Marazzi: 90 anni d’innovazione nel design ceramico

Dalla drogheria di famiglia al leader globale della ceramica: un viaggio tra intuizioni, tecnologia e cultura del progetto.

C’è una storia che attraversa quasi un secolo e che, partendo da una piccola bottega di provincia, ha saputo trasformare un territorio e ridefinire il linguaggio della ceramica italiana.

È la storia di Marazzi, un’impresa nata dall’audacia di una famiglia e cresciuta grazie a un intreccio di visioni, innovazioni e incontri che hanno lasciato un segno profondo nel design internazionale.

La Drogheria Roteglia
L’esterno della Drogheria Roteglia

Le origini: dalla drogheria alla prima fabbrica di ceramica

Tutto comincia nel 1927, quando Filippo Marazzi decide di abbandonare la drogheria di famiglia per acquistare una cava di argille.

È un gesto semplice e rivoluzionario insieme, che pochi anni dopo lo porterà a costruire la sua prima fabbrica di piastrelle a Sassuolo: una struttura fragile, soprannominata la fabbrica di cartone, ma destinata a inaugurare un’avventura industriale che cambierà per sempre il distretto ceramico.

Nel 1935 nasce ufficialmente Marazzi, presto riconosciuta come il cuore pulsante di un territorio che diventerà sinonimo di eccellenza nel mondo.

L’espansione del dopoguerra e il dialogo con gli artisti

Con Pietro Marazzi, tra gli anni Quaranta e Cinquanta, l’azienda accelera: investe in nuove tecnologie, amplia la produzione e apre un dialogo fertile con artisti come Venerio Martini.

Negli anni Sessanta, la collaborazione con Giò Ponti e Alberto Rosselli dà vita alla celebre piastrella quattro volte curva, presentata alla Triennale di Milano, mentre il decennio successivo segna una svolta epocale.Il brevetto della monocottura rapida riduce i tempi di produzione da 24 ore a una sola, rivoluzionando l’intero settore.

Parallelamente, stilisti come Paco Rabanne e artisti come Nino Caruso trasformano la piastrella in un terreno di sperimentazione tra arte, moda e design.

Internazionalizzazione e nascita del laboratorio Il Crogiolo

Gli anni Ottanta aprono la stagione dell’internazionalizzazione: Filippo Marazzi avvia nuovi stabilimenti in Spagna e negli Stati Uniti e acquisisce Ceramiche Ragno.

Nasce anche Il Crogiolo, laboratorio creativo in cui designer, artisti e fotografi esplorano nuove possibilità espressive. Oggi, restaurato, è tornato a essere un luogo di cultura e incontro, ponte tra memoria e futuro.

Le innovazioni degli anni ’90 e 2000 nel design ceramico

Negli anni Novanta, Marazzi diventa protagonista delle grandi opere architettoniche, sviluppando soluzioni tecniche come facciate ventilate e pavimenti sopraelevati.

Con il nuovo millennio arrivano i grandi formati, le superfici tridimensionali e le tecnologie digitali: la collezione Treverk inaugura il gres effetto legno, mentre il Compasso d’Oro assegnato alla collezione Soho premia la ricerca sulle superfici 3D.

Marazzi 2024: fotografia di Luigi Ghirri esposta alla mostra The Marazzi Years
Marazzi 2024: fotografia di Luigi Ghirri esposta alla mostra The Marazzi Years

Il 2013 segna l’ingresso in Mohawk Industries, il più grande gruppo mondiale del flooring, aprendo una nuova fase di investimenti, rinnovamento degli stabilimenti e apertura di showroom monomarca nelle principali capitali europee.

A Sassuolo, la sede storica viene completamente ripensata, i laboratori si ampliano e Il Crogiolo ritrova la sua vocazione originaria.

Un’eredità che guarda avanti: sostenibilità e identità

Oggi, alla soglia dei novant’anni, Marazzi continua a trasformare gli spazi e a raccontare storie di innovazione, sostenibilità e design.

E lo fa riaffermando il legame con le proprie radici: nel 2025, la storica Drogheria Roteglia in Piazza Garibaldi – un tempo gestita dalla famiglia Marazzi – è stata restituita alla città con una nuova sala degustazioni, rivestita con la collezione Crogiolo Terramater.

Una scelta che rende omaggio al brevetto della monocottura rapida del 1974 e all’identità del luogo.

Le superfici in gres porcellanato, realizzate con il 60% di materiale riciclato, dialogano con fotografie d’epoca, etichette storiche e lettere in ceramica smaltata che ricompongono l’insegna originaria Fratelli Marazzi.

Marazzi 2024: Gianni Berengo Gardin ha firmato le opere Le LineeVeloci esposte alla mostra The Marazzi Years
Marazzi 2024: Gianni Berengo Gardin ha firmato le opere Le LineeVeloci esposte alla mostra The Marazzi Years

Novant’anni di storia che continuano a guardare avanti: perché l’eredità di Marazzi non è solo un patrimonio industriale, ma un linguaggio in continua evoluzione, capace di arricchire la vita quotidiana attraverso la ceramica.

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