Hilti al Green Building Forum: innovazione sostenibile

Strategie, prodotti e obiettivi climatici per la decarbonizzazione del settore edilizio italiano

Hilti Green Building Forum 2025 Tavola Rotonda

Hilti, in qualità di main partner, ha presenziato al Green Building Forum Italia, organizzato dal Green Building Council Italia, in collaborazione con Regione Lombardia.

Non solo un evento estemporaneo alla sua prima edizione, ma la nascita di uno spazio di confronto dove Istituzioni, Aziende, Associazioni, Professionisti e Cittadini potranno condividere un impegno comune anche negli anni a venire.

Allearsi per un’edilizia sostenibile

Locandina Green Building Forum 2025
Locandina Green Building Forum 2025

Green Building Council Italia (Gbc Italia), parte del World Gbc con una rete di oltre 75 Paesi, rappresenta la più grande organizzazione internazionale al mondo attiva nell’ambito delle costruzioni sostenibili.

Gbc Italia propone un processo di trasformazione del mercato edile italiano attraverso la promozione del sistema di certificazione di terza parte e dei propri protocolli di certificazione (i sistemi Gbc) espressamente sviluppati per le peculiarità del mercato italiano.

Attraverso Leed e l’innovativo sistema di classificazione Gbc Historic Building, simbolo di innovazione sostenibile applicata al patrimonio culturale, Gbc Italia ha contribuito a dimostrare che la sostenibilità non è un vincolo ma un motore di bellezza architettonica, valore economico e prosperità della comunità, secondo le parole di Peter Templeton, presidente e Ceo di Us Gbc presente all’evento.

Lead 2030: la strategia Hilti per clima e innovazione

Il Green Building Forum Italia ha riunito a Milano un panel eterogeneo di figure istituzionali e politiche, aziende e università, tra cui Hilti Italia, presente alla tavola rotonda: L’innovazione tecnologica per il climate change, rappresentata da Alice Matteucci, Southern Europe Head of Sustainability, Hilti.

Hilti dialoga costantemente con i propri clienti per innovare sempre di più attraverso investimenti annuali pari al 7% del fatturato in ricerca e sviluppo.

Nel 2024 l’Azienda ha lanciato la sua strategia globale Lead 2030 caratterizzata dall’introduzione della sostenibilità accanto ai concetti storici di produttività e sicurezza.

Dopo aver raggiunto la neutralità carbonica nelle sue operazioni dirette nel 2023, lo scorso anno ha ottenuto la validazione degli obiettivi scientifici da parte della Science Based Targets initiative (Sbti).

Prodotti a basso impatto per la decarbonizzazione

Tali obiettivi includono la riduzione del 50% delle emissioni Scope 1 e 2, la diminuzione del 30% delle emissioni Scope 3 entro il 2032 e il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.

Inoltre, per quanto riguarda i propri prodotti, Hilti investe nell’ottimizzazione del consumo energetico, la riduzione del peso e l’uso di materiali a minore impatto ambientale.

Ad esempio, sta introducendo alternative a minore impatto ambientale, come il demolitore Te 600-Avr (riduzione del 20% dell’impronta di carbonio), il perforatore a batteria Te 50-22 con il 25% dei polimeri sostituiti da versioni a minore impatto ambientale e il demolitore Te 800-Avr con alloggiamento in alluminio al posto del magnesio.

Alice Matteucci Southern Europe Head of Sustainability di Hilti ritira l’attestato per Hilti
Alice Matteucci Southern Europe Head of Sustainability di Hilti ritira l’attestato per Hilti

L’innovazione per la decabonizzazione e sicurezza si estende anche ai sistemi di fissaggio e Mep. Come il nuovo sistema modulare di staffaggio Mt, progettato con una percentuale media di acciaio riciclato del 20%.

