L’acqua con le sue trasparenti suggestioni, elemento architettonico

Visione di scorcio del fronte nord

Tra l’architettura e l’acqua si sono sempre stabilite relazioni caratterizzate da una duplice valenza, funzionale, quando l’acqua influisce sugli esiti formali e linguistici dell’opera, e poetica, quando viene celebrato ed enfatizzato il rapporto tra costruito e natura.

A Mantova, città dei tre laghi, il rapporto con l’acqua è ancora più forte ed è perfettamente esplicitato nel sapiente intervento di ristrutturazione di una villa collocata in uno dei quartieri residenziali maggiormente evocativi della città, Belfiore, lambito dalle acque calme del Lago Superiore, uno specchio d’acqua punteggiato da isole di fiori di loto.

In determinati periodi dell’anno, la fioritura di queste specie vegetali è talmente estesa e suggestiva da far comprendere il reale significato del titolo di un recente successo di Guillermo del Toro, La forma dell’acqua, un vero e proprio ossimoro poiché, in realtà, l’acqua assume la forma di ciò che la contiene o della forza che muove.

Il deck di bordo piscina e che funge da estensione della zona ludica del piano seminterrato
Il deck di bordo piscina che funge da estensione della zona ludica del piano seminterrato

Ed è proprio la visione dell’acqua, e delle sue suggestioni, ciò che rappresenta sotto molti aspetti la spinta propulsiva delle scelte progettuali, tutte orientate alla valorizzazione di questo contesto lacustre.

L’edificio originario, una villa unifamiliare costruita tra il 1964 ed il 1965, è l’esemplificazione del riemergere delle avanguardie, che si confronta con le innovazioni tecnologiche e con la ricerca di uno stile tra minimalista, razionale ed organico.

Il progetto di Nicola Salami, uno degli architetti mantovani sicuramente più raffinati, rispettosi del contesto e stilisticamente riconoscibili tra quelli della sua generazione, si pone, come sempre, l’obiettivo di tutelare le peculiarità originarie dell’edificio, reinterpretandole e valorizzandole.

Fronte sud, la villa tende quasi a sparire alla vista
Fronte sud, la villa tende quasi a sparire alla vista

Reinterpretazioni

L’elemento formale più caratterizzante per l’edificio, già in origine, era sicuramente l’uso del klinker come elemento frangisole e decorativo incorniciato da un oggetto squadrato intonacato. La prima reinterpretazione è consistita nel proporre la stessa cornice sul lato nord, verso il lago, conferendo alla villa uno stile vagamente portoghese.

Sempre esternamente, è stata valorizzata, tramite la ripresa dei caratteri formali e materici della villa, la piscina, uno specchio d’acqua a sfioro che si fonde con il fronte visivo del lago e che si confonde con il deck di legno di frassino termotrattato. Internamente ritroviamo il medesimo minimalismo dei prospetti esterni e gli stessi elementi caratterizzanti.

Il living del piano nobile
Il living del piano nobile

Un forte contrasto tra chiari e scuri (resina chiara per le finiture e alluminio nero per gli infissi); una contrapposizione tra il minimalismo delle forme degli arredi e la ricchezza di alcune scelte materiche (il camino scultura ed i morbidi rivestimenti lapidei dei bagni); una forte e costante presenza di luce naturale che permea gli ambienti ed enfatizza maggiormente il contrasto tra chiaro-scuro e pieno-vuoto; un uso di colori neutri per dare spazio a quelli della natura circostante che riempie visivamente gli ambienti.

A livello distributivo, l’edificio si compone di due piani, uno a livello strada, con accesso principale sul fronte est, e uno seminterrato a livello lago, accessibile da una rampa che conduce anche al garage.

Nel piano nobile vi è una separazione tra zona giorno e zona notte, composta da tre camere con bagno, soprattutto visiva a livello di pavimentazione.

Parquet chiaro per il fronte nord, affacciato sul lago, parquet in wengè scuro per la zona notte. Il piano seminterrato, con la zona ludica ed un’area wellness, si caratterizza soprattutto per l’affaccio verso il lago.

