Nel cuore pulsante di Lille, la nuova sede della Métropole Européenne de Lille, con 30.000 m2 di superficie e 7 piani, non si limita a ospitare uffici: è un vero e proprio habitat condiviso, progettato per ospitare esseri umani, piante, uccelli e insetti, in un equilibrio dinamico tra architettura e natura.
Biotope nasce da un’ambizione chiara: ridefinire la tipologia di edificio per uffici, assegnando priorità assoluta alla natura come valore fondativo del progetto. Non si tratta solo d’integrare il verde, ma di costruire un biotopo urbano, capace di accogliere, nutrire e rigenerare vita in ogni sua forma.
L’architettura smette di essere un semplice contenitore funzionale per diventare uno spazio relazionale che favorisce la continuità tra gli interni e l’ambiente urbano. Il nome stesso dell’edificio, Biotope, dichiara apertamente la volontà di creare un ambiente favorevole a una comunità ecologica specifica, quella urbana.
L’obiettivo non è solo progettare un edificio sostenibile, ma uno spazio vivente e interattivo che promuova la biodiversità, favorisca il benessere psicofisico degli utenti e sostenga la vitalità dell’ambiente urbano. È un’architettura che respira, muta, si relaziona e cura.

Design biofilico
Al centro della progettazione di Biotope vi è il biophilic design, un approccio che riconosce l’innata affinità dell’essere umano con la natura e la traduce in spazi costruiti in grado di generare benessere psicologico e fisiologico.
Ogni piano dell’edificio ha accesso diretto a uno spazio esterno, attraverso terrazze, balconi, passerelle e giardini pensili che non sono solo decorazioni, ma estensioni vitali dell’ambiente lavorativo.
Gli spazi verdi diventano parte integrante della routine quotidiana: luoghi per incontrarsi, concentrarsi, riposare e osservare la natura in azione. La pianta stessa dell’edificio, articolata in un percorso sinuoso a forma di otto, rompe con la logica rigida e lineare degli uffici tradizionali, creando un flusso continuo di movimento e apertura.
Le facciate interne trasparenti riflettono non solo la luce naturale, ma anche l’immagine di un ambiente circolare, relazionale, inclusivo. Questo sistema favorisce la luce diurna, la ventilazione naturale e la connessione visiva con il verde, aumentando la produttività, riducendo lo stress e migliorando la salute mentale dei lavoratori.
In questo contesto, l’edificio non è più uno spazio chiuso, ma un organismo poroso e sensibile, capace di accogliere, ispirare e rigenerare.

Rifugio urbano multispecie
Biotope si distingue come un esempio radicale di architettura progettata per la coesistenza, dove le specie vegetali e animali non sono più ospiti occasionali, ma utenti target del progetto. L’edificio integra elementi ecologici attivi come substrati fertili, nidi artificiali, zone umide, pietre e legni locali, che creano una trama ricca e diversificata di microhabitat.
Grazie a un lavoro congiunto tra architetti, ecologisti e naturalisti, il progetto ha attirato numerose specie di uccelli locali, tra cui Cinciarella, Cinciallegra, Passero domestico, Luì piccolo, Passera scopaiola, Capinera, Sterpazzolina e Scricciolo, restituendo biodiversità a una zona centrale altamente urbanizzata.
Questa strategia non è ornamentale ma sistemica: si costruisce una nuova relazione tra natura e città, dove il verde non è più relegato ai margini ma diventa infrastruttura ecologica diffusa.
Il tetto, i balconi, i ponti e le facciate ospitano oltre 65 specie vegetali, tra cui alberi, arbusti, perenni eduli e piante impollinatrici, che attirano insetti utili, uccelli e piccoli rettili, stimolando un ciclo ecologico completo.
Biotope diventa così un nodo attivo nella rete ecologica urbana, contribuendo alla resilienza della città e alla rigenerazione della sua matrice ambientale.

