Nata a Lecce nel 1971 su intuizione di Cosimo Carone, Il Prisma ben presto si connota in uno scenario estremamente nitido dove la progettazione degli spazi s’interseca con le esperienze per l’essere umano.
Oggi le sfide sono diverse da quelle delle origini, ma l’intenzione de Il Prisma è la stessa: rendere fruibile l’energia che proviene dalla luce del cambiamento e ispira la progettazione.
Oggi la società conta diverse sedi tra Milano, Roma, Lecce e Londra, suddivise in tre Business Unit: Cityscape, Worksphere, Destination e una Management Unit, Creation.
Come siete arrivati ad aggregare il vostro attuale organigramma?
Andrea Failla. Il nostro attuale organigramma nasce dalla necessità di anticipare e rispondere in modo veloce, flessibile e rilevante alle richieste del mercato, nonché consentirci di continuare a sviluppare il nostro posizionamento.
La chiamiamo Design Human Life, ossia agire nell’area di convergenza tra persone e organizzazioni, per progettare spazi ricchi di vita, lavoro e coinvolgimento. Il modo in cui le persone vivono e i luoghi in cui abitano sono sempre stati il fulcro della nostra attenzione.
Il Prisma
Prev1 di 4Next
Andrea Failla, Project Coordinator
Davide Merlo | Digital lead
Simone Sias, Cityscape Bim Consultant
Amalia Martino, Marketing Manager
I nostri team, che contano su un organico di 135 professionisti, sono organizzati in tre Business Unit, proprio per incontrare i desiderata di diverse realtà:
Cityscape – progettazione di edifici, riqualificazioni urbane e sviluppi da green o brown field, partendo sempre dall’indagine delle comunità che abitano questi luoghi –;
Destination – interior design e brand narrative di hotel, retail e altri luoghi dell’ecosistema hospita-lity, progettati per offrire esperienze significative e memorabili ai clienti –;
Worksphere per la progettazione spazi di lavoro e apprendimento, per la creazione di esperienze ingaggianti, al fine di contribuire allo sviluppo della identità e cultura aziendale e di conseguenza alle performance attraverso lo spazio.
A supporto delle tre business unit, oltre alle normali unità di staff, sono presenti:
un team Esg, affinché ogni progetto de Il Prisma rispetti i principi di sostenibilità ambientale e sociale;
un team Digital Experience in grado di progettare esperienze rilevanti attraverso il layer digitale integrato a quello spaziale;
un team innovazione e ricerca, che studia le macro direttrici evolutive del contesto sociale che ci circonda e le traducono in insight rilevanti per le business unit.
Quali sono state le principali tappe della crescita aziendale?
Andrea Failla. Dal 1971 a oggi, possiamo riassumere la nostra evoluzione in alcuni numeri: 4 sedi – Milano (la principale), Roma, Londra e Lecce –; 3 business unit, una management unit denominata Creation; 15 Paesi in cui abbiamo seguito progetti, tra Europa, Medio Oriente, Africa, e 135 professionisti di cui si compone la nostra realtà tra architetti, designer, strategist, ingegneri, project manager.
Come è organizzato il flusso del processo proget-tuale?
Andrea Failla. La nostra progettazione è “partecipata” e multidisciplinare: account, strategist e architetti lavorano insieme in modo da soddisfare appieno le richieste del cliente, per andare oltre la progettazione architettonica tradizionale.
Potremmo sintetizzare il nostro flusso in questo percorso:
gli account aprono e assicurano un dialogo costante e chiaro con la committenza;
gli strategist si occupano di osservare, analizzare e studiare le esperienze nello spazio prima della fase di progettazione, al fine di individuarne inefficienze, risorse inutilizzate, necessità delle persone e nuove opportunità;
i designer portano in vita la strategia espressa dal concept di design e dai suoi driver di progettazione per creare luoghi ed esperienze che realmente rispecchino l’azienda-cliente.
Sede milanese distribuita su 1100 metri quadrati | @Carola Merello
Qual è il vostro approccio sul fronte formazione?
Andrea Failla. Organizziamo periodicamente delle Academy, incentrate sui temi Esg e riguardanti per esempio i materiali innovativi o nuove modalità di progettazione. Apriamo a talk/sessioni di approfondimento partecipate con i nostri stakeholder e colla-boriamo con artisti provenienti da diverse discipline, per contaminare approcci e linguaggi.
Quali sono i temi su cui state puntando oggi?
