Nel percorso di Rete Irene riqualificare significa soprattutto creare valore sociale

Sistema Irene: un modello industriale per la riqualificazione energetica che unisce imprese, innovazione e impatto sociale. Lo spiega a YouBuild il presidente Manuel Castoldi

Sistema Irene | Il cantiere di Trezzano sul Naviglio

In un settore che si muove tra transizione ecologica, instabilità normativa e sfide tecnologiche, serve più che mai una visione sistemica e una capacità organizzativa nuova. Lo dimostra il percorso di Rete Irene, nata nel 2013 dall’unione di più imprese con l’obiettivo di affrontare in modo integrato il tema dell’efficientamento energetico.

Manuel Castoldi presidente e promotore del Sistema Irene
Manuel Castoldi | Presidente e promotore del Sistema Irene

Oggi è la prima rete di imprese nazionale che si occupa di rinnovamento energetico degli edifici esistenti, composta da 18 im­prese e 8 partner industriali, che opera soprattutto nel campo delle ristrutturazioni e ha fatto della formazio­ne, dell’impatto ambientale e dell’innovazione finan­ziaria i suoi punti di forza.

Ne parliamo con Manuel Castoldi, presidente e promotore del Sistema Irene, per comprendere come si costruisce un modello industriale basato sulla qualità e sulla sostenibilità, e perché oggi riqualificare significa soprattutto creare valore sociale.

Partiamo dall’inizio: qual è stato il punto di partenza della vostra organizzazione e come si è evoluta?

L’idea della rete è nata nel 2012, quando parlare di riqualificazione energetica era ancora pionieristico. Il nostro approccio è sempre stato pragmatico ma ambizioso: sin da subito abbiamo cercato di cam­biare il modo in cui ci si relazionava al mercato, alle famiglie, ai professionisti. Abbiamo puntato su integrazione tra involucro e impianti, garanzia dei risultati e strumenti finanziari a supporto degli interventi. Nel tempo siamo passati da una rete con­tratto a una rete soggetto, fino alla trasformazione in società benefit. Oggi siamo un’organizzazione strutturata, consapevole, che ha fatto della flessi­bilità la sua cifra distintiva.

Il Superbonus ha segnato una svolta. Come lo avete affrontato?

È stato uno tsunami. Abbiamo gestito oltre 200 interventi tra il 2021 e il 2023, concentrandoci su contesti complessi, come le periferie, e puntando alla deep renovation, non al compitino. Non ci siamo fatti travolgere, perché ci siamo strutturati: abbiamo accentrato competenze tecniche, fiscali e burocratiche, accompagnando le famiglie in un percorso reale di trasformazione dell’abitare. Il no­stro obiettivo era chiaro: nessuna famiglia lasciata indietro. Ed è così che è andata.

Che cosa significa oggi per voi riqualificare?

Significa rispondere ai bisogni reali delle persone. E i bisogni stanno cambiando: oggi si parla di comfort estivo, di rinnovabili, di comunità energetiche. Il solo cappotto non basta più. Oggi fare riqualificazione significa molto più che migliorare le prestazioni ener­getiche. Stiamo lavorando su nuove tecnologie, sulla riduzione del fabbisogno energetico e sull’elettrifica­zione. Ma anche su strumenti finanziari innovativi, perché le famiglie devono poter investire, non solo spendere. E devono capire il valore patrimoniale, ambientale e sociale del lavoro che si fa sugli edifici.

La direttiva Epbd rappresenta una sfida o un’op­portunità?

Un’opportunità enorme, se affrontata con serietà. La confusione generata da una certa narrazione politica non aiuta: per questo abbiamo redatto il documento Epbd per tutti, per chiarire cosa prevede davvero la direttiva e come si possa affrontarla a step. Siamo stati invitati a Bruxelles proprio per la qualità di questo lavoro. La transizione si fa con informazione, formazione e strategia. E con progetti pensati nel momento giusto, non calati dall’alto.

Sistema Irene presentazione dell'accordo con Casa Clima
Sistema Irene | Accordo con Casa Clima

Uno dei vostri punti di forza è il rapporto con CasaClima. Ce lo racconta?

