The Showroom: Italia segreta a Shanghai

Vista della Snake room

Shanghai ha saputo storicamente metabolizzare e interpretare tante anime, assimilando caratteristiche e forme delle molte figure che, in una delle prime metropoli internazionali, hanno deciso e tuttora decidono di spendere la propria vita. C’è, ovviamente, una fortissima anima cinese, ma il Bund, il quartiere francese e i grattacieli ultracontemporanei del distretto finanziario sono solo le più evidenti testimonianze delle contaminazioni che caratterizzano la città.

Il progetto di Edoardo Petri, fondatore e designer del locale The Showroom, legge questo meccanismo di reciproche influenze e prova a tradurle nello spazio di uno speak-easy dalla forte impronta italiana. Il termine deriva da come erano chiamati i secret bar durante il proibizionismo ed è tornato di moda in anni recenti per i locali che amano nascondersi.

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Vista della facciata di ingresso su strada dello showroom

The Showroom si trova, infatti, al secondo piano di uno spazio vetrina di arredo italiano, caratterizzato da una bella facciata contemporanea. Si accede dal retro, salendo in un mondo totalmente diverso, suddiviso in otto stanze che provano a raccontare un italian style che, coraggiosamente, non si abbandona agli stereotipi più banali dell’italianità, ma offre un immaginario da Dolce Vita, consono a un’idea di lusso raffinata e internazionale. Le stanze sono contraddistinte dall’utilizzo di carte da parati che riproducono alcuni motivi di Toiletpaper Magazine, la celebre rivista di Maurizio Cattelan, e arredi italiani di alta gamma.

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Vista di insieme della “Luxury shit room”

In generale, il concept cerca di restituire queste atmosfere molto peculiari, come è sinteticamente chiaro nelle parole del fondatore e progettista, secondo cui il bar «nasce da una mia idea di unire l’architettura, il design del mobile, il cibo e il bere creando una esplorazione dei sensi tipicamente italiana».

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L’ingresso dello speak easy

L’utilizzo della carta da parati si rivela perfetto per ottenere questo risultato: si tratta di un elemento decorativo che, nella sua adimensionalità, riesce a restituire allo spazio profondità, tridimensionalità e carattere. Si possono così creare ambienti che sono scenografie, con rimandi fortissimi al mondo di Fellini, come ai decori di Piero Fornasetti o ai più audaci pattern di Gianni Versace, solo per citare alcuni riferimenti tra i più celebri. L’attento studio del progetto illuminotecnico dona atmosfere di luci e colori che fanno immediatamente venire alla mente i mood della vita notturna italiana.

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Il bancone della sala Drunk Monkey
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La stanza “Princess”

Ogni stanza è identificata con un nome piuttosto singolare (the drunk monkey, the luxury shit, the snake room), a volte più descrittivo, altre volte legato alla sfera personale del suo creatore, ma che sottolineano quello che dovrebbe essere un modo di vivere lo spazio, più che lo spazio in sé, formato da una narrativa sospesa tra l’onirico e il lussurioso che risulta estremamente coerente e comunicativa.

di Riccardo Maria Balzarotti, Politecnico di Milano (da YouBuild n. 24)

 

LA SCHEDA
Luogo: Jiaozhou Road, Shanghai, PRC
Cliente: Privato
Progetto architettonico: Edoardo Petri Architect
Superficie di progetto: 270 mq
Anno: 2022
Info: www.edoardopetriarchitect.it
Foto di: Pietro Ansaldi

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