Decarbonizzazione del cemento: strategia, investimenti e scenari per la neutralità climatica al 2050

Federbeton presenta la nuova strategia nazionale per ridurre le emissioni del settore cementiero, con tecnologie Ccs, combustibili alternativi e materiali a basso impatto.

Investire nella decarbonizzazione della filiera del cemento significa contribuire concretamente allo sviluppo sostenibile del Paese. Cemento e calcestruzzo sono materiali essenziali per infrastrutture sicure e resilienti, e svolgono un ruolo chiave anche nella transizione energetica, grazie al loro impiego in impianti eolici, fotovoltaici e nell’edilizia green.

Nel 2021, l’industria cementiera ha avviato un percorso verso la carbon neutrality, definendo una strategia nazionale. Oggi, alla luce dell’evoluzione normativa e tecnologica, Federbeton propone una revisione mirata per accelerare il raggiungimento degli obiettivi europei al 2030 e al 2050.

Federbeton ha presentato alla Camera dei deputati la nuova strategia di decarbonizzazione della filiera del cemento, un percorso che guarda al 2050 con obiettivi chiari: investimenti per 5 miliardi di euro, innovazione tecnologica, digitalizzazione ed efficientamento energetico.

Le sfide della decarbonizzazione

A differenza di altri settori, la produzione di cemento presenta una criticità strutturale: il 60–65% delle emissioni dirette di CO₂ deriva dalle reazioni chimiche del processo di produzione del clinker, e non può essere eliminato con semplici interventi energetici.

Le leve per la riduzione delle emissioni

Federbeton individua quattro leve principali per ridurre le emissioni dirette:

  • Combustibili alternativi: uso di Css, biomassa e idrogeno verde per sostituire i fossili
  • Riduzione del clinker: impiego di materiali come pozzolana, ceneri volanti e loppa d’altoforno (SCM)
  • Carbon Capture and Storage (Ccs): cattura e stoccaggio permanente della CO₂ emessa
  • Efficienza operativa: digitalizzazione e ottimizzazione dei processi produttivi

Per le emissioni indirette (Scope 2 e 3), le leve seguono i target del Pniec: decarbonizzazione del sistema elettrico e dei trasporti.

Gli scenari al 2030 e 2050

Due scenari alternativi sono stati elaborati per valutare l’efficacia delle strategie:

  • High Scm: punta sulla sostituzione del clinker e sull’uso del Ccs. Riduzione emissioni: 71% al 2030, neutralità al 2050.
  • High Ccs: privilegia le tecnologie di cattura, con minore uso di Scm. Riduzione emissioni: 69% al 2030, neutralità al 2050.

I costi e gli investimenti

Il costo annuo stimato per la decarbonizzazione al 2050 varia tra 805 e 1.145 milioni di euro, a cui si aggiunge un investimento di capitale di circa 5 miliardi di euro per Ccs, digitalizzazione, rinnovabili e adeguamento impianti.

Le opportunità per accelerare

Per rendere possibile la transizione, Federbeton propone:

  • Normativa specifica per la decarbonizzazione del cemento
  • Snellimento e digitalizzazione dei processi autorizzativi
  • Quadro normativo chiaro per Ccs e meccanismi di finanziamento
  • Incentivi di mercato per cementi a basso impatto
  • Semplificazione per l’autoproduzione da fonti rinnovabili
  • Piano nazionale per infrastrutture Ccs
  • Coinvolgimento attivo delle comunità locali.

Conclusioni

La decarbonizzazione del cemento è una sfida complessa, ma anche un’opportunità per rendere il settore delle costruzioni italiano più competitivo, innovativo e sostenibile.

La strategia proposta da Federbeton rappresenta una rotta chiara verso la neutralità climatica, ma il suo successo dipenderà dalla capacità di costruire fiducia, attivare incentivi e garantire stabilità normativa.

[Scarica la presentazione della Strategia di Decarbonizzazione di Federbeton]

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