Facciata intelligente
Uno degli elementi tecnologicamente e simbolicamente più rilevanti del progetto è la facciata a doppia pelle, che rappresenta un dispositivo multifunzionale capace di regolare le condizioni climatiche interne e migliorare l’efficienza energetica.
Questa soluzione costruttiva, elemento chiave dell’approccio sostenibile e bioclimatico, consiste in due strati di vetro separati da un’intercapedine ventilata, che non solo garantisce un elevato isolamento termico e acustico, ma consente anche una gestione passiva del clima interno attraverso la ventilazione naturale.
Durante l’estate, infatti, la facciata favorisce la ventilazione naturale quindi il raffrescamento degli ambienti riducendo il bisogno di climatizzazione artificiale, mentre in inverno contribuisce a trattenere il calore, migliorando l’efficienza energetica complessiva. La doppia pelle funge da filtro tra interno ed esterno, proteggendo gli spazi di transizione e sostenendo attivamente la biodiversità urbana.
L’integrazione, in alcuni punti, della facciata a doppia pelle con le pareti verdi verticali arricchisse l’effetto microclimatico e la qualità dell’aria. Questo sistema contribuisce a ridurre significativamente le emissioni di carbonio legate al riscaldamento e raffreddamento dell’edificio e a migliorare il comfort termico interno in ogni stagione.
Al contempo, consente una connessione visiva costante con l’esterno, enfatizzando l’idea di trasparenza e osmosi tra ambiente costruito e natura.
Materiali, agenti rigenerativi
Nel progetto Biotope, la scelta dei materiali non risponde soltanto a criteri estetici o funzionali, ma s’inserisce all’interno di una strategia integrata di sostenibilità ambientale e design rigenerativo.
L’impiego del vetro per la facciata a doppia pelle consente di massimizzare l’apporto di luce naturale riducendo al contempo la dispersione termica, con un conseguente risparmio energetico annuo stimato attorno al 20–25% per il raffrescamento estivo. Il legno, utilizzato per le passerelle esterne, i corridoi e gli spazi comuni, è impiegato come materiale di rivestimento per la sua bassa impronta di carbonio e la capacità di stoccare Co₂. Proveniente da filiere certificate, contribuisce a ridurre il bilancio emissivo del progetto lungo l’intero ciclo di vita.
Le superfici drenanti nei percorsi esterni e nelle aree comuni permettono la permeabilità del suolo, limitando il ruscellamento e favorendo il riutilizzo delle acque piovane, in sinergia con il terreno impiegato per i tetti verdi e le terrazze vegetate, che ospitano oltre 5.500 m² di superficie verde.
Questi elementi non solo migliorano la gestione idrica del sito, ma partecipano attivamente alla regolazione del microclima urbano, contribuendo all’abbassamento delle temperature locali fino a 2°C.
Nel complesso, il progetto si distingue per un approccio circolare all’edilizia, in cui ogni materiale è selezionato in funzione della durabilità, riciclabilità e della capacità di attivare cicli ecologici virtuosi.
È un’architettura che non si limita a ridurre l’impatto, ma restituisce valore all’ambiente, dimostrando come i materiali, se scelti consapevolmente, possano essere veri e propri agenti rigenerativi.

