Gli Eurocodici (EC), norme tecniche europee per la progettazione nel settore delle costruzioni, sono da oltre vent’anni un punto di riferimento per l’ingegneria strutturale.
Sono normative di carattere volontario, alle quali si allineano le normative nazionali vigenti dei paesi membri dell’Unione Europea recependone i principi e gli standard metodologici.
Rappresentano oggi il quadro normativo più completo e avanzato a livello internazionale, caratterizzato da un’elevata completezza e da un approccio integrato alla progettazione.
Il nuovo approccio europeo alla progettazione sismica tra rischio e sostenibilità
A seguito del mandato M/515 della Commissione Europea è in atto il processo di revisione degli Eurocodici con lo scopo di renderli più semplici nell’uso e nell’applicazione.
L’Eurocodice 8 di seconda generazione, indicato come EC8-2G, è in fase di completamento, con pubblicazione prevista entro il 2027 e ritiro delle vecchie versioni entro il 2028, rappresenterà la nuova norma europea di riferimento per la progettazione strutturale in zona sismica introducendo un approccio profondamente innovativo al tema della risposta ai terremoti.
Nei nuovi Eurocodici emergono alcuni elementi di grande novità che si allineano perfettamente con le necessità dell’epoca moderna.
Innanzitutto, viene introdotta una gestione del rischio più esplicita. Rui Pinho, presidente della Fondazione Eucentre racconta: “Nella precedente formulazione del codice al progettista non venivano forniti gli strumenti per stimare esplicitamente la probabilità che la struttura potesse subire danni severi se soggetta all’azione sismica. Nell’Eurocodice 8 di seconda generazione lo può fare, anche eventualmente assieme al committente, e questa novità è rivoluzionaria”.
Secondo Pinho, la norma potrebbe innescare riflessioni sostanziali anche all’interno della società, in un momento storico ricco di scosse sia sismiche che geopolitiche. “Oggi le persone chiedono sempre più spesso di conoscere il rischio associato a un determinato fenomeno e vogliono averne la gestione diretta – aggiunge – per i singoli cittadini, come per la PA locale, un dato che dia la dimensione del rischio è una leva importante, sia verso un’assicurazione che un’impresa o un’istituzione”.
Secondo Pinho la sensibilità comune è cambiata e sta ancora cambiando, e “le informazioni finora considerate inutili, anzi quasi inopportune, oggi sono le prime a essere richieste da portatori di interesse, proprietari e gestori: il rischio sta diventando un parametro sempre più importante in tutto il processo di progettazione strutturale e di gestione di strutture e infrastrutture”.
Un ulteriore focus riguarda la crescente attenzione alla sostenibilità. È infatti solo negli ultimi anni che si è iniziato a parlare del connubio tra sicurezza strutturale e sostenibilità, e per la nuova versione delle normative l’Ue ha deciso di integrare in modo più esplicito e fermo la necessità di prestare maggiore attenzione all’ambiente e non, viceversa, usare la leva sismica per bypassare le raccomandazioni di chi prova a minimizzare l’impronta di emissioni del settore edilizio.
“Il termine sostenibilità prima non era neanche menzionato all’interno della comunità di ingegneria sismica, il connubio tra sostenibilità e sicurezza strutturale è comparso solo negli ultimi 5 o 6 anni – spiega Rui Pinho- si cominciano ora a vedere progettualità concepite in un’ottica di ottimizzazione: vogliamo sprecare meno e utilizzare di più materiali a bassa impronta ambientale come il legno”.

