Architetture nel mondo: quattro progetti da Città del Messico a Mosca

Quattro progetti di nuove architetture nel mondo selezionati dalla redazione di YouBuild: da Città del Messico alla Lituania, dall’Arabia Saudita a Mosca.

Mar Mediterráneo 34

Passato e presente si fondono in questo progetto di ristrutturazione nel quartiere Tacuba a Città del Messico, dove un edificio storico di inizio Novecento è
tornato a nuova vita, senza perdere la sua identità

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La facciata esterna in cui sono stati mantenuti elementi artistici tipici del Porfiriato

città-del-messico-mar-MediterráneoSiamo a Tacuba, quartiere storico a nord-ovest di Città del Messico, che tra il XIX secolo e l’inizio del XX secolo incarnò una delle zone più ricche della città con grandi case di campagna,
poche delle quali resistite fino ai giorni nostri. Tra gli edifici risparmiati dallo scorrere del tempo c’è la casa Mar Mediterráneo 34, edificio del 1910, oggetto di un interessante progetto di
ristrutturazione e recupero storico-architettonico, a cura dell’architetto Inca Hernandez, e vincitore di diversi premi, tra cui i Muse Design Awards, i WA Awards della World Architecture Community e la Menzione d’Onore nella categoria Renovation of Architecture dei MasterPrize 2020.

L’edificio, risalente all’inizio del Novecento e realizzato in un eclettico stile francese tipico del Porfiriato, era in gravi condizioni: il primo volume con la facciata principale presentava un avanzato stato di deterioramento, mentre il secondo volume, affacciato sul patio interno, era in rovina. Da queste premesse è partito l’intervento di recupero che ha trasformato la casa in un complesso residenziale plurifamiliare su tre livelli, con sette appartamenti adattati a diversi spazi: loft, monolocale, appartamento familiare e attico.

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L’affaccio sul patio interno

 

La ristrutturazione ha voluto reinterpretare il passato in una prospettiva contemporanea, adattando l’edificio all’attuale contesto urbano, senza snaturarlo, e generando un’eredità che incoraggi una trasformazione del quartiere Tacuba salvaguardandone il valore storico. Alcuni elementi artistici e artigianali d’epoca dell’edificio, come i balconi e le architravi in pietra scolpita, le ringhiere in ferro, le grandi finestre e le tegole in vetro, sono stati conservati, mentre i locali ad uso abitativo sono stati ristrutturati con materiali moderni.

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Uno degli appartamenti del complesso residenziale disposto su tre livelli

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La connessione tra passato e presente si riflette anche nel battiscopa in pietra vulcanica che circonda tutto il piano terra, a simboleggiare quasi delle fondamenta su cui poggiare l’edificio riemerso. All’interno il patio presenta aperture che salgono ad intermittenza dal piano terra con giochi di luci e ombre molto suggestivi. Lo spazio interno si completa con due ulteriori cortili di minori proporzioni.

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L’ingresso della luce naturale nei cortili più piccoli viene favorito dalla presenza di strutture reticolari

 

LA SCHEDA

Mar Mediterráneo 34
Luogo: Tacuba, Mexico City
Architetto: Inca Hernández
Progetto: Top Project Multiplex / Efraín
Hernández
Foto: João Morgado – Architecture
Photography
Area: 620 mq
Interior design: Ana Ximena García, Inca
Hernández, Raíz Mx, Adrián
González (Mercado de Chacharitas)
Collaboratori: Gabriela Llovera
Arciniegas, Luis Enrique Vargas
Ingegnere strutturale: Javier Soria
Fine lavori: 2020

Widely open eyes

Nel centro di Vilnius, in Lituania, l’architetta e designer Ieva Prunskaité si ispira alle vetrate e cupole dorate della chiesa di San Michele e Costantino per realizzare un soft industrial chic inondato dalla luce

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La cucina è rifinita con un effetto corten, ripreso anche dalla cucina esterna

 

Un appartamento nel quartiere dello shopping di Vilnius si lascia alle spalle le vestigia sovietiche, trasformando il passato industriale in una sintesi di modernità ed eleganza, grazie al lavoro dell’architetta e designer Ieva Prunskaitė dello studio Prusta.

Il loft si presenta su due piani: il piano inferiore ospita cucina, zona pranzo e living, mentre a destra dell’ingresso si accede alle stanze dei bambini, al bagno e ai locali di servizio; una scala conduce al piano superiore dedicato alla camera matrimoniale con bagno e terrazza, con sauna e vasca idromassaggio. La camera da letto è separata dalla zona giorno da una vetrata in vetro composito ultra chiaro inquadrata esternamente da elementi verticali in ottone volti a creare una sensazione di privacy, senza nascondere la vista sulla città. Il mezzanino, con profilo rastremato, recupera circa un metro e mezzo di sbalzo alleggerendo l’intero volume.

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La camera dei bambini

All’ingresso spiccano elementi verticali in ottone con inserti in marmo, ispirati alle cupole dorate della chiesa ortodossa di San Michele e San Costantino, e definiscono lo spazio come una parete, senza chiuderlo alla vista e alla luce. Il legno chiaro del pavimento si contrappone alla parete in pietra nera che costeggia la scala, mentre l’effetto corten con cui è rifinita la cucina fa da contraltare all’ottone, ripreso anche da alcuni dettagli dell’illuminazione e di parte dell’arredo.

