Kampung Admiralty a Singapore, modello verticale di sostenibilità urbana e inclusione sociale

Progetto pionieristico a Singapore, Kampung Admiralty integra servizi residenziali, medici, sociali e agricoli in un unico complesso verticale. Un esperimento di sostenibilità urbana intergenerazionale che ridefinisce l’uso del suolo e il ruolo dell’architettura pubblica

ASituato a Woodlands, a nord del centro di Sin­gapore, Kampung Admiralty è nato come risposta alla crescente domanda di strutture pubbliche efficienti su un lotto limitato di 0,9 ettari. Progettato da Woha Architects con il proget­to del paesaggio firmato da Ramboll Studio Dreiseitl Singapore, è stato completato nel 2017 e inaugurato ufficialmente nel maggio 2018.

La sfida progettuale era triplice: densificare l’uso del suolo, soddisfare i bisogni della terza età in modo integrato, e creare uno spazio pubblico inclusivo. Il progetto incorpora 104 unità abita­tive senior, progettate secondo i principi dell’accessibilità e del comfort intergenerazionale, un hawker centre da 900 posti, ovvero un grande mercato coperto tipico del sudest asiatico che ospita numerosi chioschi di cucina locale a prezzi accessibili, un centro medico, asilo nido, hub per l’invecchiamento attivo, spazi per il commercio locale e orti urbani pensili dedicati alla comunità, tutto collegato alla stazione metropolitana Mrt Admiralty, garantendo mobilità integrata e accesso diretto agli spazi.

Distribuzione a piani sfalsati, densità della vegetazione sui tetti e connessioni con la viabilità urbana e la stazione Mrt adiacente. La sezione centrale evidenzia il parco pubblico sopraelevato, cuore sociale del progetto | ©K. Kopter, Woha
Distribuzione a piani sfalsati, densità della vegetazione sui tetti e connessioni con la viabilità urbana e la stazione Mrt adiacente. La sezione centrale evidenzia il parco pubblico sopraelevato, cuore sociale del progetto | ©K. Kopter, Woha

Una struttura a strati: il modello Club Sandwich

La disposizione a strati, definita dallo studio Woha come un club sandwich, organizza verticalmente le fun­zioni principali del complesso. Al piano terra si apre la Community Plaza, uno spazio pedonale di circa 1.000 m², animato da eventi sociali e concepito come cuore pulsante della vita comunitaria.

Ai piani terzo e quarto si trova l’Admiralty Medical Centre, che ospita ambu­latori specialistici, sale per day surgery, una farmacia e centri di educazione alla salute. Il progetto include una corte interna affacciata sulla Community Plaza e sul parco soprastante, favorendo una continuità visiva e simbolica tra benessere fisico e ambientale.

I livelli superiori ospitano il Community Park, articolato in terrazze verdi e orti comunitari per una superficie di circa 180 m². Sopra di essi si innalzano due torri residenziali di 11 piani, progettate secondo criteri di ventilazione naturale e illuminazione diffusa, in linea con i principi della sostenibilità bioclimatica.

Vista ravvicinata dell’articolazione volumetrica a terrazze e dell’integrazione del verde nei diversi livelli dell’edificio | ©K. Kopter, Woha
Vista ravvicinata dell’articolazione volumetrica a terrazze e dell’integrazione del verde nei diversi livelli dell’edificio | ©K. Kopter, Woha

Ecologia urbana e progettazione bioclimatica

Oltre il 50% dell’intera superficie del lotto, pari a circa 4.730 m², è stato destinato a spazi verdi, a dimostrazione dell’impegno ambientale che caratterizza il progetto.

Il verde si sviluppa in verticale: comprende giardini pensili, tetti vegetati, facciate verdi, orti comunitari e micro-habitat distribuiti su più livelli.

Questi spazi, oltre a offrire qualità estetiche e occasioni ricreative, ospitano oltre 50 specie diverse tra uccelli, insetti impollinatori e piante native, contribuendo attivamente alla biodiversità urbana. Dal punto di vista idrico, Kampung Admiralty è uno dei progetti più avanzati di Singapore nell’appli­cazione del programma Abc Waters (Active, Beautiful, Clean) promosso dal Public Utilities Board, l’agenzia nazionale dell’acqua.