Andrea Failla. Ogni anno il nostro team di innova-zione e ricerca individua un trend sentito dal contesto socio-culturale, per aiutarci a progettare in modo rilevante e significativo per le persone. Nel 2024 abbiamo approfondito il tema delle migrazioni (in)volontarie.
Ci siamo quindi focalizzati sul senso dell’identità per chi decide di partire, di restare o di accogliere chi arriva, sulle componenti fisiche, emotive e culturali dei luoghi attraversati e sulla possibilità di arricchirsi dalle divergenze. Il tema che approfondiremo nel 2025 è quello dell’architettura rigenerativa.
Pouf, tavoli alti, tavoli pieghevoli, gradonate e diverse tipologie di sedute | @Carola Merello
Declinate la sostenibilità nelle formule Cantiere sostenibile e Cantiere sociale. Ce le puoi spiegare?
Andrea Failla. Il “Cantiere Sostenibile” è un luogo dove i nostri progetti e i nostri sogni si concretizzano, prendendoci cura delle persone e del territorio. Come tutti ben sappiamo i cantieri sono critici dal punto di vista dei rischi per i lavoratori e degli impatti ambientali.
Il cantiere è il momento dove tutte le scelte progettuali vengono concretizzate in una serie di lavorazioni che vedono l’impiego di manodopera, macchinari e materiali di vario genere. Per garantire ai nostri clienti la certezza di aver fatto tutto il possibile per gestire al meglio gli impatti ambientali, adottiamo il protocollo del cantiere sostenibile, sulla base degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu.
L’obiettivo è quello di andare oltre le prescrizioni normative in ambito ambientale, integrando delle strategie e delle azioni per mitigare gli impatti, valutandone l’efficacia attraverso un sistema quantitativo e qualitativo.
Si tratta di un processo di riesame e miglioramento delle prassi abituali, risultato di una maggior consapevolezza dell’impatto che le nostre attività hanno sull’ambiente e sull’uomo, così da poter comprendere appieno il nostro ruolo nella riduzione degli effetti negativi e nel trovare soluzioni sostenibili e salubri per gli ambienti costruiti.
Per quanto riguarda l’iniziativa “Cantiere Sociale”, portiamo il nostro impatto Esg dal cantiere al quartiere: collaboriamo con associazioni e cooperative locali per promuovere progetti comunitari in grado di stimolare comportamenti virtuosi. I progetti diventano così opportunità di un cambiamento positivo per la comunità.
Numerosi i work setting previsti grazie a una serie di arredi custom e di serie, totalmente configurabili | @Carola Merello
Quali cantieri sono aperti con PlanRadar? Potete fornire qualche esempio di case history, progetti terminati e/o in corso?
Andrea Failla. Attualmente sono attivi cinque cantieri a Milano nei quali utilizziamo la piattaforma PlanRadar: Huawei, Viatris, Condé Nast, Impresoft e Sysmex. Questi cantieri si trovano a diversi stadi di avanzamento, e l’uso di PlanRadar si adatta alle specifiche esigenze di ciascuna fase delle lavorazioni.
Tra i progetti completati in cui PlanRadar ha offerto un contributo significativo possiamo citare l’headquarter milanese di Lvmh Beauty nel complesso Symbiosis in via Vezza d’Oglio, nella zona in trasformazione dello scalo di Porta Romana, dove era fondamentale garantire un elevato livello di finiture.
PlanRadar ha permesso un monitoraggio dettagliato dei particolari per assicurare la qualità richiesta. Per i nuovi uffici di Cnh a Torino, un progetto di quasi 10.000 mq, la piattaforma è stata determinante per gestire e monitorare efficacemente un numero elevato di aspetti operativi.
Come reagiscono i vostri clienti e stakeholder quando chiedete di utilizzare la piattaforma PlanRadar?
Andrea Failla. I clienti accolgono molto positiva-mente l’uso di PlanRadar. L’impressione generale è che lo percepiscano come uno strumento innovativo e all’avanguardia, che offre maggiore sicurezza nel monitorare l’avanzamento dei lavori con precisione.
Per quanto riguarda i fornitori, in alcuni casi possono inizialmente sentirsi intimoriti dall’adozione di un nuovo strumento. Tuttavia, una volta familiarizzati con la piattaforma, ne riconoscono il valore come mezzo di comunicazione efficace e utile anche per le loro esigenze operative.
Progetto Chn | @Vito Corvasce
Utilizzate la piattaforma sia in Italia sia all’estero?
