Bifire: l’isolamento a basso spessore amico dei progettisti

È recente la notizia della proposta Ue sull’efficientamento energetico degli edifici che prevede interventi di riqualificazione agli edifici più energivori. La direttiva Epbd indica che entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno raggiungere almeno la classe energetica E e la classe D entro il 2033, per puntare infine fra il 2040 e il 2050 alle emissioni zero.

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Alfredo Varini con il ceo Alberto Abbo (a destra)

«Abbiamo preso degli impegni di decarbonizzazione per una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030. Siamo fermi al 24%, ci rimangono otto anni per ridurre le emissioni del restante 31%. È ora di accelerare il passo», afferma Alfredo Varini, direttore tecnico-commerciale di Bifire, azienda specializzata nell’isolamento a basso spessore di pareti e solai. «L’isolamento termico porta un importante beneficio di risparmio energetico che, se combinato con sistemi di riscaldamento efficienti, può arrivare a far risparmiare anche fino al 90% di gas. Oltre al vantaggio economico, se si considerano i costi attuali dell’energia, c’è anche un beneficio molto importante in termini di comfort abitativo», prosegue l’esperto, che YouBuild ha incontrato presso la sede di Desio, in provincia di Monza Brianza.

Domanda. Quali sono le proposte Bifire per l’isolamento termico?
Risposta. Bifire propone Vacunanex, un prodotto superisolante che, con bassi spessori, può ottenere le stesse performance dei materiali tradizionali. I nostri 15 millimetri di spessore equivalgono a 150 millimetri di Eps. Questo rappresenta un importante vantaggio per risolvere diverse situazioni. Per esempio, in un edificio grande parte delle superfici potrà essere isolata con un prodotto tradizionale perché lo spazio lo consente, ma in alcuni punti può essere necessario optare per soluzioni a basso spessore, come nei balconi o le spallette delle finestre. In questi casi un isolante a basso spessore consente di mantenere la vivibilità e la luminosità degli spazi in casa. Inoltre, può essere anche curvato, un vantaggio importante soprattutto nei moderni progetti di architettura.

D. Un tempo gli isolanti a basso spessore erano poco competitivi rispetto ai prodotti tradizionali. Con l’aumento dei costi delle materie prime, questo gap si è assottigliato?
R. Leggermente, ma esiste comunque ancora un forte gap tra le due soluzioni. Il prodotto a basso spessore non può essere considerato economico: ecco perché si utilizza in applicazioni particolari.

D. Quali sono le specificità di Vacunanex rispetto ad altri materiali sul mercato?
R. Produciamo interamente in Italia. Per noi è motivo di vanto ed è il nostro punto di forza più importante. Oltretutto, possiamo realizzare il prodotto su misura per le specifiche necessità del cantiere. Un’altra caratteristica della nostra soluzione è che, essendo sottovuoto, il pannello non si può tagliare, pena una perdita di performance di isolamento, che passerebbe da 4 mW a 19 mW. Per questo va utilizzato su misura, evitando il taglio, in modo da mantenere l’efficienza e rendere l’applicazione molto rapida.

D. Dunque, la vostra soluzione è veloce da utilizzare?
R. Assolutamente sì, anche perché a differenza dei sistemi tradizionali non prevede l’utilizzo dei tasselli. Eliminando questo passaggio, si recupera moltissimo tempo.

D. Di solito quanto occorre affinché il prodotto sia realizzato in azienda e poi portato in cantiere?
R. Circa 15 giorni.

D. Come si procede in cantiere?
R. Sul nostro sito internet e sul nostro canale YouTube sono caricate tutte le informazioni e video pratici inerenti la posa in cantiere. Tendenzialmente si comincia a posare il prodotto a partire dalle finestre, con i pannelli standard da 1000×600 millimetri, fino ad arrivare al primo ostacolo o angolo significativo dove è necessario fermarsi. A questo punto si prosegue installare i pezzi più piccoli in modo che il pezzo da tagliare sia molto ridotto, così da non compromettere le proprietà isolanti del materiale.

