Beauty Hub L’Oréal Italia, il quarto edificio del distretto The Sign

Il complesso The Sign, promosso da Covivio e progettato da Progetto CMR sotto la direzione artistica dell’architetto Massimo Roj, rappresenta un modello avanzato di rigenerazione urbana sostenibile nel quadrante sud-ovest di Milano.

Progetto Cmr | L’edificio Beauty Hub L’Oréal Italia del complesso The Sign al tramonto ©Andrea Martiradonna

L’intervento di rigenerazione urbana The Sign, promosso da Covivio e firmato dalla società di progettazione integrata Progetto Cmr, è giunto al termine con la consegna al tenant L’Oréal Italia dell’ultimo e quarto immobile del distretto.

Progetto Cmr, società di progettazione integrata che fa capo alla Holding Progetto Cmr International, ha firmato l’architettura e la direzione artistica dei lavori dell’intero complesso The Sign, il business district composto da quattro edifici e due piazze a uso pubblico.

Progetto Cmr | Inserimento nel contesto del complesso The Sign
Progetto Cmr | Inserimento nel contesto del complesso The Sign

L’architetto Massimo Roj e il team di Progetto Cmr, con il progetto di The Sign, ha concepito un intervento di rigenerazione urbana nella sua forma più sostenibile, minimizzando il consumo di suolo e andando a intervenire su aree già urbanizzate e dismesse che ospitavano gli spazi dell’ex Fonderia Vedani, attraverso un processo di riconversione e rifunzionalizzazione.

Il risultato è stato una nuova centralità: un epicentro di rigenera­zione urbana sia a livello ambientale che economico e sociale.

Come il resto del complesso, l’edificio che ospita il Beauty Hub L’Oréal Italia è stato progettato secondo i più alti standard di sostenibilità energetico-ambientale e con un focus sul comfort, il benessere e la salute delle persone, seguendo il metodo pro­gettuale, perfezionato da Progetto Cmr, InsideOut: dall’interno verso l’esterno.

Il lavoro progettuale ha messo al centro l’essere umano e le sue necessità per dare forma a un nuovo landmark, polifunzionale e ricco di verde che esercita un ruolo di punto di attrazione nel contesto urbano milanese.

Progetto Cmr | Il segno di luce realizzato con un sistema a led che accompagna il visitatore lungo tutto il sistema degli spazi aperti e r iproposto anche nel curtain wall tra le interruzioni della pelle metallica degli edifici
Progetto Cmr | Il segno di luce realizzato con un sistema a led che accompagna il visitatore lungo tutto il sistema degli spazi aperti è riproposto anche nel curtain wall tra le interruzioni della pelle metallica degli edifici

Localizzazione

L’immobile, oggi sede di L’Oréal Italia, ha permesso il completamento dell’intervento di rigenerazione ur­bana nel quartiere sud ovest di Milano, nell’area che, fino al 1997, è stata la sede dell’ex Fonderia Vedani.

L’edificio, di nove piani fuori terra e una superficie totale di 13 mila metri quadrati, è stato realizzato a chiusura della nuova piazza Fernanda Pivano e del Parco Iulm.

Situato a ridosso del Romolo Hub, The Sign, con una superficie di 40.000 mq, è stato connes­so al tessuto urbano grazie alla vicina metropolitana Linea 2, al passante ferroviario e ai numerosi mezzi di superficie.

Il contesto circostante, arricchito dalla presenza dei Campus delle università Iulm, Naba e Domus Academy, è caratterizzato da un’area viva e dinamica, con una spiccata vocazione direzionale e universitaria.

Oggi The Sign si presenta come un business district innovativo, già sede di importanti multinazionali, quali Aon e Ntt Data, con una ricca offerta di servizi nell’ambito della ristorazione, una piazza intitolata a Fernanda Pivano di 4.000 metri quadrati e spazi pensati per valorizzare la biodiversità del luogo.

Con il completamento del quarto edificio e l’ingresso di L’Oréal Italia, il distretto ha visto un afflusso giornaliero di 2.800 persone, tra lavoratori, studenti e residenti.

Visione architettonica

Il progetto si è distinto per la sua capacità di armo­nizzare innovazione architettonica, sostenibilità e una visione urbana audace, rendendo l’edificio un elemento distintivo nel contesto milanese.

