Una concessionaria ad alta efficienza unisce fotovoltaico e impianto ibrido Hoval

Sulle sponde del Lago Maggiore, a Verbania, la concessionaria Soluzione Spa, rivenditore ufficiale dei brand Jaguar e Land Rover, affianca alla vendita di auto anche un’attività continuativa di assistenza e manutenzione. A supporto del Service, sono state di recente realizzate due tettoie di copertura per una decina di posti auto, un’opportuna protezione dalle intemperie ai veicoli in attesa di manutenzione o già pronti per il ritiro. Sulla copertura è stato installato un impianto fotovoltaico, collegato a una colonnina di ricarica per auto elettriche.

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I pannelli solari producono l’energia necessaria per alimentare una pompa di calore, installata per sostituire il precedente impianto di riscaldamento. La pompa di calore è integrata in un impianto ibrido dotato anche di caldaia a condensazione che interviene nei periodi più freddi, quando la pompa di calore non è sufficiente per coprire il fabbisogno termico dell’edificio. Il tutto gestito da un unico sistema di termoregolazione.

«Abbiamo deciso di installare un impianto fotovoltaico per sfruttare l’energia solare: un accorgimento che ci avrebbe consentito di ridurre i costi dell’energia, le emissioni di CO2 e la dipendenza dalla rete», afferma Alberto Paviotti, titolare della Soluzione Spa. «Un cambio di paradigma importante anche per la mia piccola realtà, che precorre la svolta verso la rivoluzione energetica che il settore auto si prepara ad affrontare: a partire dal 2025 Jaguar produrrà solo macchine elettriche, Land Rover dal 2030. Il cliente apprezza questo nostro orientamento green».

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«Nei prossimi anni assisteremo a un utilizzo sempre più intenso delle fonti rinnovabili, al graduale aumento dei consumi elettrici con progressiva decentralizzazione della produzione di energia. Nel comparto della mobilità il passaggio all’auto ad alimentazione elettrica è già avviato e le soluzioni di e-mobility rappresentano un’interessante opportunità per garantire la riduzione delle emissioni di CO2 nel rispetto dell’ambiente, oltre al risparmio economico. I grossi investimenti che stanno facendo grandi gruppi di aziende automobilistiche su questo fronte fanno pensare che presto il mercato sarà sempre più protagonista», conferma Massimo Caldera, amministratore delegato della Soland, l’azienda fornitrice dell’impianto fotovoltaico. «Contestualmente, anche la tecnologia fotovoltaica è in continua evoluzione e la connessione con i veicoli elettrici è un passaggio del tutto naturale. Il binomio “Mobilità elettrica – Pensilina Fotovoltaica” è quindi una mossa vincente; grazie all’integrazione dei punti di ricarica alle pensiline fotovoltaiche, l’utente può ricaricare durante la sosta la propria auto elettrica beneficiando dell’energia pulita prodotta dalla superficie fotovoltaica, per una vera mobilità sostenibile ad “impatto zero”».

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Per la produzione di energia sono stati installati sulle due coperture 66 pannelli Soland (33 per ciascuna pensilina) che sviluppano una potenza massima totale di 25,56 kw. Il vecchio generatore di calore, di tipo tradizionale, è stato sostituito con una soluzione ibrida Hoval, costituita da una pompa di calore Belaria dual AR (60) e da una caldaia a gas a condensazione Hoval UltraGas 100.

«La vecchia caldaia aveva una potenza sovradimensionata (250 kW) rispetto al reale fabbisogno dell’edificio», spiega l’installatore Fabio Ciprian. «Tenendo conto anche delle esigenze del cliente, abbiamo deciso di utilizzare un impianto ibrido: la pompa di calore Hoval Belaria dual AR (60), abbinata alla caldaia a gas a condensazione di ultima generazione ad alto contenuto d’acqua Hoval UltraGas 100. Abbiamo potuto utilizzare l’impianto a pavimento radiante preesistente, che ha permesso di ottimizzare le prestazioni della pompa di calore, che viene tra l’altro utilizzata anche per il raffrescamento estivo. Nelle giornate di sole la pompa di calore, alimentata con l’energia autoprodotta tramite un collegamento in smart grid, copre il fabbisogno termico anche senza il supporto della caldaia a gas a condensazione».

Hoval Belaria dual AR (60) è una pompa di calore aria/acqua per installazione esterna, dotata di due circuiti frigoriferi separati e utilizzata per il riscaldamento e il raffrescamento. Estremamente silenziosa, grazie alla funzione di raffrescamento integrata CleverCool garantisce un maggior comfort nella stagione estiva.

In questa soluzione ibrida la pompa di calore è stata abbinata alla caldaia a gas a condensazione ad alta efficienza Hoval UltraGas 100, ad elevato contenuto d’acqua, in grado di ricavare fino al 20% in più di energia rispetto alle caldaie convenzionali, con un rendimento superiore al 109 %. Grazie allo scambiatore ad alta stratificazione dotato di superfici di scambio composite AluFer che moltiplicano per cinque la superficie di scambio termico assicurando un efficiente recupero di calore e di ritorni separati per l’alta e la bassa temperatura, all’elevato contenuto di acqua e al sistema di combustione Ultraclean, la caldaia a gas a condensazione UltraGas consente il massimo sfruttamento della condensazione e la riduzione delle emissioni.

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La gestione dell’impianto ibrido viene ulteriormente ottimizzata grazie al sistema di regolazione Hoval Digital che consente di elaborare le informazioni meteorologiche e di adattare in automatico la temperatura dell’impianto in funzione delle condizioni climatiche previste per le tre ore successive. Alla predittività si aggiunge la possibilità di consultare i dati storici dell’impianto e di effettuare di conseguenza interventi migliorativi: in questo modo l’impianto risulta più efficiente, i consumi e i costi si riducono, così come l’impatto ambientale.

«Di solito la bolletta del gas si aggirava intorno ai 1.500 euro al mese, ora è di 300-400 euro. Quella elettrica era di 900 euro, oggi paghiamo mediamente 600-700 euro. Su questo fronte sono già molto soddisfatto, ma lo sono ancora di più perché sono riuscito a dare un’impronta green alla concessionaria. Ci siamo portati avanti… siamo già pronti per la transizione energetica», conclude Paviotti.

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