Restauro sicuro per edifici storici con la Linea Risanamento di Mapei

Il Teatro Lirico di Milano. Gli interventi, concordati e approvati sia dalla committenza che dai progettisti, hanno visto il rinforzo strutturale di alcune porzioni di edificio, la rimozione dell’amianto e il restauro delle decorazioni della volta

Il Teatro Lirico di Milano è solo l’ultimo intervento di riqualificazione e restauro conservativo a cui il Gruppo Mapei ha partecipato, mettendo a disposizione dell’architetto Pasquale Mariani del Comune di Milano, progettista e direttore lavori del progetto, la propria expertise e la propria gamma di soluzioni innovative per portare a nuova vita uno degli edifici storici più rappresentativi del capoluogo lombardo, ufficialmente chiuso dal 1999.

L’accurato lavoro di analisi dei campioni effettuate nei laboratori di Ricerca e Sviluppo, unita alla costante assistenza tecnica fornita dai tecnici Mapei, hanno consentito al Comune e alle imprese incaricate di ultimare con successo il ripristino dell’originale architettura del teatro, alterata nel tempo, e l’adeguamento della sua struttura alle normative vigenti. Determinante nel raggiungere questo risultato l’esperienza decennale maturata dal Gruppo nello studio e sviluppo di prodotti e sistemi dedicati al consolidamento, risanamento, rinforzo e alla protezione delle murature degli edifici esistenti, anche di pregio storico e architettonico, sotto la tutela delle Soprintendenze Belle Arti.

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Davide Bandera, product manager della Linea Risanamento di Mapei

Ma come si procede nella riqualificazione di questa tipologia di edifici? Lo spiega a YouBuild Davide Bandera, product manager della Linea Risanamento di Mapei.

Domanda. Secondo l’Istat, in Italia ci sono circa 2 milioni di edifici costruiti prima del 1919. In gran parte si tratta di edifici storici da preservare. Quali sono i problemi maggiori che si incontrano quando si tratta di riqualificare o ristrutturare questo tipo di edifici?
Risposta. In Italia ci sono circa 14,5 milioni di unità immobiliari, di queste 12,2 milioni sono a uso residenziale. Tra le unità a uso residenziale, 2,1 milioni sono edifici storici, costruiti prima del 1919, anno di riferimento che identifica l’avvento del cemento armato in edilizia. Tutti gli immobili costruiti prima di tale data sono convenzionalmente definiti storici, e la maggior parte di essi sono vincolati dalla Soprintendenze Belle Arti e Paesaggio. Si tratta per la maggior parti di strutture costruite con malte e intonaci il cui legante principale è la calce. Sono per lo più materiali esenti da cemento. Tuttavia, nel novero degli edifici storici possono essere considerati anche tutte quelle opere di rilevanza architettonica costruite dopo il 1919 che, a fronte delle loro caratteristiche tecnologiche e strutturali, hanno necessità di essere preservate al pari delle costruzioni più antiche. In ogni caso, indipendentemente che si tratti di un edificio storico o di recente costruzione, quando si parla di riqualificazione i principali interventi riguardano il consolidamento strutturale, il ripristino e risanamento, nonché restauro conservativo.

D. Quali sono i passi da compiere prima di affrontare il lavoro sul campo?
R. Ogni intervento presuppone una conoscenza preliminare del manufatto su cui si deve operare. Il primo step è eseguire un sopralluogo in modo da definire le principali problematiche che interessano l’edificio (anamnesi). Il sopralluogo può essere accompagnato successivamente da analisi diagnostiche in grado di determinare in maniera più precisa non solo i materiali utilizzati nella costruzione, ma anche le cause del degrado (test di conferma). Dopo questa fase diagnostica, è possibile definire come intervenire, scegliendo i materiali e i sistemi più idonei, per procedere infine con la loro messa in opera.

D. Come si struttura dunque il lavoro di riqualificazione su un edificio storico?
R. Oltre ai passaggi appena illustrati, è fondamentale la scelta del materiale da utilizzare, in modo che questo risulti compatibile con le caratteristiche chimico-fisiche
ed elasto-meccaniche del materiale originale. Inoltre, è altrettanto importante che durante la messa in opera vengano seguite scrupolosamente le prescrizioni tecniche fornite dal produttore. Oltre alla scelta corretta del materiale o del sistema applicativo, infatti, la messa in opera è determinante per la buona riuscita dell’intervento.