Dal punto di vista architettonico il volume presenta una facciata continua con un’alternanza vetro-opaco, in cui la parte opaca è stata realizzata con elementi metallici dalla superficie cangiante, mentre gli spazi interni sono stati pensati per accogliere le nuove modalità di lavoro e le nuove esigenze dei futuri occupanti: degli uffici flessibili, con un facile accesso alla tecnologia, degli ambienti dedicati al lavoro collaborativo e delle aree comuni e ibride per migliorare la creatività e la qualità del tempo trascorso nei nuovi spazi.

Le ampie terrazze al quar­to e all’ottavo piano, che affacciano sia sulla piazza Fernanda Pivano che sulla nuova piazza del Parterre, sono state pensate per offrire una vista panoramica sul centro della città.

La disposizione dei piani, disposti su nove livelli fuori terra ma sfalsati e raggruppati in blocchi da due, ha conferito all’edificio un movimento continuo che sfida la staticità della tradizionale archi­tettura verticale.

I blocchi, leggermente sfalsati l’uno sull’altro, hanno permesso così di ottenere una serie di terrazze panoramiche.

L’effetto complessivo è stato quello di un edificio che interagisce con il paesaggio, diventando un punto di osservazione privilegiato per chi vi abita e per chi lo guarda da fuori.

Il progetto ha previsto anche la realizzazione di una nuova area alberata piantumata di betulle, una zona dedicata al relax, lo svago e il tempo libero.

Progetto Cmr Il portale scenografico caratterizzato da un controsoffitto metallico specchiante che riflette il segno di luce a terra ©Andrea Martiradonna
Progetto Cmr | Il portale scenografico caratterizzato da un controsoffitto metallico specchiante che riflette il segno di luce a terra | ©Andrea Martiradonna

Gli elementi caratterizzanti il progetto quali le ter­razze panoramiche, il segno, il passaggio pedonale sotto l’edificio e le facciate cangianti sono solo alcuni dei tanti che hanno fatto di questo edificio una co­struzione unica, un esempio di come la forma possa essere al servizio della funzionalità, del paesaggio e, soprattutto, della vita quotidiana delle persone.

Passaggio pedonale

Uno degli elementi distintivi del progetto è stato il grande passaggio pedonale, un portale scenografi­co che attraversa l’edificio al piano terra, un gesto che, oltre a rispondere a delle esigenze pratiche, ha permesso di creare un forte legame tra le due piazze pedonali: un collegamento tra spazi pubblici ma allo stesso tempo un luogo di transito, un percorso che invita alla scoperta e alla socialità, unendo le aree verdi e rafforzando il legame tra il tessuto urbano e tra la viabilità su strada di via Schievano e la metropolitana di Romolo.

Il portale, che attraversa l’edificio, è stato valorizzato da un controsoffitto metallico specchiante che riflette il segno di luce a terra, connettendo il presente e il futuro del Business Park.

Segno di luce

Trait d’union tra i due lotti di The Sign (primo lotto con gli edifici sede di Aon e Ntt Data e secondo lotto con l’edificio di ultima realizzazione) è stata la realizzazione di un segno di luce, una striscia luminosa che accompa­gna il visitatore lungo tutto il sistema degli spazi aperti.

Tale segno è stato riproposto anche nel curtain wall luminoso vetrato che si affaccia tra le interruzioni della pelle metallica degli edifici.

Nelle sistemazioni esterne, la pavimentazione in pietra chiara è stata sostituita con una pavimentazione caratterizzata da una colorazione più scura, rotta da una vena luminosa realizzata me­diante un sistema led. Questo unico e semplice gesto ha permesso di tenere unito l’intervento, ricucendolo con il contesto e rendendolo facilmente riconoscibile.

Involucro

Le facciate del nuovo edificio Beauty Hub L’Oréal Italia di The Sign sono state progettate per dialogare con la luce e con l’ambiente circostante e, in parti­colare, con gli altri edifici del complesso edilizio già realizzati, le cui facciate sono state tagliate dal segno, il gesto architettonico che ha contraddistinto l’in­tero intervento edilizio.

Alternando con sapienza i moduli vetrati e le superfici opache, l’edificio è stato trasformato in un’armonica partitura architettonica, un codice visivo che racconta l’intenzione di calibrare la luce naturale in perfetta sintonia con le esigenze energetiche e in linea con i requisiti della Legge 10, riducendo di conseguenza i consumi energetici.

