Facciate vetrate Pichler per residenze di lusso a New York

Nel cuore di Greenpoint, quartiere newyorkese in piena trasformazione, due nuove icone architettoniche ridefiniscono il concetto di lusso residenziale e il rapporto della città con l’acqua.

Eagle+West e The Huron, con le loro torri svettanti, si ergono come simboli di un’eleganza contemporanea che dialoga con la storia industriale del quartiere, offrendo panorami mozzafiato su Manhattan e l’East River, vertiginosamente sospesi tra mare e fiume.

Eagle+West, progettato dallo studio Oma, è una coppia di torri residenziali dalla forma scultorea e cangiante, pensate per creare un dialogo dinamico con il fiume e lo skyline di Manhattan.

Il design, caratterizzato da una griglia modulare e da facciate ad alte prestazioni, unisce estetica e funzionalità, offrendo viste panoramiche da sogno.

Pichler projects Particolare di Eagle and West ©Field Condition
Pichler projects | Particolare di Eagle and West | ©Field Condition

The Huron, progettato da Morris Adjmi Architects, si distingue per la sua raffinata interpretazione dell’architettura industriale di Brooklyn.

Composto da due torri affacciate sull’East River, il progetto combina materiali che fanno eco all’epoca dei grandi magazzini, con un design contemporaneo che valorizza luce e panorami.

Le facciate fortemente performanti garantiscono efficienza energetica e comfort assoluto, mentre gli spazi comuni mirano al mantenimento di una forte intimità.

Pichler projects The Huron particolare ©Field Condition
Pichler projects | The Huron particolare | ©Field Condition
Facciate vetrate

Per entrambe queste opere, che non mancano di una particolare attenzione alla matericità e alla relazione con il tessuto storico circostante, Pichler projects può vantare di aver apportato il proprio know how e la propria esperienza.

Eagel+West si distingue per la sua facciata caratterizzata da un design versatile con scandole striate su pannelli prefabbricati in calcestruzzo, che creano un effetto dinamico e coinvolgente.

Pilcher projects si è occupata della progettazione, produzione e gestione del progetto della facciata, fornendo circa 15.250 m² di facciata vetrata, con 42 diverse tipologie di finestre per un totale di 2.680 unità.

The Huron è un edificio residenziale scandito da due torri di 13 piani collegate da un atrio comune. La volumetria e la presenza delle grandi finestre massimizzano la possibilità di viste straordinarie sull’East River e sulla magnifica baia che separa questa nuova zona residenziale da Manhattan.

Anche qui, la facciata è stata concretizzata da Pichler projects, ma stavolta secondo un sistema window wall con grandi finestroni incastonati uno a fianco dell’altro che corrono tra i solai.

La colorazione mattone dei rivestimenti marcapiano omaggia i materiali e le dimensioni dei magazzini che un tempo definivano quest’area dedita allo stoccaggio delle merci.

Filo conduttore: il residenziale a grandi altezze

Greenpoint è in piena fase di riqualificazione ed in questo spazio, un tempo scalo merci, oltre alla zona uffici, anche l’ambito residenziale sta crescendo notevolmente.

Parliamo di due edifici nuovi, entrambi residenziali, affacciati sul lungomare, entrambi composti da due torri con un collegamento creato per ospitare le aree comuni e i servizi come palestre, zone coworking, piscina, ristorante per i residenti, il tutto completato da una vista emozionante.

Eagle+West si caratterizza anche per una parte dedicata al social housing e si propone in tutta la sua imponenza con due torri rispettivamente di 40 e 30 piani, rispetto al vicino The Huron le cui torri arrivano a 13 piani ciascuna.

Altra peculiarità di questi due nuovi grattacieli è quella di coniugare privacy e centralità, sia a livello di aree pubbliche, sia a livello di appartamenti d’élite.

Appartamenti di lusso

I piani alti degli edifici hanno solitamente solai più distanti, qui normalmente vengono realizzati gli attici, gli appartamenti più lussuosi con soffitti alti 4 o addirittura 5 metri.

In questi edifici essi sono strutturalmente sfasati e questi sfasamenti architettonici danno l’opportunità di creare delle grandi terrazze che rappresentano delle vere e proprie chicche, dei gioielli residenziali.

Questi locali infatti consentono ai loro inquilini la visione sullo skyline di Manhattan e sul mare, ma concedono spazio sufficiente per creare un grande giardino capace di regalare la sensazione di trovarsi in una villa immersa nel verde, quando in realtà si è in un loft a 500 m dall’Empire State Building.

Questi dislivelli costruttivi, dunque, ricreano una condizione quasi onirica, in cui l’intimità e la privacy di una grande villa con parco sposano la centralità di una penthouse nella città più popolosa degli Stati Uniti con i suoi oltre 8 milioni di abitanti.

Eagle+West: il concept precast con facciate ad alta ingegneria

Concentrandoci ora sulla facciata, va detto che dapprima sono state create delle strutture in calcestruzzo sagomate chiamate donuts su cui sono stati montati i pannelli prodotti a Bolzano, nelle officine Pichler projects.

Il risultato è stato un sistema a scandole striate su pannelli prefabbricati in calcestruzzo assemblate in Canada e poi trasportate a NY e montante come una sorta di Lego in cantiere. Il risultante gioco di luci ed ombre in funzione del sole e del montaggio è straordinario.

È un edificio che cambia aspetto a seconda dei momenti del giorno proprio grazie al suo andamento irregolare. Non solo estetica ma anche tecnologia: Pichler projects ha infatti fornito 2680 finestre di dimensioni 2.5×2.5 m.