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Chiesa di San Domenico a Somma Vesuviana (Napoli): Mapei ha contribuito alla realizzazione di intonaci deumidificanti con ciclo Poromap e alla
realizzazione di intonaci superficiali con Mape-Antique Intonaco NHL

D. Ci sono modalità operative che attengono nello specifico gli edifici storici?
R. Le modalità sono sostanzialmente le stesse che interessano anche gli edifici di recente costruzione. Tuttavia, le analisi diagnostiche che possono essere eseguite sugli edifici definiti storici sono molto più particolareggiate. Per esempio, è importante realizzare delle stratigrafie sugli intonaci e sulle pitture su cui si deve intervenire per individuare preesistenze ed eventuali sovrapposizioni. Come avvenuto nel caso del recente restauro del Teatro Lirico di Milano, dove è stata scoperta, al di sotto di ben sette strati di pitture che ricoprivano lo stemma del Comune, una finitura simil oro in foglia. Insomma, per determinare la natura dei materiali originari è possibile eseguire delle analisi chimico-fisiche anche su una struttura non vincolata, ma le indagini operate su un edificio storico hanno maggiore rilevanza in quanto sono utili all’impresa per motivare alla Soprintendenza la scelta dei materiali e sistema che si è preventivato di utilizzare.

D. Come si sceglie la soluzione migliore?
R. Non c’è una soluzione migliore, ma quella più idonea a risolvere la problematica sulla base anche della compatibilità con i materiali originali di cui è costituito un edificio, affinché sia preservato nel tempo e, allo stesso modo, non venga meno la durabilità dell’intervento effettuato. In caso di un problema strutturale è necessario operare con un intervento di consolidamento, rinforzo o adeguamento. Qualora sia invece necessario intervenire sulla «pelle dell’edificio», è possibile adoperarsi per risanare l’intonaco, la pittura, eventuali modanature, cornici, marcapiani, elementi in aggetto, etc. Per poi arrivare al restauro, termine specifico che attiene il campo del risanamento conservativo degli edifici storici.

D. Quindi, gli ambiti di intervento del restauro sono specificamente per edifici vincolati?
R. Gli interventi di restauro e risanamento conservativo hanno lo scopo di conservare e recuperare l’organismo edilizio rispettando i suoi elementi tipologici, formali, strutturali, architettonici e artistici. Questi interventi assicurano anche la funzionalità dell’edificio grazie a un insieme sistematico di opere che consentono destinazioni d’uso compatibili. Si distinguono due tipi di intervento: il restauro e il risanamento conservativo. Il restauro è finalizzato principalmente alla conservazione, al recupero e alla valorizzazione dei caratteri degli edifici di interesse storico-artistico, architettonico o ambientale. Questi interventi possono essere svolti anche con l’impiego di materiali e tecniche diverse da quelle originarie, purché congruenti con il carattere degli edifici. Il risanamento conservativo è finalizzato principalmente al recupero igienico e funzionale di edifici che necessitano di consolidare e integrare gli elementi strutturali e la modificazione dell’assetto planimetrico. Questi interventi possono essere svolti anche con l’impiego di materiali e tecniche diverse da quelle originarie, purché congruenti con i caratteri degli edifici.

D. C’è un progetto di restauro a cui avete partecipato, che vi è rimasto nel cuore?
R. Oltre al già citato Teatro Lirico di Milano, Mapei ha partecipato a numerosi progetti, sia in Italia che all’estero. Attualmente stiamo offrendo il nostro contributo tecnico al risanamento conservativo di alcune parti sommitali della Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, abbiamo partecipato a quelli del Battistero di Pisa e del Palazzo Vecchio di Firenze, solo per citare gli ultimi progetti terminati o quelli in corso. In tutti questi casi, Mapei ha messo a disposizione le proprie tecnologie, i materiali e sistemi, laddove richieste, analisi di laboratorio, i propri prodotti e sistemi.

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Il Teatro Lirico di Milano. Gli interventi, concordati e approvati sia dalla committenza che dai progettisti, hanno visto il rinforzo strutturale di alcune porzioni di edificio, la rimozione dell’amianto e il restauro delle decorazioni della volta
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Interno del Teatro Lirico di Milano

D. Quali sono le soluzioni studiate dal Gruppo Mapei per gli interventi di riqualificazione?
R. In Mapei la Linea Risanamento, composta da un team di persone specializzate, si occupa appunto del patrimonio esistente, sia di quello di pregio, ma anche di quello costruito di recente. Esso fornisce giornalmente consulenze tecniche, attraverso sopralluoghi in cantiererelazioni d’intervento, analisi prezzi e voci di capitolato, a supporto del progettista prescrittore e delle imprese, anche quelle specializzate che si occupano di restauro. Last but not least, con i tecnici della Soprintendenza con i quali il team si interfaccia abitualmente per aspetti prettamente tecnici.