Cinque moduli distinti (vetrati, opachi e le loro combinazioni) sono stati alternati con ritmo, come le note di una melodia che gioca tra luci e ombre, tra trasparenze e solidità, creando all’interno dell’edificio un’illumina­zione ottimale in grado di soddisfare tutti i requisiti di aero-illuminazione naturale.

I pannelli di facciata, larghi 135 centimetri, costituiscono la trasposizione in facciata del modulo della maglia di pianificazione interna dell’edificio, seguendo una logica progettuale di Inside-out: i moduli vetrati hanno permesso alla luce di penetrare generosamente all’interno dell’edificio, men­tre quelli opachi e le altre combinazioni hanno risposto con un apporto più soffuso, limitando l’energia solare quando necessario.

Progetto Cmr | Sezione estratta da modello Bim
Progetto Cmr | Sezione estratta da modello Bim

La combinazione dei moduli ha inoltre conferito alla facciata un movimento continuo e vibrante, evolvendosi nel corso della giornata, grazie anche al colore cangiante dei rivestimenti metallici, le cui sfumature grigio e azzurre rievocano la memoria della fonderia Vedani preesistente.

Il tutto in contrapposizione con il colore oro degli altri edifici del complesso edilizio già realizzati che rievocano, invece, la trasformazione e la rigenerazione del luogo, rappresentando con il colore oro il cambiamento.

A ogni ora del giorno l’edificio si veste quindi con una sfumatura nuova. Questa alter­nanza di superfici non è solo una questione funzionale, ma è diventata un linguaggio visivo: la facciata sembra danzare con la luce del giorno, un gioco di luci e om­bre che cambia a seconda dell’ora, creando un effetto dinamico e in continua trasformazione.

Certificazioni 

Nel capoluogo lombardo, The Sign si è distinto come distretto green e tecnologico, con un forte orienta­mento alla sostenibilità ambientale e al benessere degli occupanti.

L’immobile è stato progettato e costruito secondo i più rigorosi standard di sostenibilità al fine di garantire un impatto ambientale ridotto, un ambiente di lavoro salubre e confortevole per gli occupanti e una riduzione dei costi operativi a lungo termine.

Nello specifico, l’immobile ha ottenuto la certificazione Leed con punteggio Platino, grazie alle sue avanzate soluzio­ni energetiche e impiantistiche.

Le facciate sono state progettate per garantire elevate prestazioni termiche e acustiche, migliorando l’efficienza energetica dell’e­dificio.

Le strutture in calcestruzzo armato e acciaio sono state realizzate per assicurare stabilità e sicurezza, mentre le soluzioni impiantistiche innovative hanno permesso di conseguire un’efficienza energetica e un comfort al di sopra dei requisiti normativi, superando del 30% la copertura minima del fabbisogno termico con fonte energetica rinnovabile e la potenza di fotovol­taico installato, così da ottenere la premialità prevista dal decreto rinnovabili.

Tra gli impianti altamente per­formanti utilizzati si possono trovare: un impianto di climatizzazione a soffitti radianti, unità di trattamento ad alta efficienza per il ricambio d’aria e degli impianti fotovoltaici per la produzione di energia.

A conferma dell’eccellenza della connettività digitale e dell’infra­struttura tecnologica, l’edificio è stato insignito della WiredScore Certification, score Platino. The Sign è stato il primo intervento di rigenerazione urbana in Italia ad aver ottenuto la certificazione BiodiverCity che ha come obiettivo l’incoraggiamento di pratiche volte a favorire la diversità biologica durante le fasi sia di progettazione sia di costruzione.

La progettazione del giardino di The Sign ha previsto infatti la creazione di zone pensate per questo scopo: oltre ad ampie zone a prato con inserti di cespugli che possono essere tane e rifugio per conigli e lepri, sono stati inseriti alberi per gli scoiattoli, un laghetto per i pesci, le rane, le papere e dove sbocciano le ninfee, case per gli insetti come le api e altre che siano riparo per gli uccelli.

Qui gli animali sono liberi di scorrazzare nelle zone verdi del distretto in tutta tranquillità e sicurezza, lonta­ni e protetti dal traffico della città. A dimostrazione dell’impegno verso il benessere delle persone, l’edificio ha puntato anche a ottenere la certificazione Well, il massimo standard per la qualità di vita dei lavoratori negli ambienti di lavoro.

