Teatro Kto, Cracovia: la facciata è il primo atto

La facciata principale su strada; l’impianto è quello originale del vecchio cinema, con aggiunte contemporanee tra le quali spicca il cemento acidato con il logo KTO. ©Agnieszka Żabicka

Un innovativo spazio per il teatro e le arti performative è nato dalla suggestione dell’artista polacco Aleksander Janicki e dalla sua idea di dare una sede stabile al teatro Kto («chi» in lingua italiana), che dal 1977 era stato condotto come esperienza itinerante. Assieme al direttore Jerzy Zoń, hanno affidato all’architetto Mariusz Twardowsky il compito di dare forma all’idea, recuperando gli spazi del vecchio cinema Wrzos nel quartiere Podgórze a Cracovia.

Dell’edificio originale è stata conservata e restaurata la facciata su strada, tutelata dalle locali leggi sugli immobili storici. Fin da fuori, però, appare chiaro che l’intervento non si vuole limitare a un modesto maquillage dell’edificio, ma dare anche un proprio timbro, funzionale al tipo di rappresentazione performativa contemporanea che sarà ospitata al suo interno.

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Parte della facciata è integrata con un elemento in calcestruzzo a vista, di colore scuro e nel quale viene impresso, mediante acidatura, il logo del teatro. Questo elemento nasconde l’ingresso, posto a lato, dietro alla facciata originale, e allo stesso tempo rivela già dall’esterno gli spazi e la matericità dei nuovi interni.

Dietro alla facciata principale si accede immediatamente a un piccolissimo foyer, stretto e lungo, sul quale affaccia una scala scultorea in acciaio nero e che porta ai piani superiori della balconata e degli spazi amministrativi. Nella parete alle spalle del bancone reception sono nascosti dispositivi in arredo con diverse funzioni, tra cui quella di guardaroba.

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Lo spazio del foyer è caratterizzato dai contrasti tra memoria storica e innovazione. © Agnieszka Żabicka

 

Lo spazio è sovrastato dal cuboide in cemento a vista, di colore nero, che rappresenta il vero nucleo del progetto: la sala performativa. Questa è piana, flessibile, attrezzata con numerosi dispositivi scenotecnici che permettono usi sempre differenti e un’integrazione totale tra pubblico e scena. Il foyer diventa così uno spazio di cerniera tra innovazione e memoria storica, delimitato dalla facciata originale in mattoni a vista da un lato alla quale si contrappongono le pareti in cemento a vista dal timbro stilistico marcatamente contemporaneo delle nuove strutture.

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La sala teatrale durante lo svolgimento di una performance. © Mariusz Twardowski
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L’interno della sala principale, con le gradonate per il pubblico richiudibili e le dotazioni scenotecniche flessibili. © Mariusz Twardowski

 

Anche il pavimento è attraversato da sagome geometriche, rivestite di vetro alternato a calcestruzzo lisciato che consentono di vedere le sottostanti rocce calcaree, parte delle fondazioni originali.

Sempre al piano terra, sul lato sinistro della sala principale, si trova un secondo spazio ibrido che ha funzioni sia di sosta che di distribuzione. Quest’area è caratterizzata dalla presenza di un piccolo cortile interno, pensato come un moderno giardino zen dove potersi isolare e trovare momenti di riflessione e serenità. Ai livelli superiori si alternano spazi legati alla scena, come i camerini, e i locali dell’amministrazione, molti dei quali hanno un proprio sfogo esterno sui tetti verdi dei volumi sottostanti.

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Pianta del piano secondo. © Mariusz Twardowski

Completa l’intervento lo spazio aperto retrostante; questo è pensato come spazio performativo da poter utilizzare nella stagione estiva. Una scalinata in acciaio e grigliato metallico si articola all’interno del lotto, in leggero declivio, diventando all’occorrenza supporto per il pubblico che, da posizione rialzata, può godere degli spettacoli all’aperto che si tengono nel giardino.

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II giardino nella parte posteriore del lotto è caratterizzato da una scalinata in acciaio che diventa anche lo spazio per il pubblico, affacciato sul volume apribile usato rappresentazioni estive. © A gnieszka Żabicka

 

Anche in questo caso la progressione compositiva rende questo ambiente esterno del teatro Kto una cerniera che, dal pieno del volume costruito della sala centrale si smaterializza nella leggerezza strutturale della scala/ spalti, fino a perdersi nel paesaggio naturale del parco pubblico Bednarski, confinante con l’estremo posteriore del lotto di progetto.

di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 25)

 

LA SCHEDA

Luogo: Cracovia (Polonia)
Anno: Design: 2017-2018; realizzazione: 2019-2021
Superficie lotto: 597 mq
Superficie complessiva: 1.070 mq
Capienza interna: 200 spettatori
Capienza giardino: 150 spettatori
Ideazione progetto: Aleksander Janicki
Progetto architettonico: Mariusz Twardowski, Aleksander Janicki con Agnieszka Żabicka e Barbara Leśniak, Wojciech Wokan, Mariusz Pers, Krzysztof Grządziel.
Progetto strutture: Maciej Markowski
Impianti meccanici: Marek Kulesza
Impianti elettrici: Tomasz Zagata
Prevenzione incendi: Tomasz Kubala
Interior design: Aleksander Janicki, Maja Gralak, Dominik Budyn
Progetto giardino: Joanna Baranek-Stach
Impresa costruttrice: Moris Polska
Fotografie: courtesy Agnieszka Żabicka /Mariusz Twardowski

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