Pichler projects Eagle and West ©Field Condition
Pichler projects | Eagle and West | ©Field Condition
Caratteristiche

Si tratta di finestroni molto grandi studiati, ingegnerizzati e messi in produzione in modo da poter essere incastonati in queste strutture di calcestruzzo pensate secondo il concetto americano del precast construction.

Tutte queste finestre dalla metratura importante sono state realizzate con un sistema per l’apertura e la chiusura nel pieno rispetto dei requisiti di sicurezza americani e sono state integrate, almeno in una loro parte, con sistemi per l’aria condizionata chiamati ptac unit per i quali Pichler ha creato una sorta di box con apposite lamelle tali da consentire, una volta montati questi elementi detti donuts, la possibilità di installare direttamente all’interno del sistema finestra il meccanismo di condizionamento.

In alcuni appartamenti, invece, sono stati predisposti dei sistemi di aerazione naturale detti trickle vent, sistemi di ventilazione continua piccolissimi ideati per la circolazione dell’aria senza dissipazione di calore o raffreddamento, capaci di ridurre la dispersione termica sia in estate che in inverno.

Tutto ciò mantenendo un consono isolamento acustico e nel pieno rispetto degli elevati livelli sicurezza per rispondere alle normative di liability and safety americane.

Un cantiere delicato

Una sfida non semplice che ha richiesto una serie di attenzioni in fase di ingegnerizzazione e produzione.

Sono stati eseguiti importanti test termici e acustici anche in condizioni estreme, come richiesto negli Usa, tra l’altro realizzati in tempo di pandemia, ma riuscendo a dispetto delle difficoltà logistiche a rispettare tutti i tempi e i canoni.

Essenziale, data anche la dimensione del progetto, è stata la fase di Design Assist iniziale durata circa tre mesi, durante la quale tutti i soggetti coinvolti nella progettazione e nella costruzione di questo edificio – investitore, architetti,  contractor, consulenti – hanno lavorato gomito a gomito per sviluppare in una fase ancora embrionale tutte le soluzioni che poi hanno effettivamente reso gestibile con una certa fluidità l’installazione in cantiere di elementi prefabbricati in Canada mettendo insieme le competenze dei diversi contractor, gli obiettivi economici, la gestione delle tecnologie per gli impianti da installare successivamente come quelli di raffrescamento.

The Huron: ruvido fuori, extralusso dentro

Il concetto architettonico mantiene l’impostazione delle due torri, ma si diversifica notevolmente dal vicino Eagle+West in quanto si tratta di un edificio ispirato ai fabbricati industriali che si trovavano in quella stessa aerea.

Tale collegamento concettuale si è ottenuto in particolare grazie alle tonalità facenti eco ai mattoncini e al legno dei vecchi magazzini e al forte cladding metallico intorno ai vetri.

All’interno l’edificio residenziale è estremamente sontuoso, con 170 appartamenti extralusso. Anche qui si ripresenta il sistema degli spazi comuni alloggiati nel collegamento tra le due torri, dove vi è estrema sicurezza e riservatezza per i residenti che così rimangono protetti e tranquilli in una sorta di mondo chiuso in cui non manca nulla, dove senza spostarsi si possono trovare tutti i servizi essenziali e non, tra questi anche un ristorante con catering interamente dedicato a chi vive nell’edificio.

Qualità e sostenibilità

Ancora una volta gli involucri per la parte di competenza di Pichler projects sono stati realizzati prevedendo i sistemi di ventilazione naturale trickle vent e facciate dalle performance termico acustiche rispondenti alle stringenti norme americane, anche in termini di sicurezza.

Qui però, a differenza di quanto realizzato per Eagle+West, Pichler projects ha messo in opera un sistema window wall con grandi finestroni incastonati uno a fianco all’altro che corrono tra i solai.

Una sorta di parete  di vetro che va da solaio a solaio, dove il solaio a vista è stato poi rivestito da un marcapiano, quello che gli americani chiamano cladding, a copertura della parte in cemento.

Si tratta di una lamiera che richiama fortemente il mondo degli edifici industriali che sfilavano uno dopo l’altro in questo quartiere prima che venisse ripensato con un’anima più commerciale e residenziale.

Pichler projects Interni di The Huron ©Field Condition
Pichler projects | Interni di The Huron | ©Field Condition
Un sistema eccellente

In Pichler è stato realizzato un sistema denominato Receptor, una sorta di doppio binario, che ha consentito di incastonare le finestre dall’interno dell’edificio.

Ciò negli Stati Uniti si è rivelato una chiave di lavoro fondamentale con un risparmio in termini di ponteggi che sarebbero risultato estremamente lunghi e costosi.

Tutta la facciata è stata quindi posata e montata dall’interno. La sfida per l’azienda italiana è stata quella di sviluppare un sistema appunto che consentisse questo modus operandi, sfida accolta e superata a pieni voti.

L’eccellenza made in Italy nel saper costruire si conferma ancora una volta protagonista sulla scena internazionale. A New York, nel cuore di Greenpoint, due gioielli architettonici prendono vita anche grazie al contributo di un’azienda italiana, che ha portato con sé l’ineguagliabile know-how e la maestria artigianale che da sempre contraddistinguono il nostro Paese.

Un’ulteriore testimonianza di come l’Italia non sia solo patria di grandi opere del passato, ma anche motore di innovazione e qualità nel panorama edilizio e architettonico globale.

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