Premi e riconoscimenti 

Nel 2024 l’edificio L’Oreal ha ricevuto, nella cornice del Campidoglio, il prestigioso premio Rēgula nella categoria Prima di Copertina che riconosce solo i mi­gliori progetti architettonici, urbanistici, infrastruttu­rali e di design a firma italiana.

Il riconoscimento è stato consegnato a conclusione dell’evento organizzato dall’associazione culturale Liber, in collaborazione con la casa editrice Rde dell’editore Riccardo Dell’Anna, che ha pubblicato nel 2025 i progetti nel volume 100 Progetti Italiani.

Cantiere 

La costruzione del nuovo Headquarter Beauty Hub L’Oréal Italia è stata affidata da Covivio a un’asso­ciazione temporanea d’imprese in cui Costruzioni Generali Gilardi spa è stata la mandataria.

Le attività hanno previsto la realizzazione dell’edificio, con auto­rimessa interrata pertinenziale, comprese le opere di personalizzazione interna, quali le varie tipologie di pavimentazioni, le pareti vetrate. Il cantiere ha avuto una durata di 26 mesi e ha impiegato, mediamente, 120 maestranze suddivise nelle varie discipline (edili, impianti e facciate).

Durante la prima fase, durata sette mesi, sono state eseguite solamente le opere strutturali; successivamente hanno iniziato a sovrapporsi l’esecu­zione delle altre discipline (gli impianti e le facciate).

Tali attività sono state possibili grazie a una program­mazione integrata che ha consentito di organizzare e suddividere le lavorazioni per piani ed eseguire più lavorazioni in contemporanea.

Progetto Cmr | La platea di fondazione copre una superficie di 7.000 metri quadrati. L a scatola interrata è stata eseguita con la tecnologia costruttiva della vasca bianca
Progetto Cmr | La platea di fondazione copre una superficie di 7.000 metri quadrati. L a scatola interrata è stata eseguita con la tecnologia costruttiva della vasca bianca

Opere strutturali

La progettazione delle opere strutturali, come le re­stanti aree di progettazione, sono state eseguite con a metodologia Bim (Building Information Modeling) che ha consentito una progettazione integrata con le altre discipline, in particolare per quanto riguarda le predisposizioni impiantistiche e quelle di supporto dell’involucro di facciata.

La conformazione architet­tonica dell’edificio a piani sfalsati nelle due direzioni, dal punto di vista strutturale ha richiesto l’utilizzo della tecnologia della post-tensione, mentre le restanti opere strutturali sono state eseguite in cemento arma­to ordinario.

Per le opere strutturali di questo lotto sono stati gettati 20.000 metri cubi di calcestruzzo e utilizzati 3.000 tonnellate di ferri d’armatura.

Fondazioni

Le fondazioni sono state realizzate mediante una platea di fondazione con spessore variabile, a secon­da dei carichi trasmessi dalla struttura in elevazio­ne.

L’intera scatola interrata è stata eseguita con la tecnologia costruttiva vasca bianca consentendo la realizzazione di strutture completamente imperme­abili senza l’utilizzo di altri sistemi.

A tal fine tutto il calcestruzzo della platea di fondazione e dei muri perimetrali è stato additivato con un prodotto che ha reso il calcestruzzo impermeabile al contatto con l’acqua di falda e di risalita.

La platea di fondazione, che copre una superficie di 7.000 metri quadrati, è stata eseguita quasi completamente nei mesi più freddi dell’anno per evitare problematiche nella maturazione del calcestruzzo. Il getto è stato quindi eseguito in conci di circa 700/800 metri quadri ognuno.

All’in­terno della platea, dei solai e delle elevazioni, grazie all’utilizzo della progettazione in Bim, è stato possibile prevedere il passaggio delle predisposizioni impian­tistiche. Questo aspetto ha evitato l’esecuzione di eventuali scassi che avrebbero inficiato la formazione della vasca bianca.

Progetto Cmr | Realizzazione dei vani scala in cemento armato gettato in opera
Progetto Cmr | Realizzazione dei vani scala in cemento armato gettato in opera

Strutture in elevazione

La struttura in elevazione è stata progettata preveden­do la realizzazione di pilastri, setti murari, solai, bloc­chi scale e ascensori in cemento armato tradizionale gettato in opera. Per la realizzazione della struttura in elevazione fuori terra non sono stati utilizzati dei ponteggi di facciata.

Per tale motivo è stato necessario utilizzare un sistema brevettato e certificato che ha consentito la realizzazione delle opere strutturali nel rispetto delle norme vigenti in materia di sicurezza e nel rispetto della sicurezza dei lavoratori.