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Il pannello Vacunanex a base di silice microporosa nanotecnologica
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L’isolante a basso spessore Vacunanex

D. Quali sono le principali tipologie di lavori richiesti?
R. Normalmente l’isolamento dell’abitazione fronte strada, dove non si può andare oltre un certo spessore per evitare ingombri sul marciapiede pubblico. Ci sono, poi, gli interventi sugli edifici storici, dove l’isolamento con prodotti tradizionali potrebbe rappresentare un problema sotto l’aspetto architettonico. Infine, siamo interpellati molto di frequente per risolvere applicazioni di isolamento in quelle parti del fabbricato dove uno spessore elevato può creare difficoltà. C’è anche chi ci contatta per realizzare il cappotto interno: in questo caso la questione del minimo ingombro diventa ancora più importante.

D. In percentuale, quanto contano i lavori di cappotto esterno e quanti in interno?
R. Il 95% degli interventi è per cappotti esterni. Anche la legge incentiva lavori non sul singolo appartamento, ma sull’intero edificio.

D. I pannelli possono essere utilizzati anche per le facciate ventilate?
R. Assolutamente sì, anzi è una delle nostre principali applicazioni, poiché in facciata ventilata Vacunanex offre grandissimi vantaggi soprattutto in estate.

D. I pannelli isolanti si possono integrare anche in una struttura metallica?
R. Sì certo. Il sistema applicativo prevede l’inserimento del materiale isolante tra montanti in metallo e una lastra cemento per avere la superficie rasabile, che nel nostro caso si chiama Aquafire.

D. In questo caso qual è lo spessore?
R. Dipende sempre dalle performance isolanti che si vogliono raggiungere. In una città come Milano bastano 15 millimetri di Vacunanex per garantire l’isolamento termico di legge.

D. Questo sistema lascia spazio alla creatività del progettista?
R. Sì, proprio grazie al suo basso spessore consente a progettisti e architetti di realizzare interventi molto innovativi.

D. C’è un lavoro che reputa particolarmente interessante?
R. Abbiamo riqualificato a livello energetico un importante edificio storico di Milano con Vacunanex. Al di là della salvaguardia della parte architetturale, è stato molto interessante il lavoro tecnico svolto per realizzare il progetto. Dal progetto al lavoro finito ci sono voluti 15 mesi. Senza il nostro prodotto a basso spessore sarebbe stato praticamente impossibile portare a casa il risultato raggiunto.

D. In quali zone d’Italia operate?
R. Abbiamo più di 50 agenti su tutto il territorio italiano, quindi siamo in grado di rispondere in maniera molto rapida a qualsiasi richiesta.

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D. Quali vantaggi comporta rivolgersi a Bifire, anche in termini di servizi?
R. Bifire è una azienda italiana sul mercato da anni. Produciamo Vacunanex da circa 15 anni: non siamo nati con il superbonus, ma questo prodotto supertecnologico per noi è storia e gode di un’ampia documentazione certificativa. Quindi, abbiamo tutte le carte in regola per garantire un lavoro di qualità. Inoltre, il nostro ufficio tecnico è a disposizione dei termotecnici per supportarli nell’utilizzare al meglio il nostro prodotto. Siamo in grado addirittura di redigere le certificazioni energetiche, quindi siamo attrezzati per offrire un servizio davvero a 360 gradi.

D. Quali sono i criteri per determinare la qualità del sistema a cappotto?
R. Oltre ad assicurarsi di installare prodotti in grado di offrire le giuste performance, bisogna stare molto attenti alla posa in opera. Sono i dettagli a fare la differenza, e purtroppo una mancanza di attenzione nell’applicazione dell’isolante determina spesso inefficienze e problematiche di muffa o ponti termici.

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D. Gli studi di progettazione con cui avete rapporti sono preparati?
R. Ho trovato molta preparazione e curiosità tra i professionisti. Credo che in Italia si sia raggiunto un buon livello di conoscenza. È anche vero che, avendo un prodotto molto tecnologico, siamo contattati prevalentemente da tecnici già predisposti all’ascolto.

D. Che cosa deve fare il progettista per essere sicuro di rivolgersi a un’impresa che possa veramente realizzare un lavoro a regola d’arte?
R. Prima di tutto deve assicurarsi di mettere a capitolato prodotti certificati, con performance garantite da un ente terzo. Per esempio, il superbonus prevede conducibilità termiche certificate, parametri di ecologicità, una certificazione Ce secondo Eta: questi elementi garantiscono la buona qualità ed efficienza dei prodotti. L’altro elemento da tenere in considerazione è quello di affidarsi a posatori certificati. Ormai esistono numerosi corsi di formazione sugli isolanti che rilasciano anche delle certificazioni, in modo da garantire una installazione adeguata.

