Il valore della Ventilazione Meccanica Controllata nelle aule scolastiche

Il ruolo cruciale dell’aria respirata nei luoghi chiusi e la differenza che un impianto VMC ben progettato può fare per scuole più salubri e meno energivore. Se n’è parlato durante il convegno “Ventilazione Meccanica Controllata in Classe”, che si è tenuto lo scorso 3 maggio a Roma, organizzato da Helty in collaborazione con il progetto Home Health&Hi-tech e moderato dalla giornalista Maria Chiara Voci.

Con un approccio multidisciplinare volto a instaurare un dialogo tra ingegneri, medici e professionisti della sicurezza, il convegno ha messo in luce gli aspetti sanitari, legali e di prevenzione della problematica, per poi procedere ad un’analisi delle caratteristiche e dei vantaggi dell’installazione di sistemi di VMC nelle classi.

Durante l’evento Giorgio Crucitti, medico dell’Assimas, ha chiarito quali sono i rischi invisibili presenti nell’aria che ogni giorno studenti e insegnanti respirano all’interno delle aule, mentre Giorgio Buonanno dell’Università degli Studi di Cassino ha chiarito le modalità di trasmissione aerea degli agenti patogeni, lanciando un chiaro messaggio sulla direzione da prendere. «Mettere in sicurezza l’aria è un obiettivo che non possiamo mancare. È un fattore imprescindibile nella valutazione della salubrità di un ambiente chiuso, così come comfort ed efficienza energetica. Respirare aria pulita è un diritto, così come quello di bere acqua altrettanto pulita: al gestore dell’edificio va la responsabilità di creare spazi a misura d’uomo, assicurando la miglior qualità dell’aria indoor».

Prof. Buonanno

Alla discussione in termini sanitari ha fatto seguito l’intervento di Mario Burrascano, ceo della società di consulenza Uomo e Ambiente, che ha chiarito gli aspetti normativi e di responsabilità legale che i Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) devono tenere a mente nella valutazione e gestione dei rischi legati alla qualità dell’aria.

La progettista Clara Peretti, invece, ha illustrato i risultati del progetto europeo QAES, un’indagine sulla qualità dell’aria in edifici scolastici esistenti dell’Alto Adige e del Ticino, dimostrando come solo le soluzioni attive, ovvero sistemi ricambio forzato dell’aria come la VMC, sono risultate efficaci nel garantire la salubrità degli ambienti chiusi.

Gli aspetti più tecnici relativi alla Ventilazione Meccanica Controllata sono stati approfonditi da Filippo Busato, presidente di AiCARR, che ha proposto un’analisi della tecnologia nel suo ciclo di vita e i costi ad essa associati. Il suo intervento ha sviscerato infatti “l’effetto energetico” dell’apertura delle finestre per arieggiare le aule: «se compariamo il ricambio d’aria gestito attraverso l’apertura delle finestre con quello operato dalla ventilazione meccanica, a parità di portata d’aria quest’ultimo garantisce non solo maggiore efficienza, igiene e quindi sicurezza in aula, ma anche un risparmio energetico non indifferente. Il costo di un sistema di VMC si ripaga nel suo ciclo di vita limitando le dispersioni energetiche dell’edificio, oltre che abbattendo i costi legati al calo di produttività da stress termico di docenti e allievi, alle assenze per malattia e, più in generale, alla scarsa qualità della vita in un ambiente inquinato».

Durante l’evento sono stati presentati anche alcuni casi applicativi di sistemi VMC decentralizzati già installati in aule scolastiche del territorio italiano, con interviste a sindaci e presidi che hanno condiviso la loro testimonianza in merito.

Sono intervenute al convegno anche l’onorevole Simona Malpezzi, Presidente dei senatori PD e firmataria dell’emendamento che inserisce la VMC come misura di prevenzione dell’aria nelle scuole e Alessia Rotta, Presidente della VIII Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici, che ha concluso la giornata di lavori con questa riflessione: «Il Covid è stato qualcosa di inedito e drammatico, che però ha permesso di alzare il velo su un tema vetusto ma fondamentale come quello della salubrità nelle scuole. Quello che è accaduto ci deve indurre a progettare in maniera diversa gli interventi normativi e gli investimenti. La sicurezza oggi non è solo quella delle strutture, ma ha a che fare con la qualità del respiro».

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