In partico­lare, è stato utilizzato un sistema movimentato con l’ausilio di una gru e fissato ai solai precedentemente gettati, andando a creare degli schermi protettivi.

Solai

L’aggetto di porzioni di solaio in entrambe le direzioni con la metodologia del cemento armato tradizionale, oltre i limiti accettabili, ha imposto l’utilizzo della tecno­logia di post tensione che ha previsto il posizionamento all’interno dell’armatura dei cavi che, una volta gettato il solaio, sono stati tesati andando a creare uno stato di compressione all’interno della pozione di solaio a sbalzo.

Tunnel

Il tunnel previsto al piano terra ha determinato la necessità di uno scavalcamento della porzione lasciata libera che ha richiesto il varo di travi a cassone in carpenteria metallica, della tipologia di quelle uti­lizzate per i ponti, di notevole lunghezza (20 metri) e di notevole peso (20 tonnellate l’una).

Il posiziona­mento delle travi ha richiesto l’utilizzo di un’autogrù di grandi dimensioni e la predisposizione di alcune opere strutturali (pilastri) di dimensioni generose per il posizionamento delle travi in carpenteria metallica.

Involucro

L’involucro di facciata è stato eseguito mediante il sistema costruttivo a montanti e traversi che ha pre­visto prima l’esecuzione di tutto il reticolo portante eseguito in elementi di alluminio, mentre gli elementi di tamponamento e di chiusura della facciata, in vetro o in lamiera, sono stati messi in opera in un secon­do tempo.

Le superficie vetrate hanno permesso di garantire il rispetto dei requisiti acustici e termici, mentre i tamponamenti in lamiera hanno richiesto il posizionamento di un isolante e altre precauzioni per raggiungere i valori previsti dal progetto.

Finiture interne

Gli ambienti interni sono stati realizzati con pavimenti soprelevati ispezionabili e varie tipologie di finiture quali delle moquette e delle pavimentazioni in vinili­co. Per gli sbarchi degli ascensori sono stati utilizzati pavimenti autoposanti in gres porcellanato.

Per la realizzazione dei controsoffitti, di tipo ra­diante, sono state utilizzate pannellature in metallo microforate in grado di garantire una facile ispezio­ne. I rimanenti controsoffitti, al di fuori delle isole radianti, sono stati realizzati in cartongesso classico.

Pannelli fonoassorbenti Rockfon Eclipse sono stati uti­lizzati per migliorare l’acustica delle sale riunioni, delle aree break e delle sale eventi. Per la divisione degli uffici sono state impiegate pareti in cartongesso, mentre tra gli uffici e i corridoi di esodo sono state utilizzate intere pareti vetrate a doppio vetro (Vetro in Lightwall).

Per i piani P4 e P8, adibiti a mensa e caffetteria, sono stati realizzati pavimenti in gres porcellanato autoposante e soffitti placcati con pannellature in Celenit verniciato, un materiale realizzato con i trucioli di legno e lana di roccia che ha permesso il miglioramento delle prestazioni acustiche.

Al di sotto dei soffitti sono state installate particolari geometrie di buffle di arredo metallici a ef­fetto legno. In questi ambienti non è stato utilizzato un riscaldamento di tipo radiante (come negli uffici), bensì un impianto di climatizzazione.

Impianti 

Il Beauty Hub L’Oréal Italia è stato progettato per af­frontare le nuove sfide del futuro digitale, offrendo agli occupanti un’esperienza di connettività affidabile, veloce e sicura con sistemi di gestione intelligente degli spazi e dispositivi di monitoraggio e ottimizzazione dell’uso delle risorse energetiche.

Gli strumenti digitali, progettati per migliorare la qualità del tempo trascorso nei nuovi uffici, sono stati pensati per accogliere le nuove modalità di la­voro, offrendo un ambiente moderno e tecnologicamente avanzato che supporta il benessere e la produttività degli occupanti.

L’illuminazione è stata realizzata con tecnolo­gia a led e standard di comunicazione Dali, permettendo la creazione di molteplici scenari di luce.

L’edificio è stato dotato di un sistema Bms (Building Management System) che ha consentito la gestione integrata di tutte le funzionitecnologiche, inclusi il controllo accessi, la sicurezza, la rilevazione incendi, l’illuminazione e la climatizzazione.

