Lo Chalet-A dello studio MPA rinasce da una A-frame house del Dopoguerra 

Vista del deck esterno, circondato dalle piante autoctone, alcune delle quali aggiunte a conclusione del cantiere per stimolare la ricucitura vegetale

L’A-frame building è una tipologia di costruzione semplice, composta da una struttura principale a due falde molto ripide che si estendono quasi fino al filo delle fondazioni. Proprio per la sua semplicità realizzativa e la forma archetipica è stata piuttosto diffusa in varie parti del mondo come piccolo edificio funzionale. Ma è nel Nord America del Dopoguerra che è divenuta popolare come abitazione, lì dove nel 1934 Rudolph Schindler realizzò forse il primo esempio di A-frame house in stile moderno, un cabin di montagna per la famiglia Bennati, sul lago Arrowhead in California.

La rapida diffusione negli anni Cinquanta di questa tipologia è in parte dovuta alla facilità ed economicità con cui, in un contesto di espansione economica, consentiva di accedere al possesso di una seconda casa, come buon ritiro lontano dalla città. In Italia non è una tipologia particolarmente diffusa, ma se ne può trovare un bellissimo esempio nelle casette per il campeggio dei ragazzi al Villaggio Eni di Borca di Cadore, progettate a fine anni Cinquanta da Edoardo Gellner.

Nell’America del Nord la popolarità di questi chalet è cresciuta sino a diventare oggi la dream house immersa nella natura per antonomasia, con numerosi esempi che vanno da modesti e spartani ricoveri fino a grandi residenze di lusso. Il progetto dello Chalet-A dello studio Matière Première Architecture si colloca in questo contesto.

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Vista del fronte principale del cottage dal lago Memphrémagog
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Vista del lato sud, con il deck di collegamento e la porta di ingresso, dove si può apprezzare la quasi totale coincidenza tra sagoma esterna e spazi interni, tema architettonico che esalta la semplicità tecnica delle A-frame house

Si tratta di un progetto di rinnovamento di una Aframe house esistente, costruita alla fine degli anni Cinquanta sulle sponde del lago Memphrémagog, non lontano da Montreal. I progettisti applicano un tocco gentile nel modificare gli spazi di una situazione di partenza già molto felice, inserita in un contesto naturalistico di grande pregio, proprio dove la foresta e le rive del lago si incontrano. Il progetto è così impostato più sul togliere che sul porre.

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Vista interna del cottage prima dell’inizio dei lavori di rinnovamento

La struttura esistente è essenziale e non si presta a pomposi stravolgimenti e gli architetti, sposando questa idea, si limitano a una generale razionalizzazione dei minuti spazi interni, volta a massimizzare la vista verso il lago. La scala di accesso al mezzanino è spostata sul perimetro del piccolo edificio, nel lato posto verso la foresta, per liberare lo spazio centrale. Tramite la scala si accede a un’area notte sul mezzanino, al cui margine si trova una rete sospesa, come perfetto spazio relax e lettura dotato di una vista privilegiata sul panorama. Questo espediente consente anche di rimuovere il parapetto del mezzanino, liberando ogni ingombro visivo verso il lago.

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Pianta del piano terra
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Pianta del mezzanino

Il lavoro sugli spazi interni è una raffinata serie di tocchi leggeri nel definire materiali e colori. Sono usate diverse tipologie di legno in base ai requisiti specifici del loro impiego, tutte di origine locale e sostenibile (il Canada è il primo esportatore mondiale di legno per l’edilizia). Il pino bianco è usato per le tavole del pavimento, l’abete massello per le strutture a vista e tavole di peccio compongono l’assito di copertura.

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Vista dalla zona notte, verso la rete sospesa per zona relax e lettura, espediente che consente di eliminare il parapetto del mezzanino
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Vista della zona giorno, al di sotto del mezzanino e verso il secondo volume che contiene la cucina

Esternamente sono invece scelti materiali caratterizzati dalla massima durabilità, come l’alluminio per la copertura e per i nuovi serramenti, considerando soprattutto che l’area non è accessibile e manutenibile nei mesi più freddi dell’anno, tanto che la logistica di cantiere è stata particolarmente complessa nella gestione del cronoprogramma e ha comportato l’installazione di una teleferica temporanea che passasse al di sopra delle alberature, senza guastarle.

Dal punto di vista cromatico la dominante è una base di bianco caldo, scelta per massimizzare la riflessione della luce diurna, evitando però una nuance troppo fredda e asettica. Punte di colore e legno a vista sono presenti nei pochi e curati arredi presenti.  Il risultato finale è una razionalizzazione e valorizzazione che non stravolge il modello originale e si concentra nell’enfatizzare il vero elemento di valore del piccolo edificio: il rapporto con il paesaggio.

Vista dalla zona soggiorno verso il deck esterno sul lago. La massimizzazione della vista panoramica e della luce naturale sono principi che si sposano bene con la semplice tipologia della sezione ad A della struttura
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Vista del locale cucina, caratterizzata come tutto l’intervento da tinte neutre e chiare che massimizzano la riflessione della luce naturale

Un ultimo elemento di colore che testimonia la popolarità di questa tipologia edilizia e la sua presa sull’immaginario collettivo è rappresentato dalla recentissima apparizione di un modello di A-frame house nel catalogo Lego attraverso il programma Lego Ideas. Il programma consente a progettisti amatoriali di proporre i propri set fino a farli arrivare sugli scaffali, mediante un rigido processo di selezione che passa anche da un voto di giuria popolare. Curiosamente si tratta anche del primo set Lego Ideas che raggiunge la produzione proposto da un designer italiano, Andrea Lattanzio.

di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 27)

 

LA SCHEDA
Luogo: Lago Memphrémagog, Magog, Quebec, Canada
Cliente: Privato
Progettisti: Matière Première Architecture
General contractor: NuDrom
Dimensione: 75 mq
Realizzazione: 2020
Fotografie: ©Ian Balmorel
Info: www.matierepremierearchitecture.ca

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