Il sistema include raingardens (giar­dini filtranti), bacini di bioretention e un eco-pond di raccolta: insieme, questi elementi permettono di filtrare e riutilizzare il 33% dell’acqua piovana raccolta in loco.

Planimetria del complesso Kampung Admiralty: l’immagine mostra l’organizzazione a terrazze sovrapposte del progetto, con la vegetazione che avvolge i diversi livelli | ©Henning Larsen Architects
Planimetria del complesso Kampung Admiralty: l’immagine mostra l’organizzazione a terrazze sovrapposte del progetto, con la vegetazione che avvolge i diversi livelli | ©Henning Larsen Architects

L’acqua trattata viene impiegata per l’irrigazione delle aree verdi, contribuendo a un risparmio stimato di oltre 4,1 milioni di litri d’acqua potabile all’anno. Il progetto ha ottenuto la prestigiosa certificazione Green Mark Platinum, il massimo livello assegnato dalla Building and Construction Authority (Bca) di Singapore per edifici a elevate prestazioni ambientali.

Il riconoscimento è dovuto non solo alla gestione dell’acqua e del verde, ma anche a soluzioni passive e intelligenti. L’orienta­mento dell’edificio è stato ottimizzato per minimizzare l’irraggiamento diretto nei momenti più caldi della gior­nata, favorendo la ventilazione naturale e la captazione di luce diffusa.

In fase progettuale sono stati utilizzati software di simulazione ambientale avanzata per model­lare il microclima, prevedere flussi d’aria e ottimizzare l’illuminazione naturale degli spazi interni e comuni.

Tutti questi accorgimenti permettono una significativa riduzione del fabbisogno energetico, in particolare per la climatizzazione, limitando l’uso dell’aria condizionata nei luoghi comuni e garantendo un comfort termico costante per gli utenti.

L’insieme delle strategie impie­gate fa di Kampung Admiralty un esempio virtuoso di edilizia pubblica bioclimatica in contesto urbano tropicale.

Inquadratura zenitale delle terrazze paesaggistiche, che ospitano percorsi pedonali, aree gioco e vegetazione lussureggiante | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects
Inquadratura zenitale delle terrazze paesaggistiche, che ospitano percorsi pedonali, aree gioco e vegetazione lussureggiante | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects

Invecchiamento e inclusione sociale

Le 104 unità abitative dedicate alla popolazione senior sono progettate secondo i principi del design universale, garantendo accessibilità, sicurezza e autonomia. Gli appartamenti sono dotati di ingressi a livello, barre di so­stegno integrate, ampi infissi per favorire l’illuminazione naturale e finiture antiscivolo.

L’arredo fisso, essenziale ma funzionale, è pensato per ridurre gli ostacoli e facili­tare i movimenti anche in caso di mobilità ridotta. Tutti i corridoi condominiali sono illuminati naturalmente e ventilati, mentre ogni piano dispone di spazi comuni di sosta per favorire l’incontro tra i residenti.

Ingresso pedonale al piano terra di Kampung Admiralty, incorniciato da pilastri monumentali e da una facciata articolata. L’accesso conduce a servizi sanitari e spazi comunitari |©Darren Soh, Woha
Ingresso pedonale al piano terra di Kampung Admiralty, incorniciato da pilastri monumentali e da una facciata articolata. L’accesso conduce a servizi sanitari e spazi comunitari |©Darren Soh, Woha

Il complesso include anche un hub dedicato all’invec­chiamento attivo, dove si svolgono attività motorie legge­re, laboratori cognitivi e iniziative culturali. In parallelo, la presenza di un asilo nido all’interno dell’edificio favo­risce interazione intergenerazionale: bambini e anziani condividono occasioni di gioco, cura del verde e attività creative.

