Controsoffitti, tante funzioni appese in poche centimetri

Nato dall’intreccio di canne e sacchi di tela grezza intonacate rette da centine di legno, piano o curvo, il controsoffitto ha sempre rappresentato la possibilità di modificare il volume interno degli edifici, sagomandolo e riducendolo per ragioni estetiche e formali. Da una lavorazione totalmente artigianale in cantiere (il sistema costruttivo è già presente nell’Italia del Rinascimento) si è poi passati, nel secolo scorso, all’utilizzo di lastre di gesso armato, sostituite dopo qualche decennio da quelle in gesso rivestito (cartongesso) o di gessofibra, che garantivano prodotti industrializzati, standardizzati, economici e di facile posa grazie alla sottostruttura metallica su cui si agganciavano le lastre prefinite.

Parallelamente, nel settore terziario si sono sviluppati controsoffitti a quadrotti o lamelle, dei più svariati materiali, per coprire passaggi di impianti o migliorare le prestazioni di un vano. Oggi il controsoffitto offre, come molti altri elementi tecnici dell’architettura, grazie a una vastissima gamma di materiali e di tecniche di assemblaggio avanzate, risposte a esigenze tecniche, estetico-formali, prestazionali, a costi che vanno da circa 50 euro al metro quadro fino a qualche centinaia. Pur nella enorme varietà di tipologie, prodotti e sistemi realizzativi, ecco una classificazione e qualche esempio che può orientare oggi nella scelta di un controsoffitto.

 

Tecnica costruttiva dei controsoffitti

Dal punto di vista del sistema costruttivo il controsoffitto si può dividere in due grandi categorie principali:

  1. Continuo: ha l’aspetto di un solaio intonacato e può essere piano, curvo, sagomato. Può essere realizzato in cartongesso o gessofibra, scavato per inserirci corpi illuminanti o può ospitare all’interno impianti ispezionabili solo in prossimità di botole o aperture dedicate e viene tinteggiato come un qualunque intonaco. Fanno parte di questa categoria anche i solai tesi, costituiti da teli (plastici o di tessuti high-tech) che vengono fissati solo sul perimetro e possono avere l’aspetto di un solaio tradizionale oppure possono essere traslucidi, semitrasparenti o con piccole forature;
  2. Discontinuo: è costituito da pannelli o doghe rette da un’intelaiatura solitamente visibile. Ogni elemento può essere rimosso e sostituito facilmente. All’interno della modularità di questa tipologia di controsoffitti possono essere inseriti luci, terminali di impianti, apparecchiature di gestione o controllo. Al di sopra trovano facile collocazione passaggi impiantistici agevolmente ispezionabili e modificabili.

 

controsoffitto cartongesso
Controsoffitto radiante in gesso (Giacomini)
controsoffitto metallo
Controsoffitto radiante in metallo (Giacomini)

 

Secondo la tecnica costruttiva può essere suddiviso in:

  1. Sospeso: la struttura metallica che regge il sistema è appesa al solaio strutturale soprastante mediante pendini regolabili, tassellati o agganciati al solaio;
  2. Autoportante: quando il solaio soprastante non è raggiungibile o non ha la possibilità di reggere carichi (caso tipico sono i solai in legno degradati con elevatissime deformabilità che impedirebbero al controsoffitto di avere una perfetta planarità) il controsoffitto ha una sottostruttura metallica in grado di reggere tutto il peso della finitura (sia lastra che doghe) fissata solo sui muri laterali. In questo caso la sottostruttura ha spessori e carichi elevati e di norma non si riescono a coprire grandi luci, se non a costi elevatissimi. Fanno parte di questa categoria anche i controsoffitti tesi che, fissati solo sui bordi, riescono comunque a coprire luci elevate (decine di metri) senza agganci intermedi.

I materiali utilizzati possono essere cartongesso, gessofibra, fibrocemento, sughero, lane minerali, legno, laminati e Mdf, Pvc, tessuti tecnici, metallo, materiali compositi. Per quanto riguarda la funzione che un controsoffitto può assolvere, si possono dividere in categorie:

  1. Aspetto: consente di svincolare la forma interna dell’edificio dalle strutture portanti, dando la possibilità di ottenere qualunque superficie, piana o curva, opaca o lucida, tinteggiabile o metallica;
  2. Contenimento: utilizzando sistemi autoportanti è possibile ricavare controsoffitti che siano dei veri e propri solai portanti, in grado di essere usati come contenitori o ripostigli;
  3. Correzioni acustiche ambientali: grazie al materiale fonoassorbente di cui sono fatti (sughero o lane minerali compresse), la forma (con superfici corrugate o fori di adeguata dimensione) o sfruttando la propria vibrazione (cartongesso o Pvc, accoppiati con materiali appositi) i controsoffitti sono in grado di abbattere in modo sostanziale i riverberi di un ambiente, riconducendolo entro limiti di confort;
  4. Illuminazione: all’interno dei controsoffitti è possibile collocare i corpi illuminanti da incasso o appendere lampade a sospensione. Esistono anche sistemi traslucidi (teli o Pvc) in cui la fonte luminosa può essere collocata al di sopra del controsoffitto, invisibile, ma in grado di illuminare uniformemente tutta la superficie inferiore del controsoffitto e quindi l’ambiente sottostante;
  5. Isolamento acustico: in abbinamento a materiali fonoisolanti (tendenzialmente lane minerali) i controsoffitti sono in grado di fornire un cospicuo isolamento acustico tra piani (almeno per la quota che si propaga attraverso le solette);
  6. Ispezionabilità: un requisito che fa del controsoffitto un sistema largamente utilizzato nel terziario è la possibilità (per i sistemi discontinui apribili) di accedere agevolmente agli impianti collocati al di sopra per ispezione, manutenzione o modifiche;
  7. Passaggio impianti: grazie al volume vuoto e libero da ingombri che si genera al di sopra, può essere agevolmente usato per nascondere il passaggio di impianti anche molto ingombranti (p.e. plenum climatizzazione) o semplici cavi per l’impianto elettrico;
  8. Resistenza al fuoco: i controsoffitti sono spesso usati per la loro resistenza al fuoco: a seconda del materiale e della tecnica di posa, possono essere certificati secondo tutte le classi antincendio;
  9. Resistenza all’umidità: esistono controsoffitti impermeabili o anigroscopici, alcuni già accoppiati a barriere al vapore, che possono essere usati in ambienti con forte presenza di umidità (bagni o piscine) per proteggere le strutture sovrastanti;
  10. Riscaldamento/raffrescamento: di recente sono stati introdotti soffitti radianti in cui la circolazione di acqua (calda o fredda) in piccoli tubi all’interno o sulla superficie superiore dei pannelli consente di riscaldare o raffreddare l’ambiente sottostante in modo uniforme per irraggiamento e con alti livelli di confort, pur non potendo gestire l’umidità relativa.

In conclusione: oggi i controsoffitti sono uno degli elementi tecnici più interessanti in grado, per assortimento di materiali, tecniche costruttive e prestazioni, di svolgere contemporaneamente molteplici funzioni. Vista questa grande varietà, è impossibile fornire un elenco esemplificativo ed esauriente di prodotti: la maggior parte delle principali aziende ha a catalogo soluzioni specializzate in risposta a specifiche esigenze, che vanno studiate specificamente per ogni progetto.

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