Federbeton: importazioni e futuro del cemento italiano

La relazione annuale evidenzia sfide e opportunità per la filiera del cemento e calcestruzzo in Italia.

Il cemento e il calcestruzzo sono materiali silenziosi ma fondamentali: sostengono le strade che percorriamo ogni giorno, le scuole dove si formano le nuove generazioni, gli ospedali che garantiscono cure e sicurezza, fino alle grandi opere della transizione energetica e della mobilità sostenibile.

La relazione annuale di Federbeton non è soltanto un bilancio di numeri e tendenze, ma un’occasione per riflettere sul ruolo strategico di questa filiera all’interno del sistema Paese e sul futuro di un comparto che incide direttamente sullo sviluppo economico e sociale dell’Italia.

Importazioni in crescita e dipendenza dall’estero

Il settore dimostra una capacità costante di mantenere livelli produttivi significativi e di garantire stabilità occupazionale, segno dell’impegno quotidiano delle imprese nel rispondere alle esigenze del mercato.

Tuttavia, questo impegno non basta a preservare la salute dell’industria nazionale. Nel 2024 le importazioni hanno registrato una crescita marcata, raggiungendo 4,5 milioni di tonnellate, con un incremento del 26% rispetto all’anno precedente.

La dipendenza dall’estero, soprattutto dai Paesi extra-Ue che hanno rappresentato il 62% delle importazioni, solleva interrogativi cruciali.

In questi contesti produttivi i costi sono più bassi perché non si applicano gli stessi standard ambientali europei, creando uno squilibrio competitivo che rischia di indebolire la tenuta dell’industria italiana e di compromettere l’affidabilità dei materiali immessi sul mercato nazionale.

Investimenti
Investimenti

Cbam: misure europee troppo lente

Il meccanismo europeo Cbam (Carbon Border Adjustment Mechanism) è stato concepito per riequilibrare questa disparità, ma i tempi di piena applicazione appaiono troppo lunghi rispetto all’urgenza della situazione.

Per evitare che le misure arrivino tardi, occorre accelerarne l’entrata in vigore, rafforzare i controlli doganali e introdurre politiche nazionali che valorizzino la provenienza europea dei materiali.

Solo garantendo un mercato equo sarà possibile difendere un’eccellenza industriale e impedire che la sicurezza delle nostre infrastrutture venga delegata a produzioni estere meno rigorose.

La filiera italiana del cemento e del calcestruzzo, con il suo patrimonio di competenze e qualità, merita di essere tutelata e riconosciuta come pilastro indispensabile per il futuro del Paese.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.