Questo accostamento di funzioni distinte ma sinergiche è uno dei tratti più innovativi del progetto, pensato per contrastare l’isolamento sociale attraverso una quotidianità condivisa.

Nel parco pensile e nelle aree comuni sono state installate apposite buddy benches, panchine che invitano alla conversazione con chi è se­duto a fianco. Gli orti urbani educativi, situati all’ultimo livello, non sono solo elementi simbolici di sostenibilità, ma veri e propri spazi produttivi e pedagogici, curati da gruppi di residenti con il supporto di associazioni locali.

L’attività orticola promuove benessere psicofisico, senso di responsabilità e scambio intergenerazionale. Studi di settore condotti da università locali e istituzioni come l’Urban Redevelopment Authority (ente per la pianifica­zione urbana) evidenziano come la distribuzione dell’e­dificio, caratterizzata da una quota elevata di superfici semipubbliche, circa il 47,6% del totale, favorisca una buona permeabilità sociale e una circolazione intuitiva, aumentando l’orientabilità e la sensazione di sicurezza nei residenti. Il progetto incoraggia così un equilibrio tra privacy individuale e apertura verso la comunità, offrendo un contesto abitativo protetto ma non isolante.

Prospetto principale del complesso visto da nord est, con il portico a pilotis che solleva gli spazi abitativi lasciando libera la piazza pubblica sottostante. Il verde si sviluppa su diversi livelli, dalle facciate ai giardini pensili, fino alla copertura, offrendo spazi di relax e incontro per tutte le età | ©Darren Soh, Woha
Prospetto principale del complesso visto da nord est, con il portico a pilotis che solleva gli spazi abitativi lasciando libera la piazza pubblica sottostante. Il verde si sviluppa su diversi livelli, dalle facciate ai giardini pensili, fino alla copertura, offrendo spazi di relax e incontro per tutte le età | ©Darren Soh, Woha

Funzionalità e impatto

A distanza di alcuni anni dalla sua inaugurazione, Kam­pung Admiralty si è affermato non solo come landmark urbano, ma come modello operativo di edilizia pubblica integrata.

L’edificio, interamente di proprietà statale, è gestito da un consorzio di enti pubblici coordinati dall’Housing & Development Board, l’agenzia nazio­nale per l’edilizia residenziale pubblica di Singapore.

Il progetto ha registrato un’adozione progressiva e positiva da parte della comunità, in particolare dagli anziani residenti e dai commercianti della zona. Le unità abi­tative mostrano un tasso di occupazione stabile e una permanenza a lungo termine, segno di un alto livello di soddisfazione.

Secondo sondaggi condotti dall’Urban Redevelopment Authority e dal ministero dello Sviluppo Sociale, i residenti apprezzano soprattutto la prossimi­tà ai servizi essenziali (cliniche, trasporti, negozi) ma anche la possibilità di mantenere una vita sociale attiva senza dover uscire dal complesso.

Un percorso pedonale attraversa una rigogliosa vegetazione tropicale che avvolge le terrazze dell’edificio. Una persona cammina sul sentiero, evidenziando la scala umana del progetto | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects
Un percorso pedonale attraversa una rigogliosa vegetazione tropicale che avvolge le terrazze dell’edificio. Una persona cammina sul sentiero, evidenziando la scala umana del progetto | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects

L’integrazione con il centro medico ha contribuito a ridurre in modo signi­ficativo le visite d’emergenza, grazie a un monitoraggio continuo della salute e a una maggiore frequenza dei controlli preventivi.

Uno degli elementi più riusciti del progetto è la Community Plaza: uno spazio pubblico multifunzionale, utilizzato per eventi, attività culturali, ginnastica dolce e momenti di socializzazione spontanea tra residenti e visitatori.

Secondo i dati diffusi da NParks (l’agenzia per la gestione degli spazi verdi) e dalla Health Promotion Board, oltre il 70% dei residenti partecipano regolarmente ad attività settimanali negli spazi comuni, a conferma del forte senso di appartenenza che il luogo ha generato.