Innovazione digitale e progettazione sostenibile
Costruito in un tempo record di 15 mesi, il progetto Biotope ha sfruttato tecnologie di realtà virtuale continua come strumento fondamentale nel processo progettuale.
Questa tecnologia ha permesso al team di progettazione di visualizzare in modo immersivo e dinamico gli spazi interni ed esterni, facilitando decisioni chiave durante tutte le fasi di sviluppo, dalla concezione iniziale fino alla realizzazione finale.
La realtà virtuale ha affiancato i tradizionali prototipi fisici, offrendo un livello di precisione e anticipazione delle problematiche che ha contribuito a ottimizzare tempi e risorse, riducendo così costi e imprevisti durante la costruzione.
Attraverso queste simulazioni immersive, i progettisti hanno potuto valutare con maggior dettaglio l’interazione tra luce naturale, ventilazione e vegetazione, assicurando un’integrazione armoniosa tra architettura e natura.
Inoltre, la realtà virtuale ha facilitato il dialogo e la collaborazione tra i diversi attori coinvolti, inclusi architetti, ingegneri, ecologi e committenza, permettendo una partecipazione più attiva e consapevole nel processo decisionale.
Questo approccio digitale ha quindi non solo accelerato il cronoprogramma, ma ha anche garantito un alto livello di qualità ambientale e funzionale, in linea con gli ambiziosi obiettivi di benessere, biodiversità e design rigenerativo che caratterizzano Biotope.
Certificazioni ambientali un’eccellenza riconosciuta
Il progetto Biotope si afferma come un esempio virtuoso di architettura contemporanea grazie al suo riconosciuto valore ambientale e sociale, testimoniato da una serie di prestigiose certificazioni internazionali.
L’edificio ha ottenuto la certificazione Breeam Excellent, una delle più autorevoli in Europa per la valutazione della sostenibilità degli edifici, che riconosce la qualità complessiva del progetto sotto il profilo ambientale, energetico e gestionale.
A questa si affianca la certificazione Well, che attesta l’attenzione posta alla salute e al benessere degli occupanti attraverso parametri legati alla qualità dell’aria, della luce, del comfort acustico e dei materiali impiegati. Il riconoscimento E+C- (Énergie + Carbone -), rilasciato in Francia, valuta invece l’equilibrio tra i consumi energetici e l’impatto in termini di emissioni di carbonio, confermando l’eccellenza del Biotope in termini di efficienza e responsabilità climatica.
A questi si aggiungono due certificazioni che completano il quadro dell’impegno progettuale su fronti spesso trascurati: la certificazione BiodiverCity, che promuove la valorizzazione della biodiversità in ambito urbano, riconoscendo l’integrazione di spazi verdi e habitat per la fauna all’interno e attorno all’edificio, e la WiredScore, che attesta l’eccellenza delle infrastrutture digitali e la qualità della connettività tecnologica.

Architettura climatica: progettare per un futuro che cambia
I riconoscimenti ottenuti sono prova tangibile di una coerenza tra visione progettuale, strategia tecnica e performance reale. In un panorama in cui l’architettura rischia sempre più spesso di essere ridotta a operazioni di immagine o slogan privi di contenuto, Biotope si impone come un esempio autentico di progettazione integrata: ogni scelta – dal dettaglio costruttivo alla configurazione degli spazi – contribuisce a un obiettivo condiviso e non negoziabile, quello di costruire ambienti più sani, più equi e più resilienti.
Nell’era del cambiamento climatico, l’architettura non può più sottrarsi alle proprie responsabilità ambientali. Gli edifici devono diventare parte attiva della risposta alla crisi climatica, contribuendo non solo a mitigare gli effetti estremi, ma anche a rigenerare gli equilibri ambientali delle città.
In contesti urbani come Lille, dove le ondate di calore e i fenomeni meteorologici estremi sono in aumento, le superfici verdi e permeabili si trasformano in veri strumenti di adattamento urbano.
In questo senso, il tetto verde e le terrazze vegetate del Biotope svolgono un ruolo fondamentale: riducono l’effetto isola di calore, migliorano la gestione delle acque piovane e rafforzano la resilienza idrica del sito.
Secondo studi recenti, i tetti verdi possono abbassare la temperatura locale fino a 2°C, ridurre i consumi energetici estivi del 20–25% e assorbire tra 1,5 e 3 kg di Co₂ per metro quadrato all’anno.
Con oltre 5.500 m² di verde in copertura e una rete di superfici permeabili distribuite in altezza, Biotope agisce come un vero e proprio dispositivo climatico attivo: raffresca, filtra, ossigena.

