Arch Week 2018, Milano capitale mondiale dell’Architettura

Urbania, uno sguardo sul futuro delle città: è questo il titolo dell’edizione 2018 della Milano Arch Week, che si propone come momento di riflessione sul futuro delle dinamiche dell’architettura e della complessità urbana contemporanea. Riflessione che avrà luogo in tre delle istituzioni più rappresentative per la formazione del pensiero e del dibattito sulla città: il Politecnico di Milano, la Triennale di Milano e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.

 

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Lecture dell’edizione 2017 al Politecnico di Milano

 

Il Politecnico e la Triennale ospiteranno le lecture dei grandi architetti internazionali, mentre Fondazione Giangiacomo Feltrinelli sarà sede del palinsesto About a City. Places, ideas and rights for 2030 citizens: un ricco programma di talk, dibattiti, spettacoli e proiezioni che prenderà il via giovedì 24 con una lecture pubblica di Jacques Herzog. Dal confronto tra Milano e altre città internazionali, il programma – curato da Stefano Boeri, Mauro MagattiSalvatore Settis – si articolerà attorno a tre sfide principali: la crescente diversità fra classi sociali e le relative questioni di convivenza e di accesso ai servizi; l’avanzamento del digitale e le conseguenti infrastrutture tecnologiche; l’imperativo della sostenibilità e di una progettazione urbana in alleanza con la natura.

Da mercoledì 23 a domenica 27 maggio Milano si confermerà capitale mondiale dell’architettura e coinvolgerà il pubblico in un ricco palinsesto di eventi aperti a tutti: workshop, installazioni, mostre, performance, lecture con alcuni tra i più prestigiosi vincitori del premio Pritzker: Jacques Herzog, Toyo Ito, Kazuyo Sejima, Wang Shu a cui si aggiungono nomi di assoluta importanza nel panorama internazionale come Bjarke Ingels, David Adjaye, Sou Fujimoto, Massimiliano Fuksas, Andrea Boschetti, Alberto Campo Baeza, Jeanne Gang, Patrick Blanc, Carrilho Da Graça, Ecosistema Urbano, Iñaqui Carnicero, The Decorators, Ensamble Studio.

 

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I premi Pritzker Jacques Herzog, Toyo Ito e Wang Shu

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