Nel cuore di Potenza Picena, dove Piazza Matteotti si apre accanto al Palazzetto del Podestà, la Torre Civica si erge come custode silenziosa della memoria collettiva.
Non è soltanto un elemento architettonico: è il simbolo identitario di un borgo che ha visto la sua sagoma mutare nei secoli, tra ricostruzioni, fulmini e nuove rinascite.

Dal Settecento al XIX secolo: ricostruzioni e trasformazioni
La prima pietra dell’attuale torre fu posata il 10 giugno 1732, in una cerimonia solenne che sancì la ricostruzione dell’antico edificio medievale.
Più slanciata di quella odierna, la torre era coronata da una cuspide progettata dall’architetto Pietro Augustoni sul finire del Settecento, ma un fulmine ne compromise la stabilità.
Nel 1886 fu nuovamente riedificata, questa volta su disegno dell’ingegnere anconitano Gustavo Bevilacqua.

Il progetto Pnrr per la rigenerazione urbana
Oggi la Torre Civica torna protagonista grazie a un progetto di restauro e rifunzionalizzazione inserito nel piano Pnrr Rigenerazione urbana nel centro storico del Comune di Potenza Picena, che destina oltre 1,4 milioni di euro alla sua valorizzazione.
Il cantiere, avviato nel maggio 2024 dall’impresa Siticon srl, ha una durata prevista di 360 giorni e mira a restituire piena fruibilità all’edificio, coniugando sicurezza, attrattività turistica e rispetto del valore storico-artistico.
Mx-Pva Fibrorinforzata: innovazione nel restauro

Il progetto, curato dall’architetto Roberta Angelini insieme a New Engineering e con la supervisione del Rup Francesco Maria Narcisi, ha richiesto un’attenzione particolare alle condizioni strutturali della torre.
Le murature in laterizio mostravano infatti un diffuso degrado nei giunti di malta, compromessi dal tempo e dagli agenti atmosferici.
La soluzione individuata è stata la malta strutturale Mx-Pva Fibrorinforzata di RureGold, capace di intervenire direttamente sui giunti con una tecnica poco invasiva, sostenibile e altamente efficace.
La scelta, maturata dopo un confronto con altre tecnologie e inizialmente diversa da quella proposta dalla Sovrintendenza (che prevedeva una malta a base calce), ha privilegiato le esigenze di resistenza meccanica e durabilità.
La Mx-Pva Fibrorinforzata, composta da cementi ad alta resistenza, aggregati selezionati e fibre in polivinil-alcol, è stata impiegata per la ristilatura fibrorinforzata, ripristinando la continuità della sezione muraria e migliorando la tenuta dei contatti tra gli elementi lapidei.
Un futuro di sicurezza e attrattività culturale
L’intervento ha permesso di consolidare la struttura senza alterare l’aspetto originario della torre: la malta è stata inserita nei giunti dopo la rimozione di quella degradata, mentre uno strato superficiale a base calce ha garantito uniformità estetica e conservativa.
Con questa operazione, Laterlite e i suoi brand confermano il proprio impegno nella riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, contribuendo a restituire alla comunità un simbolo che intreccia storia, tecnica e identità.