D. C’è una gamma di prodotti particolarmente indicata per il restauro e risanamento conservativo?
R. All’interno delle numerose famiglie di prodotto di cui si compone la Linea Risanamento, ve ne sono alcune più indicate per intervenire su un edificio vincolato. La gamma Mape-Antique per esempio, introdotta nel 1992, è costituita da prodotti e sistemi a base calce e completamente esenti da cemento, in grado di soddisfare tutti i requisiti richiesti dalla Soprintendenza per i consolidamento, risanamento e protezione di un edificio. Vi sono altre famiglie di prodotto che comprendono consolidanti corticali in grado di consolidare il supporto senza alterarne la permeabilità al vapore e la cromia originale. Vi sono altre famiglie, come la gamma Mapewood, idonea per il rinforzo e restauro delle strutture lignee. Le capriate della struttura soprastante la Basilica della Natività a Betlemme, solo per citare uno degli ultimi interventi effettuati con questi ultimi prodotti, sono state rinforzate con tale tecnologia.

D. Tra le cause principali del degrado delle murature c’è l’umidità di risalita: come trattare questo tipo di problematica?
R. Mapei mette a disposizione numerosi prodotti e sistemi per il trattamento dell’umidità di risalita. In caso di intervento su un edificio storico vincolato è necessario scegliere materiali a base calce esenti da cemento, come gli intonaci deumidificanti Mape-Antique. Qualora si debba invece procedere su edifici più recenti è possibile scegliere intonaci deumidificanti cementizi ma, al contempo in grado di resistere all’aggressione chimica prodotta dai sali solubili presenti nell’acqua. Mi riferisco alla gamma PoroMap, costituita da uno intonaco deumidificante monoprodotto e monostrato, e da due malte da rasatura con differente tessitura. Per il trattamento dell’umidità di risalita esiste, infine, un’altra categoria di prodotti, rappresentata dalle barriere chimiche, denominata Mapestop, prodotti in forma liquida o cremosa, in grado di impedire all’acqua di risalire per capillarità nelle murature.

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La facciata del Palazzo della Carovana di Pisa, sede principale della Scuola Normale Superiore

D. In che modo si utilizzano questi prodotti?
R. Nel caso degli intonaci deumidificanti si procede dapprima rimuovendo l’intonaco degradato fino ad arrivare alla muratura, per poi procedere con la realizzazione di un nuovo intonaco. Vi sono due tipi di sistemi di intervento: uno tradizionale e l’altro innovativo. I sistemi tradizionali prevedono sempre l’applicazione di un rinzaffo, di circa 0,5 centimetri di spessore, e la realizzazione di un intonaco deumidificante in uno spessore di almeno 2 centimetri, mentre i sistemi moderni, definiti monoprodotto, possono essere applicati senza rinzaffo, in una sola mano, sempre nello spessore di almeno 2 centimetri. La barriera chimica, invece, prevede la realizzazione di alcuni fori al piede della muratura. L’iniezione del prodotto crea un effetto idrofobizzante, impedendo all’acqua di risalire.

D. Il sistema monoprodotto è sempre consigliabile rispetto a un sistema tradizionale?
R. Il sistema monoprodotto ottimizza i tempi e i costi di cantiere, oltre a essere più facile da applicare poiché non necessita di rinzaffo. Diciamo che, in assenza di vincolo storico, dove è possibile usare anche sistemi cementizi, ai fini della riuscita dell’intervento è indifferente la scelta dell’intonaco deumidificante tradizionale o del monoprodotto. Tuttavia, in situazioni di forte umidità o salinità, è preferibile procedere con il sistema tradizionale poiché il rinzaffo, ricco di calce e pozzolana, crea uno strato ulteriore, andando ad ampliare la durabilità all’intervento di risanamento.

D. Nel mondo della progettazione c’è sufficiente consapevolezza delle risorse messe a disposizione con i nuovi materiali?
R. Ci sono tanti progettisti preparati e consapevoli delle opportunità legate ai nuovi materiali. Tuttavia, la manovalanza non è sempre specializzata, e questo può fare la differenza nella buona riuscita dell’intervento. La verifica resta sempre in capo al direttore lavori, tuttavia Mapei può contribuire offrendo il proprio supporto in cantiere affinché i prodotti siano utilizzati correttamente.

D. Organizzate corsi di formazione per progettisti e architetti su queste tematiche?
R. Le richieste sono sempre tantissime. Di recente abbiamo realizzato su piattaforma online due corsi rivolti al consolidamento e risanamento di edifici in muratura. Il primo rivolto a tutto il mondo del restauro con tematiche specifiche e interventi molto articolati e approfonditi, mentre il secondo, a tutti coloro che abitualmente si trovano di fronte ad intervenire su problematiche comuni. Non abbiamo la pretesa di essere onniscienti, ma intendiamo proseguire in questa attività formativa, con l’obiettivo di diventare interlocutori affidabili di progettisti e imprese, cercando di fare cultura e chiarezza su queste tematiche.

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