Nel 2018 abbiamo avviato una collaborazione con l’Agenzia CasaClima Alto Adige per costruire un protocollo specifico per la riqualificazione dei con­domini. Quel lavoro oggi è ancora vivo: stiamo ag­giornando le linee guida e abbiamo già certificato 43 interventi. È un esempio di come intendiamo l’innovazione: non solo tecnologica, ma anche me­todologica e culturale. Il nostro comitato tecnico-scientifico nasce proprio per questo: per far crescere la qualità e la competenza all’interno della filiera.

Gli strumenti finanziari che avete introdotto?

Nel 2013 non esistevano strumenti di credito a 120 mesi per le famiglie. Siamo stati tra i primi a svilupparli, insieme a una piccola banca del territorio. Oggi quel tipo di prodotto è la norma, ma allora fu una scommessa. Come molte delle scelte che abbiamo fatto: avere come organo comune una società benefit, puntare su tecno­logie integrate, investire sulla formazione continua. Anche oggi stiamo guardando al 2030, immaginando nuovi strumenti e nuove soluzioni.

Che cos’è oggi il Sistema Irene?

È il nostro modello operativo: un ecosistema che mette insieme competenze, innovazione, capacità realizza­tiva e visione. Offriamo supporto tecnico e fiscale, strumenti finanziari agevolati, formazione continua, qualità certificata. Ma soprattutto lavoriamo come co­munità: le imprese che fanno parte del nostro network condividono valori, metodo e obiettivi. È questo che ci rende unici e ci consente di adattarci a un mercato in continua evoluzione.

Sistema Irene momento informativo
Sistema Irene | Appuntamento informativo

C’è anche un tema culturale forte.

Assolutamente. La transizione ecologica non è solo una questione tecnologica: è una questione di cultura. Per questo facciamo informazione, coinvolgiamo le famiglie, costruiamo documenti, parliamo con le istituzioni. Il nostro lavoro non finisce in cantiere: inizia molto prima e continua dopo. (intervista di Luisa Castiglioni)

Alcuni cantieri di efficientamento energetico

Cooperativa San Martino, Bollate
Sistema Irene cantiere San Martino a Bollate
Sistema Irene | Il cantiere San Martino a Bollate

Il complesso residenziale della Cooperativa Edificatrice San Martino a Bollate, costruito tra il 1962 e il 1964, è stato oggetto di un intervento di riqualificazione energetica integrata che ha coinvolto 93 unità abitative distribuite su tre corpi scala.

Il progetto di A più C architetti ha previsto l’isolamento termico dell’involucro opaco per circa 6.090 metri quadrati, la sostituzione dei serramenti (per una superficie complessiva di circa 1.000 mq), la bonifica e coibentazione della copertura, la rimozione del gas butano a favore di piani a induzione in tutti gli appartamenti, la sostituzione del generatore termico con un sistema centralizzato a condensazione e l’installazione di un impianto fotovoltaico da 19,4 kWp con accumulo.

I lavori sono stati eseguiti mantenendo la piena abitabilità degli edifici, e sono stati finanziati attraverso il meccanismo del Superbonus 110% con cessione del credito. Il salto energetico ottenuto è stato pari a tre classi, da E a B, con una riduzione del fabbisogno energetico annuo pari a circa 416.451 kWh.

In termini di consumi, l’intervento ha comportato una riduzione di oltre 39.000 metri cubi di gas all’anno e circa 4.800 kWh di energia elettrica, per un totale di 80,7 tonnellate di CO2 evitate. Rinnovando l’edificio si è riusciti a dare anche una nuova immagine architettonica oltre a un miglior comfort abitativo per le persone che ci vivono.

L’intervento s’inserisce in un più ampio programma di rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio edilizio cooperativo a proprietà indivisa, con l’obiettivo di ridurre i consumi e migliorare le condizioni di comfort abitativo, senza modificare l’impostazione distributiva degli spazi né compromettere la configurazione architettonica esistente.

Via Gioberti – Moro, Trezzano sul Naviglio

Nel comune di Trezzano sul Naviglio, l’intervento di riqualificazione di Franco Lobbia ha riguardato un complesso di housing sociale composto da 90 unità immobiliari. L’obiettivo dell’intervento era ridurre il fabbisogno energetico complessivo dell’edificio, migliorare il comfort termico interno e aggiornare l’efficienza impiantistica, con un salto energetico dalla classe E alla classe A2.