Andrea Failla. La nostra società opera attivamente anche all’estero, ma attualmente esporta solo servizi professionali e segue cantieri esclusivamente in Italia.
Il nostro obiettivo è estendere l’uso di PlanRadar anche ai processi progettuali. Riteniamo che possa diventare un valido strumento di comunicazione interna, facilitando il passaggio di informazioni tra il team di progettazione e chi si occuperà della realizzazione delle opere.
Veniamo alla digitalizzazione. Che ruolo riveste nel vostro percorso progettuale?
Davide Merlo e Simone Sias. Oggi la digitalizzazione è diventata imprescindibile in ogni fase del nostro per-corso progettuale, giocando un ruolo chiave sin dalla modellazione Bim fino alla gestione complessiva del progetto basato sui dati. Digitalizzare in modo sistemico significa velocizzare alcuni passaggi della produzione e, allo stesso tempo, ridurre il margine di errore.
C’è poi un grande spazio per la componente digitale anche nelle fasi di renderizzazione e visualizzazione, con preview sempre più rapide e accurate e tecnologie immersive che rendono lo storytelling di uno spazio ancora da realizzare più coinvolgente e concreto.
Mediante la realizzazione di modelli digitali informativi dell’edificio, il Bim si sta ponendo sempre più tra i cardini della trasformazione digitale nel mondo delle costruzioni, soprattutto per la facilità con cui si riesce a ottenere e mantenere un output informativo aggiornato costantemente non solo nella parte finale del processo, ma durante tutte le fasi progettuali.
Infatti, uno degli aspetti più interessanti è la rapidità con cui si possono estrarre i dati informativi e quantitativi dai modelli, dando la possibilità di monitorare più facilmente i costi durante tutto il percorso progettuale.
Progetto Chn | @Vito Corvasce
Digital transformation: quale sarà lo scenario dei prossimi anni? Sia in studio sia nel panorama dell’architettura e dell’edilizia?
Davide Merlo e Simone Sias. Viviamo in un mondo in cui la dimensione digitale è ormai immanente in ogni nostra azione, con evoluzioni sempre più rapide e trasformative.
Questo impatto si riflette profonda-mente anche nel nostro settore, dove l’intelligenza artificiale, nelle sue molteplici declinazioni, si integra nei processi progettuali, dalla fase di concept fino alle fasi più avanzate di sviluppo. La progettazione parametrica e le possibilità offerte dall’unione di nuovi materiali con processi di rapid manufacturing stanno ridefinendo i confini dell’architettura, ampliando le potenzialità creative e produttive.
I digital twin, attraverso una perfetta fusione tra spazio fisico e digitale, diventeranno strumenti fondamentali per l’analisi, la diagnosi e la narrazione dei progetti, accompagnandoli dal concepimento alla realizzazione. Questo livello di virtualizzazione non è solo un supporto, ma una nuova dimensione della progettazione, in cui la realtà simulata si fa sempre più precisa, interattiva e personalizzabile.
Su questo fronte avete avviato dei percorsi di formazione interna?
Davide Merlo e Simone Sias. Sì, in particolare nei processi di progettazione dall’intelligenza artificia-le al Bim, che rappresentano l’aspetto più rilevante e ricco di potenzialità. Allo stesso tempo, invitiamo i nostri team a sviluppare una sensibilità creativa e un aggiornamento costante sulle evoluzioni globali, per comprendere e interpretare al meglio i cambiamenti che la digitalizzazione sta portando nel nostro settore.
In ambito Bim, abbiamo avviato dei percorsi di formazione che prevedono in un primo periodo lo svolgimento di workshop nei quali si mettono le basi per poter affrontare la progettazione parametrica mediante l’utilizzo di software Bim authoring, successivamente si passa sul campo concreto progettando direttamente in Bim. Durante questo processo i progettisti vengono affiancati da figure specializzate in ambito Bim cha fanno già parte della nostra azienda.
Progetto Chn | @Vito Corvasce
Potete accennare ai vostri investimenti in soluzioni tecnologiche?
Davide Merlo e Simone Sias. L’open AI e il mondo Bim stanno trovando sempre più spazio nella progettazione architettonica. Uno dei campi di applicazione sui quali vorremmo puntare maggiormente grazie a questo connubio è lo sviluppo dei processi di automazione, per andare a rendere più snelle quelle parti del processo fondamentali per il risultato ma non così gratificanti da elaborare o redigere.