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Montaggio Supersil per resistenza al fuoco

D. Che cosa bisogna controllare in cantiere per assicurarsi che il cappotto sia postato a regola d’arte?
R. La posa dell’isolante prima della rasatura. Lo spazio tra un pannello e l’altro deve essere inesistente o, meglio, a spessori sovrapposti. Molto importante è anche il controllo di quei punti particolari in cui le imprese per far prima riempiono con il rasante invece che con l’isolante.

D. Bifire però non si occupa solo di isolamento: quali sono le vostre altre proposte?
R. Abbiamo prodotti antincendio che possono risolvere molti problemi. Si tratta di lastre che proteg-gono la soletta da eventuali incendi di autovetture. La riqualificazione con le nostre lastre, che hanno solo 12 millimetri di spessore, è molto veloce: basta tassellare la lastra alla soletta e poi rifinire tutto con una stuccatura e una imbiancatura. Questo sistema, molto rapido ed efficiente, porta la soletta fino a una resistenza al fuoco Rei 180.

D. Un altro aspetto riguarda il crescente interesse per l’isolamento acustico. Che cosa proponete per questo settore?
R. La gamma Supersil Sound, con soluzioni certificate per l’isolamento acustico. Questi prodotti sono certificati anche per la resistenza al fuoco, quindi hanno una funzione multipla.

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Supersil Sound

D. Tra i vostri prodotti c’è anche una soluzione specifica per ambienti ad alta umidità. Di che cosa si tratta?
R. Parliamo della lastra Aquafire. Va utilizzata negli ambienti umidi esterni come una normale lastra di cartongesso, ma essendo a base cementizia è in grado di resistere all’acqua e all’umidità. Collegato all’umidità c’è il fenomeno della muffa: il nostro prodotto Bilife Sanus consente di risolvere anche questo problema in soli 12 millimetri di spessore. Dopo aver sanificato la parete interessata dalla muffa, basta incollare il pannello Bilife Sanus e rasare con un nostro rasante speciale, per eliminare definitivamente il problema.

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Le lastre in cemento alleggerito fibrorinforzato Aquafire

D. L’azienda vanta una competenza molto forte. Come è stata raggiunta?
R. Con il tempo. Bifire è nata 15 anni fa come azienda di trasformazione, ma poi ha concentrato man mano la sua attività sulla produzione. Abbiamo cominciato a investire moltissimo nel laboratorio di ricerca e sviluppo e in strumentazioni per sviluppare le nostre idee, e abbiamo cominciato a produrre in autonomia. Prima Micro Bifire, un prodotto isolante applicabile con temperature che vanno dai -10 a 1000 gradi, poi il Vacunanex, prodotto isolante sottovuoto per l’edilizia a bassissima conducibilità termica, per proseguire con la lastra Aquafire e Supersil Sound, fino ad arrivare alla nostra ultima novità del sistema a cappotto. Tutta la nostra competenza viene sempre trasferita all’interno dell’azienda alle nuove risorse, in modo da creare una catena di conoscenze permanente che ci permette di dare continuità a tutto il nostro know-how.

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Strumentazione per verificare il livello di vuoto

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D. Quali sono le aspettative per il prossimo futuro?
R. Mi aspetto che il nuovo Governo faccia una legge sui bonus più strutturale e non congiunturale, in modo che le persone abbiano tutto il tempo per realizzare i lavori portando il nostro Paese a un buon livello di performance energetica. L’Europa non ha energia e attualmente la sta pagando a prezzi molto elevati: purtroppo non è una situazione transitoria e mina alla base la nostra competitività. La Russia già da qualche tempo ha investito nei gasdotti verso la Cina, quindi sostanzialmente ha già cambiato clienti. Ci illudiamo di poter fare pressioni, ma siamo destinati ad avere un costo dell’energia superiore rispetto al passato. Per mantenerci competitivi dobbiamo dunque accelerare sul risparmio energetico, non solo nelle abitazioni, ma anche nelle fabbriche.

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