Valvole e rubinetti: export italiano in crescita nel 2025
Il settore italiano delle valvole e rubinetti si conferma strategico a livello globale, con export in aumento e nuove opportunità nei mercati internazionali.
Le valvole e i rubinetti sono componenti fondamentali della nostra quotidianità e dell’economia globale: si trovano ovunque, dagli impianti industriali alle infrastrutture, dalle centrali energetiche fino alle nostre abitazioni.
In questo panorama, l’Italia si distingue come una delle eccellenze mondiali, con circa 500 imprese e 30mila addetti, posizionandosi al secondo posto in Europa dopo la Germania e tra i primi sei Paesi al mondo insieme a Corea, Giappone, Cina, Stati Uniti e Germania.
Export in crescita: Usa, Germania e Arabia Saudita in testa
Secondo i dati dell’Ufficio Statistica di Anima Confindustria, presentati a Milano da Sandro Bonomi, Presidente dell’Associazione Italiana Costruttori Valvole e Rubinetteria, il settore ha registrato nel 2024 un fatturato di 9,55 miliardi di euro, in crescita dell’1,8% rispetto all’anno precedente.
L’export si conferma il principale motore del comparto, rappresentando il 63% dei ricavi. Anche nel primo semestre del 2025 le esportazioni hanno continuato a crescere, con un incremento del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, superando i 3 miliardi di euro.
Gli Stati Uniti si confermano il primo mercato di destinazione, con una quota dell’11,3% pari a 343,4 milioni di euro e una crescita del 19,4%. Seguono Germania e Arabia Saudita, entrambe con una quota dell’8,9%, mentre la Cina, con il 6,1%, registra una flessione del 4,4%.
Il comparto si rivela strategico anche dal punto di vista commerciale: il codice Ateco Altri rubinetti e valvole si colloca all’ottavo posto tra i primi dieci prodotti italiani per saldo commerciale nel 2024, con un valore di 5,3 miliardi di euro, superando settori come la farmaceutica di base e i componenti per autoveicoli.
Export dei primi sei mesi del settore Valvolame e Rubinetteria – Principali Paesi di destinazione
Opportunità globali: accordi con il Mercosur e nuovi mercati
Durante l’assemblea tenutasi a Milano, sono emersi segnali positivi per lo sviluppo del settore, ma anche alcune criticità.
Tra le opportunità, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Paesi del Mercosur promette di aprire nuovi spazi di crescita, grazie alla graduale eliminazione dei dazi su oltre il 90% dei prodotti industriali.
Questo potrebbe favorire una maggiore presenza italiana in Sud America, in particolare in Brasile e Argentina, e contribuire alla diversificazione dei mercati di esportazione.
Tra i fattori di rischio, invece, preoccupa l’incertezza legata ai dazi verso gli Stati Uniti, che potrebbero influire negativamente sul fatturato.
A questo si aggiungono l’eccessiva burocrazia doganale, la carenza di personale qualificato, l’instabilità normativa, il rafforzamento dell’euro sul dollaro e l’aumento del prezzo del rame.
Inoltre, i costi energetici, tra i più alti in Europa, rappresentano una sfida cruciale per la competitività delle imprese italiane.
Milano White Paper: idrogeno, nucleare e transizione industriale
L’assemblea ha riunito rappresentanti istituzionali, economisti, analisti geopolitici e operatori del settore, oltre a 12 associazioni internazionali provenienti da Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito e altri Paesi.
Il Milano White Paper, documento condiviso su idrogeno, nucleare ed energia, ha confermato il ruolo centrale del capoluogo lombardo come punto di riferimento globale per l’industria.
Da sinistra Marco Fortis, Greta Cristini e Sandro Bonomi
Cinque open panel tematici hanno scandito i lavori dell’assemblea, affrontando temi chiave come capitale umano, transizione energetica, idrogeno e nucleare, resilienza idrica e sostenibilità.
Il focus si è concentrato anche sul nuovo nucleare italiano, che sarà presentato alla World Nuclear Exhibition di Parigi il 4 novembre, con una collettiva di 28 aziende italiane promossa da Anima Confindustria, Ice e Ministero degli Affari Esteri.
Focus Pmi: formazione, innovazione e competitività internazionale
Infine, sono state approfondite modalità innovative di formazione e gestione dei processi produttivi per le Pmi, con l’obiettivo di sostenere la crescita del comparto sui mercati globali.
All’evento hanno partecipato anche membri del Parlamento europeo e della Commissione Energia italiana, che hanno illustrato le prospettive istituzionali sulle politiche energetiche e commerciali del settore.
Sandro Bonomi | Presidente di Avr
Sandro Bonomi | Presidente di Avr
Il settore delle valvole e della rubinetteria rappresenta un’eccellenza a livello globale: un comparto altamente specializzato, riconosciuto in tutto il mondo per qualità, innovazione e capacità di servire mercati complessi.
Le nostre aziende si trovano oggi ad affrontare sfide strutturali rilevanti: la complessità burocratica, i dazi, la carenza di personale tecnico qualificato e i costi dell’energia, tra i più alti nella Ue, rappresentano ostacoli concreti alla crescita e alla competitività.
In questa fase è fondamentale che le istituzioni e il Governo collaborino a stretto contatto con associazioni e imprese per preservare un comparto che oggi vale quasi 10 miliardi di euro e rimane strategico per l’intero Sistema Paese.
L’assemblea di oggi è stata un momento essenziale di confronto sul futuro del settore grazie anche alla presenza di rappresentanti politici, associazioni internazionali ed esperti di mercato. Un’occasione fondamentale per consolidare la reputazione globale dell’industria italiana delle valvole e dei rubinetti, emblema di innovazione e di qualità del Made in Italy.