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Il legno quasi bianco del pavimento si contrappone alla parete in pietra nera che costeggia la scala solcata da linee in ottone squadrate e severe
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I motivi in ottone sulla parete doccia in vetro creano una linea di continuità con i lampadari realizzati con lo stesso metallo

I solai, lasciati al grezzo come testimonianza del passato industriale del contesto urbano, fungono da sfondo neutro per gli elementi di arredo. Nessuna porta interrompe le pareti: al fine di avere superfici lisce e neutre e lasciare massima libertà allo stile, l’architetta ha infatti scelto di usare in tutte le stanze porte invisibili filo muro installate su telai Eclisse Syntesis Line Battente a tutta altezza.

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Il bagno di servizio al piano inferiore

LA SCHEDA

Widely Open Eyes
Progetto: Ieva Prunskaité, Studio Prusta
Luogo: Vilnius, Lituania
Fine lavori: 2019
Foto: Leonas Garbačiauskas
Superficie: 217 mq

Al-Ula, c’è un resort nella pietra

Tra le montagne della Sharaan Nature Reserve di Al-Ula, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita, l’architetto Jean Nouvel è al lavoro per realizzare un resort unico nel suo genere, che porta l’architettura contestuale a un nuovo livello

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Al-Ula, rendering concettuale con veduta aerea

Il progetto si ispira alle meraviglie del vicino sito archeologico di Hegra, primo sito Unesco Patrimonio dell’Umanità dell’Arabia Saudita, dove sono ancora visibili le strutture monumentali scolpite nella roccia di arenaria dai Nabatei circa 2 mila anni fa.

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Il patio del resort costruito nel paesaggio della Sharaan Nature Reserve

 

«Il nostro progetto non deve mettere a repentaglio ciò che l’umanità e il tempo hanno consacrato. Deve celebrare le linee e il genio dei Nabatei senza risultarne una caricatura. Questo atto di creazione diventa un vero gesto culturale», ha affermato l’architetto francese Jean Nouvel, che vede in questa realizzazione l’opportunità di dare vita a un’esperienza dimensionale, sensoriale ed emotiva ai confini della natura, dell’architettura e dell’arte.

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Rendering concettuale di piscina dove luci, ombre e rocce interagiscono tra loro, richiamando lo stile tipico dell’architettura nabatea
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Design di una delle camere del resort con terrazza
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Rendering dell’ingresso del resort
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Le pietre finemente spezzettate dei balconi trasformano l’ambiente in un’opera d’arte

 

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Un ascensore panoramico porterà gli ospiti direttamente nel cuore del resort, in un viaggio attraverso gli strati geologici di milioni di anni

Scolpendo all’interno del paesaggio stesso, Nouvel mira a riconnettersi con la terra e realizzare habitat sostenibili, al riparo dal caldo estivo e dal freddo invernale. Il nuovo resort Sharaan conterà anche su energia senza emissioni e nuovi standard di sostenibilità. Il progetto sarà completato entro il 2024 e includerà 40 suite e tre ville-resort, segnando un importante passo avanti per lo sviluppo di Al-Ula come destinazione di interesse globale per cultura, storia ed eco-turismo.

 

LA SCHEDA

Sharaan Resort
Luogo: Al-Ula, Arabia Saudita
Architetto: Jean Nouvel
Progetto e rendering: Ateliers Jean
Nouvel (AJN)
Fine lavori: 2024

Quella House in the landscape

Alle porte di Mosca, una residenza privata si ispira all’architettura organica di Frank Lloyd Wright per un’opera futuristica in mezzo alla natura

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Le grandi finestre sanciscono il legame indissolubile dell’edificio con la natura

A pochi chilometri dalla capitale russa, nel distretto di Chekhov, gli architetti Nikolaev, Kulich, Salov e Oseckaya hanno dato vita a un’opera futuristica totalmente integrata con il paesaggio circostante. Ispirata al lavoro di Frank Lloyd Wright, questa realizzazione gioca tra esterno e interno in un flusso di scambi reciproci. Il rapporto con il paesaggio è rafforzato dalla presenza di un tetto verde con piante legnose ed erbacee tipiche della zona e da lucernari zenitali posizionati lungo la traiettoria del sole per catturare la luce nei diversi momenti della giornata.

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I lucernari zenitali catturano la luce nei diversi momenti della giornata
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La pavimentazione effetto marmo nero ricorda gli ambienti dei più prestigiosi musei internazionali

L’edificio, realizzato in cemento armato, comprende tre camere da letto, tre bagni, una zona soggiorno, una sala da pranzo, una coffee room e un locale-ufficio. All’interno le pareti bianche fanno da sfondo a opere d’arte e di design, mentre la pavimentazione è in ceramica effetto marmo nero striato. Per le zone bagno si è optato per l’acciaio inossidabile in finitura lucidata e nella finitura speciale Black Diamond di Cea Design. Completa l’edificio un piccolo balcone affacciato su una piscina a sfioro.

 

LA SCHEDA

House in the landscape
Luogo: Chekhov District, Moscow Region,
Russia
Progetto: Nikolaev S. (Niko Architect),
Kulich D., Salov A. Oseckaya T.
Interior: Niko Architect / Nikolaev S. and
Klimov D.
Landscape: Petelin A. and Sukhova O.
Foto: Sergey Ananiev (interni), Vasiliy
Khurtin (esterni)

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