Un villaggio olimpico riqualificato da medaglia d’oro

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Monaco di Baviera è al terzo posto della classifica sulla qualità di vita stilata da Mercer, una società di consulenza globale. La classifica, rinnovata annualmente, si basa su molteplici fattori, raggruppati in dieci categorie tra le quali l’ambiente socio-culturale, l’habitat, l’educazione e l’abitazione. A Monaco, nel 2010, è terminata la ricostruzione dello studentato, che è il frutto delle eccellenti politiche di gestione dello Studentenwerk München, un’associazione di supporto per gli studenti della capitale bavarese.

 

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Vista aerea del nuovo studentato a Monaco di Baviera

 

Costruito come residenza femminile per le Olimpiadi del 1972, è stato pensato sin da subito per accogliere gli studenti al termine dell’evento sportivo. Il progetto è stato affidato allo studio monacense Bogevischs Buero in collaborazione con Werner Wirsing, progettista del complesso originale. Queste residenze sono integrate nel Villaggio Olimpico, di fronte alle tensostrutture progettate da Frei Otto.

Vicino alla stazione della metropolitana di Lerchenauer Strasse, è collocato il centro del quartiere con negozi, edifici amministrativi, scuole, un centro medico e una chiesa.Dal centro partono tre bracci costituiti da edifici terrazzati, che durante le Olimpiadi hanno accolto gli atleti maschi, e da arterie di collegamento organizzate su due livelli che separano il traffico veicolare da quello pedonale e ciclabile. A sud dell’ultimo braccio rivolto verso l’Olympiastadion si trova lo studentato, chiamato oggi bungalow village. Le tipologie abitative, con servizi e collegamenti, immerse nel verde offrono un modo di vivere alternativo rispetto agli standard di allora e di oggi.

 

Densità maggiore, maggiore scala umana

Il restauro dell’intero bungalow village non era economicamente sostenibile, perciò si è scelta la via della ricostruzione con l’eccezione di 12 casette, mantenute come testimonianza materiale storica e riqualificate secondo gli attuali standard energetici. La riedificazione non risponde pedissequamente al famoso slogan del «dov’era com’era», perché si è imposta una densificazione dell’abitato. Questa richiesta ha condotto alla progettazione di nuove unità abitative, più piccole rispetto alle originali, che hanno permesso di ottenere sulla medesima superficie 252 unità in più. La struttura urbana, che ricalca quella originale, è composta da file parallele di case a schiera a due piani, con un singolo affaccio.

 

riqualificazione villaggio olimpico monaco planimetria
Pianta del quartiere e dello studentato

 

La ripetizione della stessa unità, con l’unica variabile dell’accoppiamento specchiato, è la forza del complesso nel momento in cui si agisce sulla logica compositiva per creare degli spazi aperti sensibili alla scala umana. Ecco, allora, che troviamo una chiara gerarchia tra i collegamenti, la cui definizione funzionale sfuma in quella di spazi di aggregazione, generati dall’uso sapiente di leggeri sfalsamenti e interruzioni irregolari delle file contigue.

Queste semplici operazioni, ottenute a costo zero, determinano una frammentazione continua degli assi visivi che, assieme alle dimensioni e alle proporzioni degli spazi, crea un senso di tranquillità domestica. Percettivamente, inoltre, si crea una condizione di costante stimolazione visiva che coglie a ogni passaggio nuovi dettagli. Una strada principale attraversa il complesso perpendicolarmente alle file conducendo a una piazza centrale, parallele al viale si incontrano le vie secondarie ritmate dalle pergole, agganciate tra le teste delle file adiacenti, per arrivare ai percorsi che conducono agli accessi degli alloggi distribuiti su entrambi i lati.

 

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La possibile personalizzazione delle abitazioni si spinge anche alla scelta del colore della luce sopra la soglia d’ingresso e della tinteggiatura delle facciate principali con colori e pennelli forniti dall’unione degli studenti

 

Differenze e aderenze

La ricostruzione adotta lo stesso sistema costruttivo degli anni Settanta, aggiornandolo alle normative attuali, con pannelli di isolamento e dettagli studiati per evitare i ponti termici. All’esterno le differenze con l’originale sono poche perché vengono utilizzati, oggi come allora, pannelli prefabbricati di calcestruzzo armato alti un piano. L’aderenza al modello si spinge sino al dettaglio con cui vengono assemblati i pannelli, con i giunti a vista e gli spigoli aperti. Da una certa distanza questa tettonica crea l’illusione di un’architettura effimera, come se le casette fossero costruite con pannelli di cartone accostati tra loro precariamente.

La riproposizione dell’efficace struttura urbana e dell’assemblaggio non sono sufficienti a descrivere il nuovo intervento. Come abbiamo visto per gli spazi collettivi, il senso di appartenenza può scaturire solamente da un attento controllo progettuale. Nel caso delle abitazioni le nuove facciate acquistano una finestra orizzontale collocata ad un’altezza tale da permettere un collegamento visivo con l’esterno anche restando seduti. Le finestre a filo esterno creano all’interno un davanzale sufficientemente ampio da permettere un utilizzo secondario: chi lo usa come vetrina per esporre trofei, oggetti singolari o bottiglie vuote, chi invece come dispensa per il cibo o porta riviste.

La personalizzazione si spinge anche alla scelta del colore della luce sopra la soglia d’ingresso, della tinteggiatura delle facciate principali con colori e pennelli forniti dall’unione degli studenti, e alla possibilità di piantare delle piante tra quelle permesse dal regolamento. Questa operazione ha permesso di preservare un modo di progettare che, pur utilizzando un’architettura semplice ed economica, è in grado di ottenere dei risultati spaziali articolati ed interessanti. Il successo è testimoniato dall’uso vivace che ne fanno gli studenti e dalla lunga lista d’attesa per ottenerne l’affitto.

 

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Pianta piano terra delle abitazioni per gli studenti
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Pianta piano primo delle abitazioni per gli studenti

 

LA SCHEDA

Committente: Studentenwerk München
Progetto: Werner Wirsing + bogevischs buero architekten & stadtplaner gmbh
Paesaggio: Keller Damm Roser Landschaftsarchitekten GmbH
Strutture: Sailer Stepan und Partner GmbH
Impianti e consulenza energetica: Konrad Huber TGA
Area totale: 40,000 m2
Volumetria totale: 60.000 m3

 

(Alberto Franchini)

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