Anche il piano commerciale ha superato le aspettative. Il mercato alimentare coperto (Hawker centre) è costantemente frequentato durante le ore di punta, mentre la combinazione tra piccolo commercio, servizi sanitari e attività quotidiane ha dato vita a un’at­trattività trasversale.

Spazio giochi all’aperto integrato nel verde | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects
Spazio giochi all’aperto integrato nel verde | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects

Sebbene pensato in origine per un target senior, il complesso è oggi vissuto da un pubblico variegato: famiglie, giovani e pendolari che gravitano attorno alla stazione metropolitana vicina.

Dal punto di vista ambientale, il sistema integrato di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana, insieme ai tetti verdi e alle facciate vegetali, è regolarmente monitorato e operativo. Secondo il Public Utilities Board (ente idrico nazionale), si risparmia ogni anno oltre 4 milioni di litri d’acqua potabile.

Inoltre, la presenza diffusa di vegetazione con­tribuisce a una riduzione della temperatura al suolo di circa 2,5 °C rispetto alle aree urbane circostanti prive di mitigazione ambientale. Il progetto ha assunto nel tempo una dimensione anche simbolica.

È oggi oggetto di visite studio da parte di architetti, urbanisti e amministratori pubblici da tutto il mondo, ed è stato inserito tra le best practices urbane riconosciute da UN-Habitat e dal World Architecture Festival.

Kampung Admiralty rappresenta dunque non solo un esperimento riuscito di integrazione funzionale, ma un vero e proprio strumento narrativo: dimostra come l’architettura pubblica possa contribuire attivamente alla costruzione del benessere collettivo.

Orto urbano sul tetto coltivato da un residente, che innaffia le piante al tramonto. La presenza dell’uomo sottolinea l’importanza dell’agricoltura urbana e della partecipazione attiva degli abitanti alla cura degli spazi comuni | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects
Orto urbano sul tetto coltivato da un residente, che innaffia le piante al tramonto. La presenza dell’uomo sottolinea l’importanza dell’agricoltura urbana e della partecipazione attiva degli abitanti alla cura degli spazi comuni | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects

Limiti e criticità

Nonostante il successo ottenuto in termini di riconosci­menti e impatto locale, Kampung Admiralty presenta alcune criticità che ne limitano la replicabilità e sollevano interrogativi più ampi sul rapporto tra innovazione urbana e sostenibilità.

Un primo aspetto riguarda il modello organizzativo e gestionale, altamente centralizzato. Il funzionamento del complesso si basa sulla cooperazione tra diversi enti pubblici, in sinergia con operatori sani­tari, cooperative e commercianti locali.

Questo assetto di governance multilivello richiede un’elevata efficienza istituzionale, una pianificazione integrata e una visione strategica di lungo termine. In contesti meno strutturati o privi di un forte attore pubblico, la replicabilità di un simile modello risulta complessa, se non impossibile.

Un secondo limite è rappresentato dagli elevati costi di realizzazione. Anche se non tutti i dati finanziari sono pubblici, le stime parlano di un investimento complessivo superiore ai 150 milioni di dollari singaporiani (escluso il costo del terreno, di proprietà statale).

La cifra com­prende la progettazione, la costruzione, le tecnologie impiegate, le componenti paesaggistiche e ambientali, oltre alla gestione e al coordinamento.

Si tratta di un investimento difficilmente sostenibile per molte città del Sud globale, ma anche per realtà europee con bi­lanci pubblici limitati. Persino in Asia, dove i costi di costruzione sono generalmente più contenuti, un tale livello di complessità progettuale rimane fuori scala per la maggior parte dei programmi abitativi ordinari.

Scorcio della vegetazione rigogliosa ai margini del biotopo artificiale che attraversa l’edificio. Una donna con un bambino osserva la fauna acquatica, sottolineando come gli spazi verdi favoriscano l’interazione tra persone e ambiente | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects
Scorcio della vegetazione rigogliosa ai margini del biotopo artificiale che attraversa l’edificio. Una donna con un bambino osserva la fauna acquatica, sottolineando come gli spazi verdi favoriscano l’interazione tra persone e ambiente | ©Lim Wei Xiang, Henning Larsen Architects

Un’ulteriore criticità riguarda il rischio di artificialità sociale. Verticalizzare la vita comunitaria, sebbene ben concepito in termini spaziali, non garantisce di per sé relazioni autentiche.

