, stabile al 47,8% soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte. Nelle costruzioni (62,1 %) il livello più alto, i profili ricercati dalle imprese edili sono dì difficile reperimento, così come nella meccatronica (59,5%), metallurgica (59,4%) e legno-mobile (57,4%). Tra le professioni intellettuali gli ingegneri (58,4%) e gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni.

Federcostruttori difficoltà di reperimento degli addetti
Federcostruttori | Difficoltà di reperimento degli addetti
Sulle questioni del mercato del lavoro Federcostruzioni propone:
  • Una gestione dei flussi migratori esistenti in sintonia con le necessità delle imprese. L’esperienza dell’immigrazione degli ultimi decenni insegna che spesso le persone che arrivano in Italia anche illegalmente hanno competenze e disponibilità ad imparare
  • Una riproposizione delle esperienze di formazione e inserimento nei meccanismi di flussi regolari fatte ancora a livello sperimentale, con la collaborazione di associazioni confindustriali, in Paesi come Tunisia ed Egitto
  • Incentivi per la formazione presso le scuole professionali gestite dagli enti bilaterali o da organismi riconosciuti

Le proposte conclusive di Federcostruzioni

  • Un piano di sviluppo industriale nazionale, quindi, che coinvolga tutte le categorie produttive, a partire dalle costruzioni che ha sempre rappresentato un volano economico anticiclico.
  • Un piano però che non può prescindere dal nostro ruolo politico ed economico nell’Unione Europea, poiché solo il soggetto Europa può competere alla pari con gli altri soggetti globali.
  • A prescindere da come andrà a finire il “balletto” dei dazi americani e dei controdazi degli altri Paesi occorre mettere a fuoco una prospettiva, una visione a livello nazionale ed europeo.
  • L’Europa, se volessimo fermarci alle considerazioni economiche, ha un ruolo cruciale per l’economia nazionale. Il mercato Ue è ormai il riferimento principale, considerando che più del 50% dell’export italiano avviene nell’Ue, e le regole europee stabiliscono oltre il 70% della normativa di riferimento.

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