Un nuovo modello di spazio urbano vivo e fertile
Il Biotope si configura anche come un nodo strategico all’interno della struttura urbana di Lille, svolgendo un ruolo chiave nella connessione tra il Centro Congressi del Grand Palais e il Consiglio Regionale dell’Alta Francia.
Al tempo stesso, il progetto riconnette l’edificio al sistema del corridoio verde, contribuendo alla ricucitura ecologica del tessuto cittadino. Con oltre 120 alberi appartenenti a 14 specie diverse, 500 arbusti, 30 varietà di piante perenni e una parete verde verticale che ospita biodiversità su più livelli, il Biotope trasforma la continuità ecologica in una vera e propria infrastruttura urbana vivente.
Qui, il verde non è un semplice elemento decorativo o marginale, ma parte integrante del metabolismo urbano: contribuisce alla regolazione microclimatica, favorisce la coesione sociale, migliora la salute pubblica e dona qualità estetica e sensoriale alla quotidianità. Questa architettura, fertile e consapevole, assume anche una valenza pedagogica.
Mostra con chiarezza i processi naturali, rendendoli visibili e comprensibili; educa alla coabitazione multispecie, suggerendo una visione della città come luogo di convivenza tra esseri umani e forme di vita non umane; e dimostra che è possibile rigenerare il tessuto urbano senza consumare nuovo suolo, ma anzi riattivando risorse esistenti e dialogando con l’ambiente circostante.
In questa prospettiva, il Biotope incarna una nuova concezione di progetto urbano: la natura non è più solo sfondo, ma soggetto attivo, mentre la città si configura come un ecosistema coltivabile, adattivo e resiliente. Una risposta concreta e lungimirante a una delle domande più urgenti del nostro tempo: come progettare città vivibili in un clima che cambia?

Design rigenerativo, una visione necessaria
Biotope non è semplicemente un edificio: è un prototipo attivo di architettura rigenerativa, capace di orientare nuovi modi di concepire e abitare la città. Rappresenta una visione concreta di urbanizzazione inclusiva, viva, resiliente, in cui natura e spazio costruito non si contrappongono, ma si integrano armoniosamente.
La sua forza risiede nella capacità di tenere insieme dimensioni spesso separate: natura e lavoro, ecologia e architettura, benessere umano e biodiversità, il tutto all’interno di un progetto coerente, lungimirante e profondamente etico. In un’epoca segnata da crisi sistemiche (climatiche, ambientali, sanitarie e sociali) Biotope ci ricorda che l’architettura può ancora essere un atto politico, un gesto di cura e responsabilità collettiva, un luogo di alleanza tra le specie.
È una forma di progettazione che non si limita a contenere i danni, ma si propone di rigenerare i contesti, riattivare ecologie, restituire valore ai territori, trasformando la città in un paesaggio vivibile per tutti gli esseri viventi, umani e non umani. Il design rigenerativo, di cui Biotope è uno dei più chiari esempi contemporanei, segna un cambio di paradigma.
Non si tratta più solo di costruire in modo sostenibile, ma di coltivare relazioni, riparare equilibri, guarire territori feriti. Se l’architettura vuole rimanere rilevante nel XXI secolo, deve evolversi da disciplina della forma a pratica ecologica e culturale, capace non solo di costruire spazi, ma di prendersene cura. Di abitare il mondo, rigenerandolo.
La scheda
Opera: Pbiotope
Località: Lille, Francia
Committente: Bouygues Construction, Link City
Architetto capofila: Henning Larsen
Architetto locale: KeurK
Team di Henning Larsen: Søren Øllgaard (partner responsabile), Franck Fdida (architetto capo progetto), Chenqi Jia, Anders Thoren, PhiliDeeg, Jakob Strømann-Andersen, Nina la Cour Sell, Viggo Haremst