Città age friendly: progettare spazi ed edifici su misura per i senior

Le nostre città e gli anziani, un tema forse poco dibattuto rispetto alla valenza che ha o può avere. La progressiva crescita dell’incidenza degli over 65 (23,8% degli italiani) a causa dell’aumento della vita media e la riduzione delle nascite pone questioni di non poco rilievo per gli attori di politiche pubbliche in generale e di questioni urbane in particolare. Il motivo è molto semplice: tutto è stato pensato per una popolazione mediamente più giovane di quella attuale, dal tema della manutenzione e della riqualificazione urbana a interventi più complessi, non si intravvedono segnali di inversione di tendenza in termini di progressivo invecchiamento e il tema dell’adeguamento delle nostre città sarà sempre più pregnante.

Non si tratta solo di barriere architettoniche, certo ci sono anche quelle, si tratta di problematiche più eterogenee e allo stesso tempo più complesse che riguardano la fruizione e l’uso di spazi ed edifici pubblici (con funzioni e accessi visibili e inequivocabili), mobilità, riconoscibilità di percorsi: segnaletica chiara ed essenziale, materiali, stili, forme e colori delle pavimentazioni e di riferimenti simbolici. Gli edifici storici, come chiese e altre strutture storiche e monumentali, sono di grande importanza e riferimenti simbolici.

A livello micro-urbano le città dovrebbero divenire più affidabili rispetto a una popolazione che con il passare degli anni diventa sempre più anziana e si ritrova a vivere in luoghi in cui sono presenti vere e proprie trappole (tombini messi male, verde poco curato, discese ripide, assenza di appoggi, ringhiere e sedute, mattonelle della pavimentazione staccate o rotte o assenti). Le città sono state spesso pensate e concepite per giovani sani adulti e invece dovrebbero essere sempre più adatte per un’utenza ampliata e non ristretta destinata a crescere.

Per il momento, nonostante varie iniziative age friendly, non esiste ancora una città totalmente a misura dell’utenza anziana. Bisognerebbe formalizzare indicazioni progettuali per quanto concerne la segnaletica, le sedute stradali, i bagni pubblici, gli attraversamenti pedonali, la distanza adeguata dei servizi primari e secondari dalle residenze, i marciapiedi, le rampe e le scalinate.

La progettazione degli spazi e dei percorsi può influire sulla qualità della vita, i luoghi aperti in cui viviamo e che frequentiamo incidono sulla nostra salute sia fisica e mentale, per favorire l’invecchiamento attivo i luoghi urbani devono adattarsi e cambiare, guardando a piani mirati ad individuare fragilità e carenze esistenti. L’obiettivo che ci si deve porre è di realizzare interventi preventivi che possano ridurre i pericoli di soggetti a rischio, promuovendo orientamenti di vita attivi e agevolando, in parallelo, l’ingresso ai servizi e l’accessibilità del soggetto anziano per garantirne attività sociali.

Infine, in quali case vivono gli anziani? La risposta alla domanda è facile: in abitazioni che, in misura diversa, sono vecchie, insicure, inadeguate da vari punti di vista (in primis l’accessibilità). Molti senior italiani vivono in alloggi di proprietà che hanno acquisito nel corso della loro vita familiare e lavorativa, talvolta come riscatto di edilizia residenziale pubblica, ma si tratta per lo più di case vecchie (risalenti agli anni del boom edilizio degli anni Sessanta-Settanta o comunque al Novecento) che hanno spesso impianti non a norma in materia di sicurezza, presentano problemi di accessibilità e di manutenzione esterna e interna, elevate fonti di possibili incidenti domestici.

Inoltre, ci troviamo spesso di fronte ad appartamenti pensati per la famiglia italiana del Dopoguerra, mentre oggi accolgono anziani che spesso vivono da soli (o assistiti da badanti più o meno stanziali nell’abitazione), le case sono rimaste statiche, ma il nucleo familiare è evoluto e si è modificato, così come gli stili di vita e i consumi (anche abitativi).

Riassumendo, fuori e dentro, negli spazi esterni e interni, ci sarebbe molto da fare. L’adattamento delle nostre città agli anziani è un tema poco discusso nelle sedi politiche e istituzionali rispetto alla sua rilevanza, prima o poi bisognerà recuperare il tempo perduto.

di Francesco Gastaldi, Università IUAV di Venezia (da YouBuild n. 26)

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