L’acciaio presagomato vuole aggiornarsi: intervista a Emilio Fadda (Ansag)

Eseguire correttamente le armature è un’operazione di fondamentale importanza per qualsiasi struttura in cemento armato che, oltre alle fasi di calcolo e posa in opera, necessita anche di un attento lavoro dei trasformatori intermedi, come i presagomatori.

Oltre alle difficoltà congiunturali, comuni a molti settori produttivi, inerenti l’aumento indiscriminato dei prezzi delle materie prime, il comparto soffre di importanti lacune sul fronte della normativa tecnica che, a fronte di infinite regole di controllo, non fornisce indispensabili indicazioni sulle tolleranze da applicate all’acciaio presagomato, in relazione, per esempio, alla lunghezza di taglio o agli angoli di piegatura.

emilio-fadda-ansagPer portare avanti le istanze di un comparto ancora poco conosciuto, ma che muove un giro d’affari di circa 1 miliardo di euro, nel 2019 è nata Ansag, Associazione Nazionale Sagomatori acciaio per calcestruzzo armato, guidata dal presidente Emilio Fadda e associata a Finco, la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione.

Domanda. Quando e perché è nata Ansag?
Risposta. L’associazione è nata nel 2019 per rappresentare le istanze delle aziende di presagomatura nell’ambito della filiera delle costruzioni e nel contesto istituzionale. Una prima realtà associativa, nota con il nome di Ansfer, era già operativa nel 1988 sotto l’egida di Confindustria. Poi, a causa della profonda crisi attraversata dal settore, si è sciolta nel 2012. Il settore dell’acciaio per cemento armato, la materia prima dei presagomatori, ha infatti conosciuto un tracollo significativo, passando da una produzione di 5,5 milioni di tonnellate a 1,4 milioni, con una perdita di oltre il 75%. Due anni fa abbiamo ripreso in mano l’attività ed è nata Ansag, l’Associazione Nazionale Sagomatori acciaio per calcestruzzo armato, che fa parte di Finco.

D. Attualmente quanti sono i soci?
R. Ansag raccoglie le principali aziende del settore della presagomatura, che rappresentano circa il 25% del mercato. Al momento siamo una ventina di soci e lavoriamo per ampliare la base associativa, secondo una logica member get member, in modo da raddoppiare il numero degli aderenti entri il 2021.

D. Quali sono i vantaggi per le aziende aderenti?
R. Oltre a mettere a disposizione tutte le convezioni Finco e offrire consulenza specialistica, aderire ad Ansag consente alle aziende di avere un’associazione che tuteli i loro interessi presso gli organi competenti e disporre di un luogo di discussione sulla normativa, che presenta diversi punti di criticità.

D. Quali sono le principali criticità della normativa?
R. Il problema principale è la mancanza di una norma specifica per il presagomato. Per esercitare l’attività della presagomatura le Ntc 2018 prevedono dei requisiti e dei controlli per i centri di presagomatura. La medesima attività svolta presso un prefabbricatore, che usa per lo più gli stessi macchinari e lo stesso acciaio, è sottoposta a controlli e requisiti decisamente meno stringenti. E se la preparazione dell’armatura avviene in cantiere è prevista la semplice “vigilanza” del direttore lavori, senza indicazioni su cosa si deve controllare. Ci sono tante indicazioni sulle caratteristiche della materia prima, sulle prove da eseguire per verificare che l’acciaio sia idoneo e non venga rovinato durante le operazioni di raddrizzatura e/o piegatura, però nelle Ntc e nella circolare 2019 non vi è nessuna indicazione sulle tolleranze di produzione (taglio e piegatura) o posa. Eppure nel capitolo 4 delle Ntc vi è l’indicazione di tenerconto delle tolleranze  durante la progettazione della struttura. L’Italia dovrebbe dotarsi di una norma specifica sulla presagomatura, come ad esempio la Francia o la Spagna, in modo tale che, ovunque venga fatta, la presagomatura abbia le medesime regole.

D. Ci sono iniziative anche su altri fronti?
R. Sì, stiamo lavorando per riconoscere alle aziende di presagomatura un codice Ateco specifico e stiamo organizzando dei corsi per la formazione del personale, soprattutto sulla sicurezza.

D. Qual è oggi la dimensione del settore delle presagomatura in Italia?
R. In Italia ci sono più di 250 presagomatori che operano con continuità e fatturano complessivamente circa 1 miliardo di euro. Purtroppo, nonostante sia un settore rilevante per l’edilizia, è ancora poco conosciuto, contrariamente al comparto dei prefabbricatori o delle fornaci. Come giro d’affari siamo tre-quattro volte le fornaci: se la più grande azienda di questo settore fattura 44 milioni di euro, il più grande presagomatore ha ricavi per più di 100 milioni di euro.

D. Come sta andando adesso il settore rispetto alla crisi di qualche anno fa?
R. Si è ripreso e sta andando bene. C’è stato un riequilibrio tra domanda e offerta: molte aziende hanno chiuso, quelle che sono rimaste si sono stabilizzate e rivitalizzate.

D. Quali sono i principali clienti dei presagomatori?
R. Principalmente le imprese di costruzione, qualche volta gli stessi prefabbricatori. I presagomatori lavorano solo su commessa, sulla base dei progetti che ricevono da parte dei progettisti.

D. Quale sarà la prossima iniziativa di Ansag?
R. Vorremmo ripartire con il progetto di convegni itineranti che purtroppo, a causa del covid, abbiamo dovuto sospendere. Si tratta di seminari tecnici dedicati alla presagomatura e fatti in collaborazione con il Stc del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Abbiamo fatto un primo convegno a settembre dell’anno scorso, poi abbiamo dovuto fermare tutto. Speriamo di ripartire al più presto.

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