L’accesso alla piscina riprende gli allineamenti della casa in un’ottica di continuità visiva oltre che materica. Il giardino digrada placidamente nel lago ed è dotato di un piccolo pontile privato.

La zona pranzo con la scenografica scatola della cucina

Discrezione

Nonostante la dimensione dell’unità abitativa, l’effetto d’insieme si mantiene molto discreto e mai sopra le righe. Dalla strada la villa risulta quasi illeggibile e nella visione dal lago il volume si smaterializza grazie ai mutevoli riflessi degli ampi infissi e del parapetto integralmente in cristallo.

In una visione dal piano piscina, l’effetto ottico di galleggiamento in mezzo ai fior di loto è surreale e molto evocativo. Un piccolo miraggio che ci trasporta fuori da Mantova e fuori dall’Italia in quanto il fiore, nelumbo nucifera nella nomenclatura di Linneo, è originario dell’Asia e dell’Australia.

La planimetria
La planimetria

È stato introdotto sul lago lombardo nel 1921 dalla studiosa Maria Pellegreffi che mai avrebbe pensato a un così rapido e pervasivo attecchimento.

Con le normative attuali, e una diversa sensibilità sulla valorizzazione del paesaggio naturale, un intervento come il quartiere Belfiore sarebbe impensabile.

Le ultime addizioni, realizzate negli anni ‘90, hanno saturato i due lotti rimasti liberi che, fortunatamente, visti gli esiti formali inqualificabili, non erano fronte lago.

Questo tratto di costa lacustre, lungo poco più di 300 m, conserva alcune delle più belle ville della città dei Gonzaga, che sono state tutte costruite più o meno nello stesso periodo e vivono in un magico e precario equilibrio con l’elemento naturale.

Alcune sono molto ben conservate, altre languono in uno struggente abbandono dovuto a miopi faide ereditarie. Meriterebbero l’intelligenza e la sensibilità di Nicola Salami per tornare a vivere fuori dal tempo e fuori dal luogo.

La sezione
La sezione
Nicola Salami Studio Nicola Salami architetto
Nicola Salami | Studio Nicola Salami architetto

Nicola Salami | Studio Nicola Salami architetto

Il progetto ha previsto la ristrutturazione di una villa unifamiliare a Mantova costruita tra gli anni 1964 e 1965 in un contesto paesaggistico di pregio all’interno del Parco del Mincio.

Il volume principale dell’architettura originaria era caratterizzato già in origine dall’uso del klinker come elemento frangisole, incorniciato da un rigoroso rettangolo intonacato bianco.

L’intervento si è posto l’obiettivo di tutelare le peculiarità originarie, riconoscibili e caratterizzanti l’edificio e di riproporle nei punti in cui la qualità architettonica del progetto originale era meno evidente.

Il progetto ha riproposto in modo speculare sul lato nord la caratteristica forma a cannocchiale del prospetto sud, tramite la creazione della cornice perimetrale che mette in evidenza la qualità del tetto a piastra sospesa e ha permesso di incorniciare gli elementi leggeri delle gelosie in klinker.

Internamente, al piano rialzato si sviluppa il vero e proprio appartamento mentre al piano seminterrato si trovano i locali di svago e i locali di servizio.

La zona giorno, rivolta totalmente verso il lago, è aperta, ampia ed integrata con la cucina attraverso porte vetrate a tutta altezza.

di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini

La sceda

Committente: privato
Progetto: arch. Nicola Salami
Strutture: ing. Marco Bernabeni
Impianti elettrici: Studio Tecnico Associato El-Tec
Impianti meccanici: Paolo Molinari – di Elt Associati
Acustica: ing. Massimiliano Mercatelli
Impresa edile: Gobbi Luigi e Davide snc
Impianti elettrici: Benetti Paolo
Impianti meccanici: TermoIdraulica srl
Fotografie: ©Hygerta Collaku e Lorenzo Segato

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