Karinzia Sparkasse: in Austria l’ebanista va in banca

Il portico passante

Quando pensiamo a una architettura alpina, inserita in un ambiente rurale bucolico, probabilmente la memoria visiva evoca esclusivamente esempi di edifici con tetti aguzzi e finestrature regolari e incorniciate. Il cortocircuito neuronale collega anche ad altre immagini quasi in modo automatico: pareti massive, corpi compatti, fronti introversi anche quando i fabbricati sono realizzati in parte in legno. In altre parole, i nostri riferimenti tipologici, ben radicati nell’immaginario collettivo, sono edifici concepiti come baluardi che si contrappongono a una natura bella, ma un po’ ostile.

Il progetto in esame si trova nella primissima periferia dell’abitato di Strassburg, nella profonda valle del Gurk, paese di circa 2 mila abitanti posto nella parte centrale della Carinzia. Un contesto con un tessuto economico dominato da due filiere: quella del latte e quella del legno. L’edificio ospita la filiale locale della Cassa di Risparmio Regionale, Sparkasse nell’idioma autoctono, e un piccolo bar. Lo Studio Frediani-Gasser architettura, con base a Klagenfurt, pare scegliere una strada in aperto contrasto con le preesistenze: propone un edificio con tetto piano esile e leggero, placidamente appoggiato su un basamento in calcestruzzo armato lasciato a vista.

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Visione d’insieme del lato sud, sullo sfondo la chiesa parrocchiale e il castello

Apparentemente un azzardo che rifugge le forme severe dei classici isolati di questa che è la regione più meridionale dell’Austria che assomigliano un po’ tutti a caserme asburgiche, e sviluppa le funzioni in due corpi molto allungati che corrono paralleli seguendo la direttrice est-ovest, distribuiti centralmente da un percorso che si estroflette e proietta verso gli spazi esterni. La composizione include anche due spazi aperti, ma protetti, un portico passante e una piccola corte aperta su un lato, che servono per delineare più chiaramente le funzioni e, contemporaneamente, per inquadrare delle visioni privilegiate sul campanile della chiesa parrocchiale e sul castello che svettando come dominano sull’abitato.

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Pianta scala 1:200
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Prospetti scala 1:200

La struttura, l’involucro e le partizioni sono integralmente realizzati a secco. L’ossatura è costituita da un sistema platform-frame a telaio, gli isolamenti verticali e orizzontali, di forte spessore, da elementi in fibra di legno, i rivestimenti esterni sono ricavati da listelli posati con passo regolare che, in alcuni casi, passano davanti anche alle aperture filtrandole dall’eccessivo soleggiamento e dall’introspezione.

Il legno di conifera, trattato e trasformato in vario modo, si ritrova quindi in ogni componente del costruito e qui si svela, su un livello più profondo, lo stretto legame che radica questo edificio nella tradizione locale. Si tratta, in un certo senso, di un lavoro da ebanista su grande scala dove gli architetti, novelli artigiani, sembrano voler sperimentare l’efficacia del filo dei loro strumenti da taglio. Una volta ricevuto il ciocco sbozzato dalla segheria, impugnano saldamente lo scalpello e asportano intere sezioni, con la pialla assottigliano le forme e levigano le superfici che poi vengono incise con abili colpi di sgorbia.

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La corte aperta su un lato verso la visione della chiesa e del castello
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La corte vista dall’interno

L’effetto finale è estremamente garbato. I listelli, che con il loro andamento verticale avvolgono omogeneamente i fronti, vibrano colpiti dal sole che traspare dalle candide nuvole di passaggio ed una volta divenuti biondo cenere, dopo la naturale ossidazione, tenderanno a fondersi, in una sorta di dissolvenza incrociata, con le cortecce della fitta abetaia che fa da sfondo sull’intero perimetro delle pendici della valle.

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Il portico passante
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Il portico passante che mette in comunicazione gli spazi verdi a sud con quelli a nord

Un altro elemento che permette una armonica fusione del nuovo complesso con l’abitato è la successione di spazi pubblici che si compenetrano con il costruito quasi a voler ricreare la successione di piazze, di diverse dimensioni, che conformano il centro storico del paese. L’edificio della banca allunga le proprie lunghe dita e definisce dei sotto ambiti: una zona di sosta con seduto, un frutteto, un parco giochi. Pertanto, la Sparkasse apre simbolicamente le proprie porte ad accogliere l’intera comunità. Questa sensazione di apertura viene enfatizzata dalla totale trasparenza della parte più pubblica dell’edificio, l’atrio ed il bar, dove gli infissi a tutto vetro rigirano anche sugli angoli svuotando ed alleggerendo ulteriormente la composizione.

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L’angolo svuotato dell’atrio della banca

 

Il progetto si distingue per la sua attenta valutazione dell’impronta ecologica. I materiali sono quasi integralmente di derivazione naturale, trattati con verniciature all’acqua prive di VOC (composti organici volatili), quindi di facile dismissione ed avviabili a riciclo. Le omogenee e consistenti coibentazioni riducono fortemente il fabbisogno energetico che trova un suo efficace bilancio grazie all’apporto dell’impianto fotovoltaico, che si trova in modo estensivo sulla copertura, e all’utilizzo, come fonte primaria di caloria e frigoria, di un impianto a pompa di calore alimentato da sonde geotermiche, sistema ad altissima efficienza che rende l’edificio del tutto autonomo da fonti fossili.

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Il lungo spazio distributivo posto fra i d ue corpi paralleli

L’architetta Barbara Gasser, che ha seguito il progetto con la consulenza artistica del marito, l’architetto Gianluca Frediani, ha realizzato un’opera molto misurata ed attenta, valorizzando le competenze delle maestranze locali nell’uso dell’oro verde della Carinzia, regalandoci degli scorci di contemporaneità in stretta osmosi con la tradizione locale.

di Ilaria Bizzo e Stefano Cornacchini (da YouBuild n. 26)

 

LA SCHEDA

Cliente: KSPK Karinzia Sparkasse
Progetto: frediani-gasser architettura (Barbara Gasser principal architect, con la consulenza artistica di Gianluca Frediani, con Kerstin Werginz e Oleksii Kysilenko, Sarah Schurian)
Realizzazione: 2021-22
Info: www.frediani.at
Foto: Ferdinand Neumüller

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