Il ruolo del legno nella progettazione strutturale
L’evoluzione normativa europea, la crescita della cultura tecnica e le nuove sfide in ambito sostenibilità stanno ridefinendo il ruolo del legno nella progettazione strutturale in Europa e anche in Italia, uno dei paesi a maggiore rischio sismico del Vecchio continente.
Grazie all’aggiornamento degli Eurocodici, al lavoro dei gruppi internazionali e alla ricerca, il legno è oggi non solo una valida alternativa, ma in molti casi una scelta strategica e innovativa per l’edilizia del futuro.
E questo, in sintesi, quello che sostiene Massimo Fragiacomo, docente dell’Università degli Studi di L’Aquila e presidente del sottogruppo di lavoro CEN/TC250/SC8/WG3 per le strutture in legno nell’ambito dell’Eurocodice 8.
“L’obiettivo del sottogruppo di lavoro è stato quello di trovare, nella complessità delle normative tecniche, un punto d’incontro che prenda in considerazione le richieste e le sensibilità di ciascun paese europeo. La dinamica funziona in modo simile, per certi versi, a quella della Commissione europea dove ogni proposta viene discussa e per essere approvata deve ottenere una maggioranza qualificata” spiega Fragiacomo.
Il processo è stato lungo, la discussione sull’aggiornamento dell’Eurocodice 8 è iniziata già nel 2010, ma molto stimolante e arricchente, a detta da chi vi ha partecipato. Uno degli obiettivi della revisione dell’Eurocodice 8 è stato quello di fornire regole di progettazione chiare, complete e accessibili per tutti i materiali strutturali, così che i professionisti abbiano la possibilità di confrontarli in modo sicuro, consapevole e razionale e avere dunque gli strumenti necessari per scegliere quale materiale può adattarsi meglio a un determinato progetto strutturale.
Nella versione precedente dell’Eurocodice 8 il capitolo dedicato al legno contava solamente 6 pagine che si sono ora trasformate in 42 pagine di documento e 6 di allegati nella nuova versione che entrerà in vigore definitivamente entro il 2028.
Tutte queste nuove informazioni tecniche e aggiornamenti inseriti nella normativa hanno portato una nuova dignità al legno che ora guadagna la stima di altri materiali strutturali più utilizzati nella tradizione costruttiva italiana, come il calcestruzzo e l’acciaio.
Gli aggiornamenti sul legno sono dunque una parte molto consistente e, tra le altre cose, riguardano la definizione di nuovi sistemi strutturali, l’introduzione di nuovi materiali a base di legno quali i pannelli in Xlam o Clt, Osb, fibrogesso, la possibilità di usare le barre incollate, l’aggiornamento dei fattori di struttura, e i criteri di progettazione in capacità con i valori dei fattori di sovraresistenza.

Made in italy, with wood
L’utilizzo del legno in Italia non possiede la stessa tradizione costruttiva e accademica dei paesi dell’Europa centrale e della Scandinavia, l’interesse per questo materiale in Italia ha conosciuto una crescita significativa solo negli ultimi decenni, a partire dal Nord e progressivamente verso il Sud.
Fragiacomo ricorda che questo rinnovato interesse per il legno come materiale da costruzione è un processo lento ma inesorabile.
In particolare, dopo il sisma dell’Aquila del 2009, è cresciuto l’interesse per le prestazioni sismiche del legno, anche grazie alla diffusione di immagini e video di prove sperimentali su edifici reali, come quella condotta in Giappone su tavola vibrante dal prof. Ceccotti del Cnr-Ivalsa su un edificio in legno di sette piani sottoposto a un terremoto simulato.
Nonostante le forti sollecitazioni, l’edificio ha oscillato senza collassare, dimostrando l’eccellente comportamento sismico del legno.
Questo comportamento è dovuto in gran parte alla leggerezza del materiale, che implica sollecitazioni inferiori rispetto a una struttura in cemento armato o in muratura. In passato nel nostro Paese le competenze tecniche necessarie per progettare correttamente con il legno erano limitate a pochi professionisti specializzati.

Oggi, anche grazie al progresso normativo che porterà l’aggiornamento dell’Eurocodice 8 ed Eurocodice 5, è possibile immaginare un maggiore utilizzo del legno, anche in situazioni in cui tradizionalmente si è sempre optato per il calcestruzzo armato o la muratura, proprio perché le regole relative al legno sono ora più strutturate e dettagliate ed i professionisti avranno a disposizione linee guida chiare, fondamentali per incentivare un uso più diffuso e sicuro del legno anche nel contesto italiano.
A ciò si aggiunge la volontà dichiarata di formare sul tema professionisti anche in maniera interdisciplinare, dunque non solo per progettisti ma anche per funzionari pubblici del genio civile, della regione, del dipartimento della protezione civile.
Rui Pinho dichiara “una delle principali attività di Eucentre è quella della formazione, che portiamo avanti dal 2005, quando è nata la Fondazione a seguito del terremoto di San Giuliano di Puglia quando i professionisti si sono trovati impreparati davanti ai danni del terremoto”.
La formazione degli studenti universitari su EC8-2G è già in corso, mentre per i professionisti Eucentre ha in programma di lanciare una serie di corsi di formazione, una volta che l’aggiornamento della normativa verrà ufficialmente lanciato.
di Marta Abbà, Lorenza Bisbano