Sistema Irene cantiere Trezzano sul Naviglio
Sistema Irene | Il cantiere di Trezzano sul Naviglio

L’edificio è stato oggetto di una riqualificazione profonda che ha incluso la posa di 8.800 metri quadrati di isolamento a cappotto termico sulle superfici opache verticali, la sostituzione dei serramenti in 67 unità abitative e l’installazione di un nuovo impianto centralizzato con caldaia a condensazione.

L’intervento ha previsto anche l’inserimento di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo, finalizzato a coprire parte dei fabbisogni energetici condominiali. In precedenza, il verde scuro delle pareti delle logge dei balconi, anche se compatibile con il rosso dei serramenti, rendeva bui gli alloggi.

A questo si aggiungevano: il grigio del cemento armato a vista color panna; il nocciola chiaro delle pareti cieche; il tortora del porticato pilotis. La scelta condivisa è stata di modificare i colori attribuendo tre toni di grigio sulle facciate che si armonizzassero bene con il colore rosso dei serramenti, entrando nelle logge con il grigio molto più chiaro.

Una scelta cromatica complessiva che ha reso piacevole il fabbricato e più luminosi gli appartamenti, contribuendo a distinguere il complesso e distanziandolo notevolmente dalla situazione di degrado nel quale vigeva. Dal punto di vista energetico, la riqualificazione ha prodotto un risparmio annuo stimato di 774.610 kWh di energia, con un’efficienza complessiva migliorata del 62,85%.

I lavori sono stati eseguiti in continuità con l’utilizzo abitativo degli alloggi, adottando soluzioni tecniche che hanno minimizzato l’impatto per i residenti. L’intervento si distingue per l’integrazione tra le componenti architettoniche e impiantistiche, per l’attenzione alle esigenze manutentive future e per la scelta di materiali e tecnologie ad alta durabilità. La realizzazione si inserisce nel quadro operativo di Rete Irene, che ha curato il coordinamento generale e la messa a sistema delle competenze progettuali, esecutive e di supporto tecnico e finanziario.

Associazione Aylum, Como

L’intervento ha interessato un edificio a destinazione originariamente educativa, situato in via Michelangelo Colonna a Como. La riqualificazione energetica della sede dell’associazione Asylum, centro educativo, di formazione e aggregazione sociale a Como, ha previsto un insieme articolato di lavorazioni finalizzate al miglioramento dell’efficienza dell’involucro, all’integrazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili e alla riduzione dei consumi.

Sono stati realizzati 500 metri quadrati di isolamento termico, è stata rifatta integralmente la copertura con posa di nuovo pacchetto isolante, e sono stati sostituiti 110 metri quadrati di serramenti esterni, comprensivi di sistemi oscuranti.

Sistema Irene cantiere Associazione Asylum impianto fotovoltaico
Sistema Irene | L’impianto fotovoltaico nel cantiere dell’Associazione Asylum

L’intervento ha incluso anche la sostituzione del generatore di calore esistente con un nuovo impianto centralizzato a condensazione. A integrazione, sono stati installati un impianto fotovoltaico e un impianto solare termico, entrambi dotati di sistema di accumulo.

Le lavorazioni si sono svolte in un contesto di riconversione funzionale, con l’obiettivo di trasformare l’immobile in un edificio residenziale ad alta efficienza. I sistemi passivi e attivi adottati hanno contribuito a migliorare le prestazioni energetiche complessive, a ridurre i costi di esercizio e a garantire un maggiore comfort termico per i futuri utilizzatori.

L’intervento ha inoltre rispettato i criteri di integrazione architettonica delle nuove tecnologie, limitando l’impatto visivo degli impianti tecnici. Il progetto rientra nella più ampia strategia promossa da Rete Irene per la decarbonizzazione del patrimonio edilizio esistente attraverso interventi integrati su involucro e impianti, con particolare attenzione all’applicazione delle fonti rinnovabili in ambito urbano, per le architetture residenziali e per le strutture del terzo settore.

Ambito in cui si attende l’introduzione del conto termico 3.0, il cui debutto è atteso entro il 2026: meccanismo di sostegno che incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili equiparando gli enti del terzo settore alle amministrazioni pubbliche.

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