Infine, dal 2010 Hilti utilizza il Life Cycle Assessment per calcolare l’impatto ambientale dei suoi prodotti, evolvendo verso la pubblicazione delle Epd (Environmental Product Declarations), rilasciate da enti terzi.

Ad oggi il 75% del suo portafoglio è coperto da queste dichiarazioni utili per costruire l’inventario Scope 3 dei clienti, soddisfare i requisiti dei protocolli Green Building (Leed, Breeam, Well, Gbc) e rispettare i Cam anche per le infrastrutture stradali.

La roadmap Gbc Italia per il futuro del costruito

La roadmap proposta da Gbc Italia per la transizione energetica e climatica degli edifici si suddivide in tre aree di azione da raggiungere entro il 2050:

  • Area 1: Decarbonizzazione del costruito per la mitigazione dei cambiamenti climatici
  • Area 2: Circolarità del costruito per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici
  • Area 3: Qualità e resilienza del costruito per l’adattamento ai cambiamenti climatici

Il settore delle costruzioni è al centro di una profonda trasformazione come evidenziato dalle aree della roadmap. Attraverso protocolli ambientali riconosciuti a livello internazionale (Leed, Breeam, Cam Edilizia, Eu Taxonomy), il ciclo di vita degli edifici viene valutato in termini di impatto ambientale, efficienza energetica e resilienza.

Serve una strategia integrata che coinvolge cultura, innovazione, economia circolare e digitalizzazione, con l’obiettivo di decarbonizzare il costruito, migliorare la qualità degli ambienti e rafforzare l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Secondo la Banca Mondiale, l’Italia dovrà affrontare condizioni climatiche critiche entro il 2050 e il 2100 e attualmente l’Italia è già al secondo posto nell’Ue per perdite economiche collegate agli effetti del cambiamento climatico, con circa 134 miliardi di euro persi dal 1980 al 2023.

Tutto questo si riflette sul settore immobiliare il quale rappresenta il 21% del Pil italiano ed è fortemente esposto sia ai rischi climatici, sia fisici che di transizione.

Sfide e opportunità del patrimonio edilizio italiano

Da sinistra Alice Matteucci Southern Europe Head of Sustainability di Hilti e Veronica Pirovano Executive di Hilti Italia
Da sinistra Alice Matteucci Southern Europe Head of Sustainability di Hilti e Veronica Pirovano Executive di Hilti Italia

Partendo dall’analisi del patrimonio edilizio italiano è evidente che la sfida principale è la riqualificazione del patrimonio residenziale privato.

Il 93% della superficie edificata in Italia è costituita da edifici privati di cui l‘88% è a destinazione residenziale, la maggior parte dei quali sono stati costruiti da più di 50 anni con bassa qualità ambientale (Pniec 2024).

In termini di efficienza del patrimonio immobiliare italiano il 68,5% delle abitazioni hanno una classe energetica compresa fra quelle peggiori (E, F e G) e una simile situazione si riscontra per gli edifici non residenziali.

Inoltre, il 47% degli edifici italiani è in zona a rischio sismico alto e medio. A livello europeo nel 2023 erano oltre 2,4 milioni le famiglie in povertà energetica, pari al 9% delle famiglie italiane (Istat 2024).

I dati mostrano la necessità di una maggiore resilienza al cambiamento climatico dell’ambiente costruito e di come la rigenerazione del patrimonio edilizio debba tener conto, oltre della decarbonizzazione, anche di obiettivi di circolarità e salubrità.

Green bond e finanza sostenibile per la transizione

Infine, per finanziare progetti con un impatto positivo sull’ambiente e azioni di sostenibilità è sempre più usato lo strumento dei green bond, il cui impiego deve essere allineato ai criteri della tassonomia europea per gli investimenti verdi.

L’Italia si posiziona al 5° posto fra i paesi europei con un’emissione totale di green bond di circa 91 miliardi di dollari secondo il Green, Social and Sustainable bond – the market experience, Sept 2023, Borsa Italiana.

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