Il progetto di grafica urbana del Milano Certosa District

Milano Certosa District è al centro di un importante programma di rigenerazione urbana promosso da RealStep. Un programma che passa dal sistema di wayfinding e dalla nuova identità del distretto dei talenti a firma dello Studio di progettazione Migliore+Servetto.

Con questo lavoro, lo studio milanese torna a riflettere sul tema dell’identità urbana. Attraverso un intervento che mira a generare valore sociale, con lo scopo di attivare una relazione positiva e condivisa con la comunità.

Migliore+Servetto insegna di Milano Certosa District
Migliore+Servetto | L’insegna fra font e colore

Indicatori di strada e di identità

Lo Studio è stato chiamato a ideare il sistema di orientamento e wayfinding che si sviluppa come spina identitaria attraverso tutto il quartiere e che accoglierà in crescendo nei prossimi anni i nuovi residenti, insieme ai lavoratori e i visitatori che transitano nel quartiere, un luogo del saper fare, che trae la sua forza identitaria dalla presenza dei suoi artigiani, musicisti e ristoratori.

Migliore+Servetto street pin building di Milano Certosa District
Migliore+Servetto | Un pin per indicare La Forgiatura

Il progetto è sviluppato attorno ai concetti di partecipazione, multisensorialità e accessibilità, costruendo collegamenti e narrazione a partire dai tre driver del distretto: food, music e arts.

Di qui l’elaborazione di un nuovo simbolo: una sorta di elica che contribuisce a rafforzare l’identità del distretto dal punto di vista grafico.

Una presenza morbida, amichevole e riconoscibile che accompagna il visitatore in tutte le aree d’interesse del quartiere.

Le tre anime del distretto

Riprendendo la cromia specifica di Milano Certosa District, l’arancione, il pin fonde le sue tre anime, a loro volta identificate attraverso la scelta di una nuova palette dai toni brillanti e luminosi ispirata ai colori del quartiere: il verde per l’area food, il rosa per l’area music e il celeste per l’area arts.

Tonalità fredde e delicate che si accordano con l’arancione identitario senza mai sovrastarlo. I tre driver sono inoltre identificati da tre font diversi: uno audace e allegro per l’area food (Valizas), uno dal sapore vintage ed elettronico per l’area music (Chakra Petch) e infine uno più classico e graziato che unisce l’anima contemporanea a quella più vicina alla tradizione dell’area arts (Beirut).

Cinque punti d’indirizzo

Lo Studio ha stilato un manifesto in cinque punti che descrive l’intero progetto

  1. come sistema camaleonte, poiché, nel suo insieme, è adattabile, modulabile in futuro anche attraverso espedienti digitali;
  2. come circuito di Urban Trekking, per scoprire il quartiere attraverso itinerari inediti che coinvolgono il visitatore in modi sempre nuovi;
  3. pure come cantiere parlante, perché l’intervento valorizza la continua evoluzione del sito con le sue aree di cantiere e le sue diverse esigenze secondo il concetto di meanwhile uses;
  4. come agorà diffusa, per la presenza di luoghi di convivialità all’aperto;
  5. infine come acceleratore d’identità, anche grazie ad alcuni dei suoi elementi di maggiore importanza come la Bacheca del Distretto, un luogo per informare e informarsi.
Migliore+Servetto totem di Milano Certosa District
Migliore+Servetto | Indicazioni sempre precise

Il colore come guida

All’interno dell’ampio intervento di wayfinding e grafica ambientale, lo Studio Migliore+Servetto ha poi progettato diversi elementi fisici, anch’essi secondo le logiche cromatiche e visive dell’intero sistema e fondamentali all’orientamento degli utenti e dei visitatori.

Tutti gli oggetti disposti lungo il percorso presentano caratteristiche, dimensioni e informazioni diverse a seconda dell’utente e del livello di approfondimento.

L’abaco consta di interventi installativi e interventi grafici e comprende:

Banner

un imbandieramento che segue il ritmo della facciata de La Galleria. Manifatture Artigiane Certosa, con parole chiave, claim e pattern.

Pin building

Quattro elementi che identificano gli asset del distretto attualmente esistenti: Le Botti, Il Pennellificio, La Forgiatura e La Galleria. Manifatture Artigiane Certosa;

Totem

Elementi verticali freestanding ad altezza uomo per fornire indicazioni e orientamento verso i diversi luoghi di Milano Certosa District;

 

Billboard

Situati in Piazza Cacciatori delle Alpi, questi tre grandi pannelli evidenziano i tre driver del quartiere: Food, Music e Arts;

Cesata

Estesa per circa 100 metri su via Varesina, è arricchita da cornici di colore che richiamano le anime del quartiere e di mappe per percorsi di urban trekking ragionato;

Migliore+Servetto cesata di Milano Certosa District
Migliore+Servetto | La Cesata che accompagna al District
Street Painting

Un percorso grafico-ambientale di 1 km che guida il visitatore dalla stazione di Milano Certosa agli spazi de La Galleria, identificando i punti di maggiore interesse del quartiere.

L’intervento grafico rappresenta dunque uno dei tasselli del progetto più ampio di rendere il cantiere uno spazio permeabile e dinamico. un luogo vivo dove muoversi e incontrarsi tra sicurezza e accoglienza.

Pietro Guidobono Cavalchini | Cio di RealStep

Pietro Guidobono Cavalchini | Cio di RealStep

Abbiamo scelto di affidarci a Migliore+Servetto per la loro capacità di tradurre i valori di un luogo in un linguaggio visivo e narrativo che parla alle persone.

Con loro abbiamo costruito non solo un sistema di orientamento, ma una nuova e viva identità del Milano Certosa District: un distretto dei talenti, inclusivo e dinamico, che celebra il saper fare e la cultura del quotidiano.

Questa nuova identità visiva è un passo fondamentale per consolidare il legame tra il quartiere e la sua comunità, e per restituire a Milano uno spazio capace di generare valore sociale e connessioni autentiche.

Ico Migliore e Mara Servetto | Fondatori Studio Migliore+Servetto

Ico Migliore e Mara Servetto | Fondatori Studio Migliore+Servetto

Ci piace definire questo progetto un sistema di archigrafia urbana. Un mappare esteso che lavora su tracce di memoria, identità e racconto per una città che sia casa collettiva.

Un’architettura dei segni che non indica unicamente le destinazioni d’arrivo, ma anche che cosa troverà il viaggiatore nel suo percorso, e perché.

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