Per quanto riguarda la progettazione integrata invece stiamo lavorando principalmente in cloud per un controllo più rapido delle interferenze, riducendo quindi i tempi di coordinamento tra le varie discipline a beneficio di una maggiore qualità progettuale.
Intervista a cura di Luisa Castiglioni
Fabio Arancio | Regional manager Italy PlanRadar
PlanRadar | Rivoluzionare la gestione dei cantieri a livello globale
Una realtà ambiziosa cresciuta velocemente: è PlanRadar, la piattaforma digitale per l’edilizia e il facility management sviluppata e utilizzata per la conduzione e la supervisione dei cantieri.
Permette di documentare e comunicare in modo continuo e lineare tutte le informazioni relative a un progetto, dalla fase di progettazione alla gestione dell’asset in supporto alle attività di direzione lavori e di coordinamento della sicurezza per cantieri. Standardizzare e organizzare i processi significa semplificarne la gestione.
Uno dei punti di forza della piattaforma è infatti la sua facilità d’uso: nonostante la semplicità dell’interfaccia, offre funzionalità avanzate personalizzabili che permettono di gestire operazioni complesse. Gli utenti possono creare task, assegnarli a specifici responsabili e georeferenziarli su planimetrie o modelli Bim.
PlanRadar garantisce la tracciabilità e la trasparenza delle attività svolte, registrando ogni passaggio e fornendo certezza sui dati. Questo consente una maggiore responsabilizzazione dei team e una gestione più efficace e veloce delle operazioni. Oggi, oltre 170.000 professionisti in tutto il mondo utilizzano la piattaforma per tracciare, connettersi e risolvere problemi sia in loco sia da remoto.
L’azienda, nata a Vienna nel 2013, si è rapidamente affermata: ora ha 16 uffici in tutto il mondo e opera in oltre 75 mercati. Nel 2022, PlanRadar ha raccolto 69 milioni di dollari nel round di finanziamento Serie B, co-gestito da Insight Partners e Quadrille Capital. Si è trattato del più grande finanziamento di Serie B per un’azienda B2B nella storia dell’Austria. Grazie a questi investimenti esterni, PlanRadar ha raddoppiato la sua espansione internazionale, aprendo nuovi uffici negli Stati Uniti, in Australia, presso il Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) e nel Sud-Est asiatico, consolidando al tempo stesso la propria presenza nei mercati già avviati.
PlanRadar, disponibile in oltre 25 lingue, è nata dall’intuizione di cinque fondatori, ex compagni di università e oggi ancora attivi nell’azienda. Provenienti dal settore del project management, avevano identificato le problematiche nella gestione della comunicazione all’interno dei cantieri e delle costruzioni, tra tutti gli stakeholder: progettista, cliente, direttore lavori, subappaltatore.
Gli obiettivi sono molto ambiziosi: l’intento è diventare una azienda unicorn e gestire la costruzione di ogni edificio nel mondo. Per raggiungere questi traguardi, investe costantemente nell’innovazione di prodotto e nella formazione continua offrendo strumenti sempre più personalizzabili, come la nuova funzione SiteView che mappa automaticamente immagini a 360° di un di un cantiere su planimetria 2D.
Devices
Ce lo ha raccontato Fabio Arancio, Regional Manager Italy di PlanRadar, in azienda fin dal debutto della società nel nostro Paese. Il suo contributo è stato determinante per l’espansione dell’azienda nel mercato italiano. A oggi, in Italia non esistono grandi player internazionali nel settore delle piattaforme digitali per l’edilizia. La concorrenza per PlanRadar è ancora rappresentata prevalentemente da strumenti obsoleti e dispersivi: carta, penna, e-mail e messaggi.
L’adozione della digitalizzazione nel settore edilizio richiede un referente digitalmente maturo e una predisposizione al cambiamento. Spesso le aziende hanno timore di modificare processi consolidati, nonostante la digitalizzazione permetta di ridurre i tempi e aumentare l’efficienza. Sebbene in Italia il mercato dell’edilizia sia caratterizzato da piccole e medie imprese, Fabio Arancio nota come gli strumenti digitali per ottimizzare il flusso di lavoro e la gestione dei cantieri si stiano diffondendo anche nel nostro Paese.
Questo sviluppo è certamente determinato dall’aumento della produttività e dalla riduzione delle rilavorazioni necessarie nei progetti: entrambi aspetti particolarmente apprezzati dagli utilizzatori della piattaforma come confermato dal 2023 Annual PlanRadar Customer Survey.