Tutte le informazioni relative ai vari sottosistemi sono visionabili da una postazione di supervisione nella control room dell’edificio.

Tecnologia costruttiva della vasca bianca

La tecnologia della vasca bianca (o vasca in calcestruzzo impermeabile) è un metodo costruttivo utilizzato per la realizzazione delle strutture interrate, come fondazioni o muri controterra, in grado di garantire l’impermeabilità grazie alle proprietà del calcestruzzo stesso, senza l’uso di guaine o rivestimenti esterni.

Per la realizzazione della vasca bianca viene utilizzato un calcestruzzo speciale, detto impermeabile, con l’aggiunta di additivi che ne migliorano l’impermeabilità.

Il calcestruzzo, una volta indurito, forma una barriera continua e resistente all’acqua, eliminando la necessità di strati impermeabilizzanti aggiuntivi e migliorando la durabilità della struttura.

La vasca bianca è una struttura continua e senza interruzioni che crea una sorta di scatola impermeabile. La corretta progettazione e realizzazione dei giunti è fondamentale per il mantenimento dell’impermeabilità.

A tal fine vengono utilizzate delle soluzioni specifiche, come sigillanti o nastri, per garantire la tenuta stagna in corrispondenza dei giunti.

La tecnologia vasca bianca offre vantaggi in termini di durabilità, riduzione dei tempi di cantiere e minori costi di manutenzione, oltre a un minore impatto ambientale con la riduzione dell’uso di materiali sintetici.

Tecnologia della post-tensione

La post-tensione è una tecnologia che prevede l’applicazione di forze di compressione a elementi strutturali in calcestruzzo, solitamente dopo che il calcestruzzo ha raggiunto una certa resistenza.

Questo processo, chiamato post-tensione, consente di creare strutture più leggere, con luci più ampie e spessori ridotti, migliorando la resistenza a flessione e fessurazione del materiale.

Per la realizzazione di questa tecnologia vengono utilizzati cavi o trefoli di acciaio ad alta resistenza, inseriti in guaine o canali all’interno del calcestruzzo.

I cavi vengono tesati tramite martinetti idraulici, generando una forza di compressione sulla struttura. Dopo la tesatura, i cavi vengono ancorati e, in alcuni casi, iniettati con boiacca cementizia per garantire la loro aderenza al calcestruzzo (post-tensione aderente).

In altri casi, i cavi possono rimanere non aderenti al calcestruzzo, offrendo maggiore flessibilità (post-tensione non aderente).

di Valentina Puglisi, Dipartimento Abc, Politecnico di Milano

Massimo Roj | Ceo e Co-founder di Progetto Cmr
Massimo Roj | Ceo e Co-founder di Progetto Cmr

Massimo Roj | Ceo e Co-founder di Progetto Cmr

The Sign, con il suo portato di qualità progettuale e di visione, ha dimostrato la potenzialità insita nel costruire nuovi centri innervati di servizi della futura città policentrica.

L’edificio Beauty Hub L’Oréal Italia è il tassello che completa la riqualificazione di questa porzione a sud-ovest della città: uno spazio prima intercluso alla comunità è stato trasformato in un centro innovativo e aperto che ha conseguito la certificazione internazionale Biodivercity, come primo e unico intervento di rigenerazione in Italia che, con il suo parco, sta contribuendo alla valorizzazione della fauna e della flora nello spazio urbano.

La scheda

Committente: Covivio
Progettazione e direzione artistica dei lavori: Progetto Cmr
Tenant: L’Oréal Italia
Impresa appaltatrice: Associazione temporanea d’impresa, mandataria Costruzioni Generali Gilardi spa
Calcestruzzo preconfezionato: Unical spa
Ferro tondo d’armatura: Presider spa
Sistema vasca bianca: Penetron Italia srl
Casseri d’armatura: Doka Italia spa
Cavi post tensione: Tensacciai srl
Carpenteria metallica: Map spa
Controsoffitti e cartongessi: Working srl
Pareti impacchettabili: Oddicini srl
Pareti e porte vetrate: Vetroin srl
Porte interne: Lualdi spa
Porte Rei: Dierre spa
Ceramiche: Marazzi Group srl, Ceramiche Sant’Agostino spa
Pavimenti sopraelevati e pavimento in vinilico: Liuni spa
Moquette: Interface
Pavimenti esterni: Gruppo Romani spa
Impianti elevatori: Kone spa

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