Rinasce il ponte di Genova con tecnologia e cemento italiano

Il nuovo viadotto Polcevera

Il nuovo ponte di Genova, che sostituisce il Morandi, ha compiuto un altro passo: ora tutte le campate sono state completate. Dopo il dramma del crollo, un danno anche per l’immagine dell’Italia, arriva l’ora della riscossa. Anche grazie all’opera di progettisti e imprese con radici Italia. È il caso di Calcestruzzi e Italcementi. Il 1 ottobre 2019, infatti, è stata posata la prima campata del nuovo viadotto. Una curiosità: si tratta di cemento a chilometro 0. In particolare il materiale arriva dal centro di macinazione di Novi Ligure (Alessandria) (è un tipo Cem III cemento d’altoforno) si caratterizza per l’elevato tenore di materiale riciclato (circa 40%), il basso livello di emissioni di CO2 (circa 500 kg/t) e la riconosciuta capacità di consentire la produzione di calcestruzzi di elevata durabilità. Per la produzione del cemento viene utilizzato il clinker (semilavorato) prodotto dalla cementeria di Calusco d’Adda (BG) certificata in conformità alle norme ISO 9001 e ISO 14001 e recentemente secondo lo schema internazionale CSC (già RSS) del Concrete Sustainability Council.

La realizzazione delle pile verticali in calcestruzzo di sostegno della struttura in acciaio, già completata, e la copertura della parte orizzontale nelle prossime settimane sulla quale sarà steso il manto d’asfalto, rappresentano un successo di squadra per le sinergie create fra le diverse direzioni del Gruppo Italcementi. Il mix design del calcestruzzo utilizzato è stato messo poi a punto nei laboratori della Direzione Tecnologia e Qualità di Italcementi presso i.lab. Tutta la filiera delle materie prime che lo compongono (il cemento, gli aggregati, l’acqua) provengono dal territorio e sono state studiate e selezionate sia per rispondere alle stringenti richieste progettuali in termini di resistenza meccanica e durabilità, obbligatorie per un’opera di eccellenza come il nuovo ponte, sia per attenuare la CO2 footprint.

 

Rendering del nuovo viadotto a Genova
Rendering del nuovo viadotto a Genova

 

Lo schema Csc certifica il processo di approvvigionamento responsabile su tutta la filiera di produzione secondo i principi base della Sostenibilità e nel rispetto di cinque categorie di crediti: pre-requisiti, gestione, sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, sostenibilità economica. Il calcestruzzo è prodotto dagli impianti della società Calcestruzzi, certificati secondo il Sistema di Gestione della Qualità ISO 9001, presenti nel territorio ligure e già qualificati per la realizzazione di importanti opere.Complessivamente saranno resi disponibili per il rifacimento del ponte circa 67 mila metri cubi di calcestruzzo. Fondamentale è stata la collaborazione con la filiera: da una parte l’impresa di costruzioni Salini Impregilo e l’architetto progettista Renzo Piano, che ha avuto parole di apprezzamento per le competenze di Italcementi e di Calcestruzzi, ricordando anche la collaborazione “di eccezionale livello” durante la realizzazione della sede della Fondazione Niarchos ad Atene.

 

Il ponte Morandi prima del crollo
Il ponte Morandi prima del crollo

 

Importantissimo anche l’aspetto legato alla sicurezza, dove si lavora giorno dopo giorno rispettando i massimi requisiti previsti a tutela dei lavoratori: nel complesso cantiere del nuovo Ponte procedono, infatti, insieme la costruzione della nuova infrastruttura e la demolizione di quella vecchia rimasta. Un cantiere dove si intrecciano le migliori competenze dell’industria italiana delle costruzioni, per ridare alla città di Genova un collegamento essenziale per il suo tessuto sociale ed economico.

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