Primo Convegno di YouBuild: la riqualificazione fa il pieno

Convegno architettura YouBuild

Che l’appuntamento fosse molto atteso era già chiaro dal numero delle richieste di iscrizione compilate online. Ma il primo Convegno architettura di YouBuild ha avuto, sul campo, un battesimo ancora più intenso, con una platea attenta, che ha gremito la sala conferenze di iLab, il centro di ricerche di Italcementi che ha ospitato l’incontro. Gli onori di casa li ha fatti Enrico Borgarello, direttore di innovazione di prodotto Italcementi: è lui ad aver inaugurato la giornata con i saluti di benvenuto ai numerosi presenti.

Da una parte la curiosità per la prima uscita in pubblico della rivista di Virginia Gambino Editore. Dall’altra, l’interesse per gli argomenti trattati, a cui si è aggiunta l’utilità di ottenere crediti formativi per i professionisti: sono i poli magnetici che hanno richiamato i protagonisti della filiera delle costruzioni non solo dalla vicina Bergamo, ma anche da altre zone d’Italia. L’agenda dei lavori prevedeva una serie di interventi centrati sul tema del recupero del patrimonio edilizio residenziale: il titolo dell’incontro, Case da non riqualificare a caso (e le cose da fare subito) ha rappresentato una efficace sintesi del filo conduttore.

 

Luca Maria Francesco Fabris, direttore editoriale YouBuild e moderatore dell’evento

 

Dopo i saluti istituzionali di Ambrogio Girotti, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano e di Michele Capè, presidente della Commissione Strutture dello stesso Ordine, gli interventi sono entrati nel vivo del tema scelto, introdotti dal direttore editoriale di YouBuild, Luca Maria Francesco Fabris. Federico Della Puppa, coordinatore del Centro Studi YouTrade ha tracciato lo scenario, descritto con i numeri, del sistema casa: in Italia ci sono 14,5 milioni di edifici dei quali oltre 1,2 milione sono condomini, che sommano 27 milioni di unità immobiliari delle quali circa 14,3 milioni sono alloggi residenziali occupati da famiglie, mentre il rimanente sono locali utilizzati per altri scopi. Quasi il 70% di questi edifici sono obsoleti, insicuri e da riqualificare. Ma come? Con quale criterio?

Oltre mezzo milione, per esempio, sono quelli che hanno necessità di un intervento nella sola Lombardia, secondo il calcolo di Emanuela Casti, dell’Università di Bergamo, che ha spiegato nel dettaglio il progetto Rifo. L’acronimo sintetizza anche concettualmente il processo di abbattimento delle case popolari pubbliche obsolete, da sostituire con edifici sostenibili e adeguati agli standard attuali. Perché riqualificare, se fatto seriamente, è un affare, ha aggiunto Renato Cremonesi, consulente ed esperto in processi di ristrutturazione e adeguamento degli edifici.

Un approccio interessante anche quello di Marina Dragotto di Audis, Associazione delle aree dismesse.
Conciliare pubblico e privato, ma non sempre secondo i canoni un po’ imbalsamati dai pregiudizi, è il vero obiettivo da raggiungere per trasformare porzioni di città lasciate al degrado in nuovi centri residenziali con urbanistica di qualità.
Ultima, ma non meno importanti, le case history illustrate nell’ultima parte del convegno, testimonianze su problemi e soluzioni diverse con, però, lo stesso traguardo: trasformare il vecchio in nuovo, ma rispettando la storia di porzioni di territorio o edifici. Ne hanno parlato Lucia Corti, Mauro Piantelli e Giuseppe Panebianco.

 

C’è già chi attende il prossimo Convegno di YouBuild!

 

La sala conferenze (gremita) di iLab, il centro di ricerche di Italcementi che ha ospitato il primo convegno YouBuild

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