Le dinamiche sociali richiedono tempi lunghi, spontaneità e un grado minimo di libertà. Spazi condivisi come orti, asili o centri salute possono rimanere sottoutilizzati se non supportati da programmi di attivazione e coinvolgimento attivo.

Esperienze simili, come alcuni cohousing scandinavi o quartieri di nuova urbanizzazione in Cina, mostrano come l’infrastruttura, da sola, non basti a generare capitale sociale.

Un ulteriore tema da considerare è quello dell’equità. Pur trattandosi di un complesso residenziale pubblico inserito nel pro­gramma Hdb, l’accesso agli alloggi è vincolato a requisiti specifici: età minima, cittadinanza, stato civile e storico abitativo. Questo può escludere fasce di popolazione anziana più vulnerabili o prive di una rete familiare.

Anche i servizi interni, pur se di qualità, presentano costi che non sempre risultano accessibili, generando una forma implicita di selettività economica. Infine, esiste il rischio che Kampung Admiralty venga considerato un caso unico, un esempio di eccellenza difficilmen­te estendibile.

Vista dell’area centrale del piano terra, dove si combinano spazi pubblici aperti, flussi pedonali coperti e aree commerciali come il food court. L’ambiente è progettato per favorire l’incontro quotidiano tra residenti e visitatori, offrendo servizi accessibili e spazi di socializzazione informale | ©Darren Soh, Woha
Vista dell’area centrale del piano terra, dove si combinano spazi pubblici aperti, flussi pedonali coperti e aree commerciali come il food court. L’ambiente è progettato per favorire l’incontro quotidiano tra residenti e visitatori, offrendo servizi accessibili e spazi di socializzazione informale | ©Darren Soh, Woha

La retorica della città verticale integrata si scontra infatti con la complessità dei contesti urbani esistenti: disuguaglianze territoriali, densità già consoli­date, vincoli spaziali e mancanza di visione sistemica. Il progetto ha funzionato anche perché concepito ex novo, in un’area ben servita e con ampia disponibilità di risorse pubbliche.

Applicare lo stesso approccio in zone più pe­riferiche o in città con strutture socioeconomiche diverse richiederebbe significative trasformazioni e adattamenti. Kampung Admiralty è, senza dubbio, una best practice significativa. Ma non è una soluzione universale.

La sua forza risiede nell’integrazione tra qualità architettonica e coordinamento istituzionale ma in assenza di politiche pubbliche continuative, investimenti di lungo periodo e un’attenta cura delle dinamiche sociali, anche il miglior progetto rischia di restare un simbolo isolato, più che una vera infrastruttura di vita quotidiana.

di Prof. Simona Azzali,
CanadianUniversity Dubai

La scheda

Opera: Kampung Admiralty
Committente: Housing & Development Board
Architect & Interior Design: Woha
Project Team: Wong Mun Summ, Richard Hassell, Pearl Chee, Goh Soon Kim, Phua Hong Wei, Richard Kuppusamy, Jonathan Hooper, Yang Han, Lau Wannie, Gillian Hatch, Kwong Lay Lay, Zhou Yubai
Interior Design: Sofwan, John Paul R Gonzales
Civil & Structural Engineer: Ronnie & Koh Consultants Pte Ltd
Mechanical & Electrical Engineer: Aecom Pte Ltd
Quantity Surveyors: Davis Langdon Kpk (Singapore) Pte Ltd
Lighting Consultant: Nil
Landscape Consultant: Ramboll Studio Dreiseitl Singapore Pte Ltd
Graphic Designer: Nil
Greenmark Consultant: Aecom Pte Ltd
Environmental Sustainability Design: Nil
Kitchen Consultant: Nil
Main Contractor: Lum Chang Building Contractors Pte Ltd

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